L'emendamento celtico
Gianfranco Pignatelli - 16-10-2008
Una scuola per ricchi e una per poveri, una per meridionali ed una per padani, una per gialli ed una per neri, e così via. Di discriminazione in discriminazione. Con un emendamento alla riforma Gelmini, si differenziano le classi come si selezionano i rifiuti. Ogni categoria compressa nella propria aula, tutto in poche scuole, per poco tempo e con sempre meno operatori per il "trattamento". Perché la scuola è inutile e costosa.

Nel Paese governato dai rozzi che hanno e non sanno - si sa - l'istruzione porta spese, l'ignoranza porta voti. A poco serve spiegare loro che chi insegna ama, che la scuola pubblica non separa e non esclude ma unisce ed include. Solo degli egoisti socialmente depravati possono concepire una scuola differenziata per casta, per pelle e per censo. Quella che stanno costruendo è una scuola ripugnante. E' la scuola per una presunta razza scelta, con insegnanti ed alunni padani doc, che abbiano Alberto da Giussano nel cuore, sangue verde nelle vene, Bossi nel cervello e, magari, Maroni lì dove occorre. A me, insegnante meridionale, piace la molteplicità, il confronto quotidiano tra diversi, l'onere di colmare le distanze, di investire nella crescita. Il piacere della sfida, con tutti i suoi rischi, certo. Ma senza la noia di quel piattume costituito da alunni omologati fuori e dentro, con l'acqua del Po nel cervello ed il grembiulino fuori.

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