La scuola contro la guerra
Gsf Puglia - 11-09-2002

Questo appello è stato presentato in occasione dell'incontro del 10 settembre 2002 degli insegnanti delle scuole di Bari partecipanti al progetto di formazione e ricerca-azione sul tema "Educazione alla cittadinanza e alla solidarietà: cultura dei diritti umani".
Diversi insegnanti lo hanno già sottoscritto.
E' fondamentale mobilitarsi in tutte le forme possibili per levare forte la voce dei popoli contro la guerra.


Appello agli insegnanti e operatori della formazione

È cominciato il secondo anno scolastico dell'era di Enduring Freedom,
la guerra mondiale dichiarata da Bush all'indomani dell'11 settembre 2001.
Ieri l'Afghanistan, oggi l'Iraq, domani la Corea...

Le motivazioni addotte dal presidente americano Bush e dall'inglese
Blair per portare morte e distruzione a un popolo già durissimamente provato
dalle continue incursioni aeree angloamericane e da 11 anni di embargo, che
ha provocato la morte per fame e malattie di oltre un milione e mezzo di
persone inermi - tra cui 500.000 bambini - sono considerate infondate e
inconsistenti non solo da qualsiasi persona dotata di buon senso e che abbia
mantenuto un'indipendenza di giudizio, ma da diversi esperti europei e
americani - ex ispettori dell'ONU che hanno controllato gli arsenali
iracheni - e da alcuni generali israeliani, secondo i quali il potenziale
militare dell'Iraq è di gran lunga inferiore rispetto a quello che già nella
"guerra del Golfo" del 1991 fu facilmente sbaragliato dalla coalizione
guidata dagli USA. Ma Bush e la lobby del petrolio della sua amministrazione
(Cheney, Rumsfeld & C.), vogliono - al pari del lupo della favola di Fedro -
la guerra ad ogni costo, in violazione di ogni diritto internazionale.
Preparata da tempo nei minimi dettagli (cfr. la prima pagina di Repubblica
del 8.9.02), la micidiale aggressione contro il popolo iracheno è pronta a
scattare.

In questo contesto, una gravissima responsabilità incombe sul governo italiano
se dovesse trascinare il paese - il più importante paese mediterraneo dell'Unione Europea -
in una guerra in Medio Oriente.

Noi insegnanti, formatori, operatori della scuola della repubblica
italiana abbiamo tra i compiti istituzionali quello di far conoscere e
studiare alle nuove generazioni la costituzione antifascista, che ripudia esplicitamente la guerra

(il troppo dimenticato e calpestato già in
precedenti occasioni - 1999, 2001 - articolo 11).

Non possiamo rimanere indifferenti,
non possiamo tacere o rimanere inerti!


Il nostro contributo a difesa della pace contro le politiche aggressive
dei nuovi barbari del XXI secolo può essere importante nella formazione di
coscienze critiche, che abbiano argomenti per opporsi a questa distruzione
della civiltà.

Proponiamo di inserire nei POF che i collegi docenti stanno elaborando il
grande tema della pace e del diritto ad un'esistenza dignitosa per i popoli
del mondo, con particolare riferimento alla situazione in Medio Oriente
(dall'Iraq alla Palestina).


Particolare attenzione dovrebbe essere dedicata
al modo in cui i mass media presentano le notizie e costruiscono l'immagine
del nemico per offrire pretesti allo scatenamento della guerra.

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 Giovanna Marini Cagliari(Clea)    - 14-09-2002
Firmiamo contro la guerra nel sito:


 Caelli Dario    - 14-09-2002
Sono contro la guerra e vorrei che l'ONU si prendesse la responsabilità di entrare in Iraq e di verificare quello che accade. Se davvero non vi sono armi di distruzione di massa, si deve togliere l'embargo, altrimenti di deve procedere con nuove sanzioni, non con una guerra.
Quanto ai 500.000 bambini morti, ad onor del vero, bisogna aggiungere che da qualche anno l'embargo si è ridotto permettendo la vendita di un buon quantitativo di petrolio. Come sono stati utilizzatoi questi milioni di dollari? Per i poveri, per la ricostruzione, per gli armamenti, per i conti di pochi generali fedelissimi? Non è una domanda da poco. Se peò l'Iraq è convinto che Saddam sia un buon governante, allora nessuno deve meravigliarsi se gli esiti sono un nuovo rischio di guerra.
Speriamo prevalga il senso di responsabilità, da entrambe le parti.

 D'Aquino Raffaele, Istituto Comprensivo di Fossacesia    - 15-09-2002
Esprimo consenso all'articolo pubblicato. In particolare
vorrei sottolineare le seguenti parole: "Bush e la lobby
del petrolio della sua amministrazione (Cheney, Rum-
sfeld & C.), vogliono - AL PARI DEL LUPO DELLA FA-
VOLA DI FEDRO - la guerra ad ogni costo, in violazione
di ogni diritto internazionale".
Si tratta di una guerra pretestuosa per affermare, con
la violenza, la prepotenza e l'arroganza di chi sa di essere più forte, in modo esclusivo e ingiusto, il suo
interesse di parte.

 giorgio dellepiane garabello    - 14-09-2002
se la memoria non m'inganna dalle acciaierie di Terni, qualche anno fa, uscirono strani tubi d'acciaio...
poi vennero bloccati prima di essere recapitati perchè destinati alla costruzione del supercannone iracheno, che presumibilmente(spero di non «costruire immagini del nemico» anch'io in modo gratuito) non avrebbero lanciato caramelle sul globo terracqueo. E oggi dobbiamo attendere che cada sul nostro capo una bombetta atomica per dire che siamo contro tutte le forme di aggressione militare, comprese quelle che elabora Saddam? Oppure dobbiamo pensare che l'informazione è a senso unico, ed è veritiera solo se dimostra le tesi di un gruppo d'opinione politica?

 alfonso lentini    - 15-09-2002
Condivido e sottoscrivo.
Alfonso Lentini, insegnante di italiano e storia presso l'ITIS "G. Segato" di Belluno

 Maria Predelli    - 15-09-2002
Sono completamente d'accordo con il tenore del manifesto e mi congratulo con chi ha avuto la buona idea di lanciarlo, anche se dal mio osservatorio estero (sono in un Dipartimento di Italian Studies a MOntreal, Canada) non credo di poter fare granche'. Con gli auguri del massimo successo.

 Paola Frau    - 16-09-2002
Sono d'accordo e per questo diffonderò il messaggio nella mia scuola.
Paola Frau
Istituto Professionale alberghiero di Monserrato
Cagliari

 Francesco Lo Duca    - 17-09-2002
Ognuno ha le sue idee, e tutte sono degne di rispetto, ma quando si arriva ad imporle ai ragazzi attraverso patetici corsi di formazione o addirittiura nel POF, siamo alla follia assoluta, e non possiamo rimanere indifferenti... non possiamo tacere.
Raccontate la storia, dite cosa è successo nel '38, davanti all'ignominia dell'accordo scritto, ufficiale tra Stalin e Hitler e mentre si firmava l'accordo a Monaco, i pacifisti erano impegnati ad impedire in Francia il riarmo di fronte al nazismo.
I giovani hanno il diritto di sapere che oggi come ieri sono le grandi democrazie anglosassoni a difenderci dagli orrori del nazicomunismo da quello di Hitler e di Stalin come da quello di Milosevich e di Saddam.

 Gabriella Burba    - 21-09-2002
Sono insegnante di diritto e non posso non dichiararmi d'accordo sull'obbligo di rispettare l'art. 11 della Costituzione. Sono anche una pacifista e vorrei estendere l'appello contro ogni altra decisione di intervento militare dell'Italia: in questo momento, in particolare, quello annunciato in Afghanistan come vera e propria azione di guerra (e non intervento umanitario o di mantenimento della pace).
Ritengo che l'educazione alla pace e ai diritti umani sia un compito fondamentale della scuola. Ritengo che sarebbe opportuno manifestare in ogni luogo, piazze comprese, a favore di una cultura di pace.

 Prof. Ing. MANNIELLO LUIGI    - 22-09-2002
Sono contro la guerra, ma anche contro la guerriglia e il terrorismo.
Sono per la pace, ma, come insegna la storia, ogni tanto compare il "MALIGNO" a turbarLa: ieri Hitler al primo posto, davanti a Stalin, per le sue follie razziste, oggi chissà: Bush o Saddam o Bin Laden? chi è il maligno d'oggi?.
Sono per la pace, ma non sono contro chi si difende preventivamente da oggettive minacce.
Sono per la pace, e sono contro chi, con la pretesa di difendersi da dubbie minacce, cerca di attuare secondi fini illeciti, anche non lucranti come folli ideologismi.
Le risoluzioni ONU possono non essere gradite, ma vanno rispettate.
La Scuola deve insegnare ciò che insegna la Storia Umana: cioè che il fanatismo, l'intolleranza, la prepotenza, l'autoritarismo, da valutare nell'ottica della GIUSTIZIA e della LIBERTA', alla fine non pagano.
Prof. Ing. MANNIELLO Luigi