Andranno indietro, ma continueranno a dire che vanno avanti, come avevano previsto.
Il DECRETO-LEGGE 7 ottobre 2008 , n. 154, avente per oggetto
"Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" all'art. 3, che non c'entra assolutamente niente con l'oggetto riguardante altra materia, ed è lì piazzato come un fungo, tratta il dimensionamento delle scuole.
Questo articolo aveva scatenato l'ira e la ribellione delle Regioni, ma anche delle famiglie, dei dirigenti scolastici, dei comuni e di tutti coloro sulla cui pelle vanno a incidere queste decisioni,
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Art. 3.
Definizione dei piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali
1. All'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133,dopo il comma 6 e' inserito il seguente:
«6-bis. I piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali, devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma, già
a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con la procedura di cui all'articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni,
DIFFIDA le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica. Ove le regioni e gli enti locali competenti non adempiano alla predetta diffida,
il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni,
nomina un commissario ad acta. Gli eventuali oneri derivanti da tale nomina sono a carico delle regioni e degli enti locali.».
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perché, non solo le espropria di una materia la cui competenza la Costituzione attribuisce loro, ma si permette anche di sancire per legge una DIFFIDA che poco manca per assomigliare ad una minaccia a mano armata.
Il governo, convinto dalla insurrezione delle Regioni, degli EE.LL. e dalla straordinaria ONDA che percorre ogni giorno il Paese da nord a sud e da sud a nord, cioè, della serie solo con le buone maniere questo governo ascolta, sembra voglia ritirare questo art. 3 col quale, fra l'altro, va a modificare ciò che è contenuto nella Legge 133 emanata appena un mese prima.
Che pasticcioni! Anche una persona inesperta di procedure parlamentari non avrebbe combinato tutto questo casino, come dicono i ragazzi oggi.
Punto di domanda: non si poteva fare meglio?
Risposta: certamente sì, se non si fossa avuta la fretta e arroganza di sembrare a tutti i costi decisionisti sulla pelle dei giovani, delle famiglie, dei docenti, della scuola, nuovi paria dei questa nostra società. Loro, che non metterebbero mai
"le mani nelle tasche degli italiani", come amano dire.
Sono convinto che quando qualche giornalista, qualcuno per forza deve esserci, chiederà conto a Berlusconi e alla Gelmini di questa rovinosa, ancorché giusta, marcia indietro, essi risponderanno all'unisono:
L'abbiamo tolto perché ce l'avevano infilato i COMUNISTI! per farci fare poi la brutta figura di ritirarlo.
Non credete che risponderanno cosi?
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Faccio riferimento all'articolo
"E' ufficiale: il Governo ritira l'articolo 3 sul dimensionamento della rete scolastica " di Tuttoscuola
Giuseppe Comune - 09-11-2008
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Timeo danaos, etiam dona ferentes.... |