Se la destra d'antan s'era illusa che sessanta e più anni di repubblica democratica conquistata con una dolorosa guerra di liberazione si potessero cancellare per decreto, l'Italia che lavora e quella a cui il lavoro oggi è negato hanno risposto con serietà e senso di responsabilità, senza violenza, ma con una fermezza che ammonisce: non è consentito giocare d'azzardo e tentare avventure autoritarie. Per Pasqua nessun miglior augurio che questa notizia: il sindacato torna a dar voce al disagio. E' quello che soprattutto emerge dalla cronaca d'una giornata di lotta che riscatta le lunghe incertezze e i colpevoli silenzi. Il Paese c'è, subisce i colpi della crisi economica e politica ma è vivo, reagisce, non si arrende e non dispera. Parla, senza reticenza. Chi ha orecchi saprà intendere e vogliamo sperarlo.
La Redazione
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CGIL: EPIFANI CHIEDE CONFRONTO SU CRISI E RITORNO A UNITA' SINDACALE
Una richiesta al governo per aprire un confronto sulla crisi e un invito a Cisl e Uil per ritrovare l'unita' sindacale. Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, si rivolge direttamente al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e dal palco montato al Circo Massimo dove la manifestazione nazionale del sindacato ha portato 2,7 milioni di lavoratori, gli chiede di aprire formalmente e subito un tavolo di confronto per affrontare il problema della crisi economica.
''Il Presidente del Consiglio prima di partire per Londra - ricorda Epifani tra i fischi che la platea rivolge al premier - ha parlato di impegno sociale. Chiediamo allora formalmente, se le sue sono parole dette con sincerià', di aprire subito un tavolo vero di confronto sulla crisi perché si possa affrontare in modo reale e serio la cosa da fare per dare una prospettiva seria ai bisogni del paese. Non vuole essere questa richiesta una sfida ma un invito per sapere se si vuole un tavolo vero di confronto''.
Per Epifani, però, al tavolo devono sedere anche Cisl e Uil perché - dice - la divisione non può essere quella registrata fino ad oggi perché la crisi riguarda tutti''. Il leader della Cgil si rivolge anche alla Confindustria di Emma Marcegaglia.
''Anche Confindustria - dice - avrebbe l'interesse ad un tavolo vero di confronto perché le imprese e i lavoratori possono pagare due volte la crisi. Le commesse e gli affidamenti dei lavori alle industrie vengono ricondotti a società della stessa nazinalita' e per un paese che esporta come il nostro sapere che non può contare su questo rende il futuro molto più duro''.
Nel corso del suo intervento, Epifani ha toccato diversi temi, tra cui, la crisi dell'auto, gli ammortizzatori sociali, il ricorso alla cassa integrazione, la scuola, le pensioni.
Interrotto più volte dagli applausi della folla che ha gremito Circo Massimo, Epifani ricorda tutte le proteste del sindacato contro la politica del governo. ''A settembre - spiega - abbiamo chiesto al governo di darsi una mossa per una crisi che non può essere affrontata solo con le parole e le promesse. Il 30 ottobre si tenne la più grande e unitaria giornata di sciopero e manifestazione della scuola per chiedere il cambio della politica del governo e quel giorno neanche il pallottoliere del governo poté negare quante persone erano in piazza. Abbiamo poi più volte ripetuto che - sottolinea ancora Epifani - a una crisi eccezionale si risponde con una politica eccezionale. Ma il governo non ha mai risposto.
Il 12 dicembre abbiamo fatto uno sciopero in tutta Italia per chiedere piu' lavoro più salari più diritti e meno carità perché mentre gli altri paesi facevano, da noi non si faceva nulla''.
Riferendosi alla manifestazione di oggi, Epifani la definisce ''una delle più grandi manifestazioni di sempre, che rappresenta quella parte dell'Italia che vuole superare la crisi ma che chiede serieta' e al governo di fare di più.
Ad applaudire il leader della Cgil sono arrivati da tutta Italia con circa 7.000 pullman, 70 treni speciali e mezzi privati, giunti - come sottolineato dagli organizzatori - fino a mattina inoltrata. Il colpo d'occhio, infatti, su Circo Massimo è stato impressionante, con i manifestanti stipati non solo sulla radura che si estende dal grande palco di 12 metri di profondità allestito, ma anche sui bordi dell'antico anfiteatro. I manifestanti hanno raggiunto il luogo degli interventi da cinque diversi cortei che si sono svolti in maniera pacifica e caratterizzati dalla presenza di numerosi striscioni colorati. Tra questi spiccavano slogan contro Berlusconi come ''Il ghigno del male'' riferendosi ad un'epressione sorridente del premier, ''Sta cucinando bene gli italiani'', con Berlusconi con un cappello da cuoco e ''Basta, è ora che l'Italia licenzi Berlusconi''.
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