Genova 2001 - L'Aquila 2009
Piccì - 04-07-2009
G 8 GENOVA 2001

Mi appare vagamente stravagante questo GI OTTO abruzzese da celebrarsi presso i ruderi del terremoto, Dal 2001 al 2009, da Genova a L'Aquila. Mi chiedo come lo prendano gli aquilani questo meeting internazionale nell'attesa della ricostruzione, inevitabilmente di là da venire: il Friuli non si è ricostruito in un anno!
Avendo conosciuto il terremoto del Friuli del 1976, credo che gli allora terremotati col loro migliaio di morti e le loro tendopoli e baraccopoli non avrebbero particolarmente gradito una simile kermesse di ospiti ingombranti.
Come la vedono oggi gli abruzzesi?

Riposano da circa 8 anni nel mio PC alcune note legate G 8 di Genova. Mi sembravano un po' troppo "pesanti". Forse è il momento di recuperarle. Dato anche quanto sentenziato in sede giudiziaria.


CONTROLLARE LE FIORIERE

Durante uno dei miei lunghi e noiosi viaggi in treno dalla Capitale ai Confini dell'Impero mi è capitato di essere incolpevole compagno di viaggio di un giovane carabiniere in divisa, che parlava con alcuni coetanei in borghese, sbracato e nel vestire e nel dire. Non nascondeva le sue idee politiche di destra estrema e - mancava circa un mese al G 8 - raccontando come "trattare" il manganello perché potesse essere maggiormente offensivo, nel suo "dialogo" già pregustava quel che sarebbe successo.
Non so bene, dopo il macello di Genova, come interpretare questa specie di "episodio premonitore".

Mi chiedo in che regime siamo, e che ruolo debba svolgere nella scuola della Repubblica un insegnante che faccia il suo dovere in siffatto contesto.

Forse controllare le fioriere?


VERSO LO STATO DI POLIZIA?

Quando questa nota verrà pubblicata, saranno passati alcuni mesi dai terribili giorni del G 8. Ritengo tuttavia che sia opportuno recuperare alcune notizie e riprendere alcune riflessioni, anche non solo nostre.

Infatti che un delinquente delinqua è cosa del tutto normale. Appare meno normale che forze dell'ordine violino crudelmente le regole in orge di sangue contro persone impossibilitate a reagire
Anche a prescindere da tutto il resto, come giustificare infatti la notte in caserma dopo le "ispezioni" nelle scuole, in cui testimoni coinvolti nell'arresto, comunque inermi o resi inermi, a volte colpevoli di fare il mestiere del giornalista o del fotografo, raccontano di celerini che, nell'effettuare un macello alla cilena, cantavano un due tre, viva Pinochet, quattro cinque sei, a morte gli ebrei, sette otto nove, il negretto non commuove?

"In uno Stato di diritto una delle grandi funzioni delle leggi è quella di stabilire come deve essere usato il monopolio della forza legittima che lo Stato detiene. In una società dispotica non c'è nessuna regola ......... Nello Stato di diritto il diritto deve regolare l'uso della forza di cui lo Stato dispone, in modo che sia una forza non arbitraria (Norberto Bobbio, in: N. Bobbio, M. Viroli, Dialogo intorno alla repubblica, Laterza, 2001; grassetto nostro)".

In che tipo di Stato siamo? Quanto dobbiamo temere un potere arbitrario?

E quale ruolo una società dispotica o tendente ad essere tale solleciterà nei confronti della deontologia professionale di un insegnante che voglia sviluppare negli studenti spirito critico, tollerante, democratico ed anche, se necessario, pronto all'obiezione di coscienza?

Come potrà esercitare la sua fedeltà alla Repubblica?



interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Doriana Goracci    - 05-07-2009
Grazie grazie grazie...anche per aver conservato e passare testimonianza.
Doriana

 emodinamica    - 11-07-2009
Bene