breve di cronaca
Graduatorie annullate, anno scolastico a rischio
La Stampa - 22-08-2002
LA SENTENZA DEL TAR DEL LAZIO RIGUARDA CIRCA SEIMILA DOCENTI

Graduatorie annullate, anno scolastico a rischio

La Moratti replica: nessun problema, inizio regolare delle lezioni

di Raffaello Masci

ROMA. Siamo veramente certi che la scuola inizierà regolarmente e senza particolari problemi? Il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ha dato ampie rassicurazioni in questo senso due giorni fa parlando al Meeting di Cl a Rimini, e il concetto è stato ribadito anche ieri in un comunicato del ministero stesso.

Sempre ieri, però, è stata diffusa una sentenza del Tar del Lazio - valida per l’intero territorio nazionale e che fa seguito ad un’analoga sentenza del Tar dell’Umbria del 31 luglio - che di fatto impone di rivedere le attuali graduatorie per le supplenze.

Si tratta di una piccola bomba per la macchina burocratica della Pubblica Istruzione, in quanto richiede di rivedere la distribuzione delle 80 mila supplenze già in larga parte assegnate. Il ministero ha assicurato che sarà in grado di fare tutto nel migliore dei modi e dentro i tempi stabiliti (31 agosto), i presidi e i direttori regionali concordano, mentre i sindacati non si pronunciano, ma si limitano a dire che le cose vanno fatte per bene, onde evitare una massa di ricorsi che - quella sì - intaserebbe la scuola e precluderebbe l’auspicato «avvio tranquillo».

La vicenda, per essere compresa, ha bisogno di una breve ricostruzione storica. Chi oggi voglia intraprendere la carriera di insegnante, deve iscriversi - dopo il regolare corso di laurea - a una Siss, cioè a una scuola superiore di specializzazione per insegnanti, che dura due anni e costa anche migliaia di euro. I primi specializzati di questa scuola sono usciti lo scorso anno, si tratta di circa cinque-seimila docenti che sono stati quindi prontamente inseriti nelle graduatorie per le assegnazioni delle supplenze prima e delle cattedre poi.
Ovviamente, mentre loro frequentavano le Siss, non potevano svolgere supplenze come i loro colleghi, e quindi rischiavano di perdere punteggio proprio per essersi dedicati a una specializzazione che sarebbe andata a tutto vantaggio della scuola.

Un decreto ministeriale del 12 febbraio scorso stabiliva quindi che agli specializzandi delle Siss venisse attribuito un punteggio pari a 15 punti per anno di corso (dunque un totale di 30 punti), pari cioè a quello che avrebbero maturato insegnando. Alcuni specializzandi però sono riusciti - nelle more dei loro studi - a fare anche alcune supplenze che sono state regolarmente inserite nel loro punteggio.

Di fatto però - secondo alcuni insegnanti - alcuni mesi venivano in questo modo conteggiati due volte: una prima volta nell’ambito di 15 punti per anno assegnati per legge, e una seconda volta come normale supplenza. Ci furono dunque dei ricorsi al Tar, che si pronunciò il 28 maggio scorso annullando questo duplice conteggio dal decreto ministeriale.
Il 14 giugno il ministero emanò una circolare (la numero 69) nella quale recepiva la sentenza del Tar e specificava che durante la «frequenza» dei corsi delle Siss non si potevano acquisire altri punti, ma se al di fuori di questa frequenza (per esempio nei mesi in cui non c’era lezione) gli specializzandi avessero fatto delle supplenze, queste sarebbero state conteggiate.

La circolare non è piaciuta né ai sindacati né ad alcuni gruppi di docenti che hanno nuovamente impugnato la decisione ministeriale presso il Tar dell’Umbria (prima) e del Lazio (poi).

Il 31 luglio scorso il Tar dell’Umbria ha ribadito che i trenta punti della frequenza delle Siss andavano interpretati come complessivi dei due anni di studio e non potevano avere ulteriori integrazioni. Questa sentenza - ovviamente - valeva solo per l’Umbria. Ieri è stata invece diffusa la sentenza analoga del Lazio, che invece ha valore nazionale.

Che cosa succede ora? Il ministero, d’accordo con le direzioni regionali, ha provveduto a stilare le graduatorie e in base a queste ad assegnare 80 mila supplenze. Cinque-seimila posizioni andranno però riverificate (quelle degli specializzati delle Siss) e questo potrebbe determinare degli sbalzi in graduatoria con relativa necessità di riassegnare alcune sedi.
Sia il ministero che le direzioni regionali ieri hanno rassicurato sul fatto che questa operazione è assai circoscritta e che potrà essere espletata entro un tempo ragionevolmente breve.

La Cgil Scuola non è altrettanto ottimista: «Il rischio vero - dice il segretario Enrico Panini - è l’effetto domino della revisione delle graduatorie. Molte contestazioni potrebbero sorgere, ed è un peccato che questo avvenga solo perché il ministero ha voluto forzare il dettato di alcune sentenze amministrative».


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