Crocifisso sì, crocifisso no: è' la scuola ad essere in croce!
Il putiferio mediatico di questi giorni legato alla sentenza della Corte Europea sull'esposizione del crocifisso non ci sorprende. Ci avvilisce.
Il tripudio di dichiarazioni, di articoli di giornale e di commenti televisivi dimostra ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, l'inettitudine e l'ipocrisia di buona parte del mondo politico e dell'informazione: ci riferiamo alle dichiarazioni sdegnate dei politici che oggi guaiscono contro l'attacco alla nostra identità cristiana (ma anche a taluni paladini della laicità che non hanno mai proferito parola sui problemi della scuola, e sul fondamentale tema della pluralità religiosa e culturale al suo interno, per i quali questa vicenda rappresenta solo un'occasione per diramare l'ennesimo comunicato stampa...). Ci riferiamo agli organi di informazione che oggi ci ammorbano con pagine, trasmissioni, sondaggi e televoti su crocifisso sì, crocifisso no: apriamo il dibattito!
Si tratta - quasi sempre - degli stessi politici che in croce hanno messo la scuola, privandola di mezzi e risorse finanziarie, tagliando un numero sconsiderato di docenti, intervenendo in tutti i modi per cancellare il ruolo dell'istruzione pubblica.
Si tratta degli stessi mass media che per mesi si sono prestati e hanno stimolato la salottiera discussione sui grembiulini e sul maestro unico, per poi stendere un totale e impenetrabile velo di silenzio sulla situazione disastrosa in cui oggi versa la scuola pubblica.
Oggi la scuola rischia di andare a rotoli e fa acqua da tutte le parti. Tra i punti dolenti che sono oggetto di un pervicace attacco da parte dell'attuale Governo, volutamente ignorati dalla stampa, c'è sicuramente anche la questione della laicità della scuola: parliamo del diritto quotidianamente negato all'ora alternativa, dell'impossibilità di aprire una discussione seria sulla riforma dell'insegnamento della religione cattolica in favore di un più sensato insegnamento di storia e cultura delle religioni, del fatto che siamo l'unico paese in cui i docenti di religione sono pagati dallo Stato ma scelti dalla Curia, del fatto che un Ministro possa tranquillamente ignorare una sentenza di Tribunale che - con buon senso - esclude gli insegnanti di religione dagli scrutini e dalla possibilità di assegnare crediti formativi, semplicemente per evitare assurde disparità con gli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica.
Di tutto questo - che costituisce il vero terreno su cui si concretizza il tema della laicità della scuola - non si parla. E' più comodo aprire e chiudere rapidamente una bella e salottiera discussione sui crocefissi.
Noi genitori e insegnanti, che ai salotti continuiamo a preferire i banchi di scuola, a questo teatrino non ci prestiamo.
Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
http:/comitatoscuolapubblica.wordpress.com
Sul tema vi segnaliamo questi contributi:
- articolo di Enzo Mazzi da "Il Manifesto" del 5 novembre 2009
http://comitatoscuolapubblica.files.wordpress.com/2009/11/mazzi.pdf
- articolo da "Il Mattino di Padova" del 5 novembre 2009
http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/sui-muri-solo-la-costituzione-italiana/1771693
- Crocefisso e sentanza Ue: se lo stabilissero i docenti? da Retescuole
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20091104151543
Tags: laicità, crocifisso, scuola pubblica
Lorenza - 16-11-2009
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per l'ennesima volta provo a commentare un articolo di "Fuoriregistro". questa volta però lo faccio ponendo solo domande.
1) qualcuno sa che esiste la legge 186/04 riguardante un concorso pubblico che lo Stato ha, finalmente (si aspettava dal 1985!), indetto per titoli ed esami (scritti ed orali) per immettere in ruolo gli Idr? Faccio notare che le Commissioni erano Statali composte da docenti e da presidi di tutte le discipline (non religione!) e che gli ambiti erano: pedagogia, didattica e legislazione scolastica dalla legge Casati ad oggi...
Molti docenti di religione hanno avuto risultati eccellenti, altri non l'hanno passato. Vorrei dire anche che si parla di insegnamento della religione, ma mai degli insegnanti che sono persone, che hanno fatto studi precisi, spesso con più di una laurea, che hanno delle famiglie, ecc... insomma un po' di rispetto penso sia dovuto anche a loro.
2) Perchè non si leggono i programmi dell'insegnamento di religione cattolica prima di parlare senza conoscere?
3) Se si parla di discriminazione perchè non valutiamo anche quella che si creerebbe se qualcuno, che STUDIA QUALCOSA IN PIU' DI ALTRI, non si vedesse riconoscere ciò che ha fatto in più?
Buone discussioni a tutti!
Una persona, idr, molto stanca e avvilita dal ripetersi di frasi preconfezionate e pregiudiziali. |