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I colori del Tibet
Centro Studi Buddhisti Giang Ciub - Bergamo - 13-04-2008
BERGAMO 19 APRILE - 5 MAGGIO 2008

Nell'anno in cui si celebra il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e a seguito dei tragici fatti accaduti di recente in Tibet, questo evento acquista un valore speciale ed un significato ancor più intenso.
Ci auguriamo che tale iniziativa possa diventare per l'intera società civile e responsabile un'occasione di riflessione e di dibattito per lanciare un forte appello affinché la protezione dei Diritti Umani diventi realtà in tutti quei Paesi in cui tali diritti vengono sistematicamente calpestati.

Un evento organizzato da
Centro di Studi Buddhisti Giang Ciub di Bergamo
Kailash ONLUS di Bergamo

In collaborazione con
Ufficio Pace di Bergamo
Coordinamento Provinciale Bergamasco
Enti Locali per la Pace
Circoscrizione n°3 di Città Alta e Colli
Arci Bergamo
Fondazione Serughetti La Porta
Lab80 e Sezione Aurea
Lo Spirito del Pianeta

Con il patrocinio di
Assessorato alla Cultura del Comune
di Bergamo
Coordinamento Provinciale Bergamasco
Enti Locali per la Pace

Con il contributo di
Assessorato alla Cultura del Comune di Treviglio
Cooperativa Il Sole e la Terra
Credito Bergamasco


19 aprile - 5 maggio 2008
Bergamo - Ex Ateneo di Città Alta
Mostra di 72 Thangka, dipinti che rappresentano l'anima dell'arte buddhista-tibetana

25 aprile - 1 maggio 2008
Bergamo - Foyer del Teatro Donizetti
Costruzione del Mandala, opera d'arte che racconta, attraverso polveri colorate, l'ordine cosmico e l'impermanenza di tutte le cose

29 aprile 2008 - ore 20.45
Bergamo - Fondazione Serughetti La Porta
Conferenza del Lama tibetano Ghesce Lobsang Sherab "Compassione e Diritti Umani"
Interviene Rita Stucchi Pedrini, giornalista, che
racconterà la sua esperienza nel Monastero di Gaden Jangtze (India del Sud)
Proiezioni di foto di vita al Monastero

5 maggio 2008 - ore 20.45
Bergamo - Auditorium di Piazza della Libertà
Serata di beneficenza pro-Tibet. Melodie, musiche sacre e riflessioni sulla "Questione tibetana"

10 maggio 2008
Casnigo (Bg) - Circolo Fratellanza di Via Bergamo
Cena di beneficenza e incontro con i monaci tibetani di Gaden

7-21 maggio 2008
Treviglio (Bg)
Mostra di 72 Tangka, dipindi che rappresentano l'anima dell'arte buddhista-tibetana

29 maggio - 8 giugno 2008
Chiuduno (Bg)
I monaci di Gaden sono ospiti de "Lo Spirito del Pianeta"

Per info: www.jang-chub.it


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 Giocondo Talamonti    - 19-04-2008
Gli interessi commerciali valgono molto più della vita di un popolo oppresso…

La volontà tibetana di affrancarsi dal governo centrale cinese ed acquisire una propria autonomia, rientra nel quadro infinito dei tentativi che molti altri paesi nel mondo reclamano per affermare un principio di libertà.
Situazioni politico-amministrative come quella del Tibet si ripetono, con effetto fotocopia, in ogni continente e in ogni tempo, con l’unica differenza nelle proporzioni geografiche e demografiche del problema, ma il diritto di un popolo ad affermare i principi di libertà ed autonomia non dipende dal numero degli aspiranti. I Paesi Baschi, la Catalogna, la stessa Padania, il Kossovo, il Kurdistan, e via,via centinaia di realtà africane, asiatiche, sudamericane, reclamano un’autonoma gestione delle proprie risorse, una propria identità storica, linguistica, economica o geografica, che cercano di realizzare nelle forme più varie: dalla lotta armata alla pacifica divulgazione internazionale del disagio sofferto.
Nel caso del Tibet, è stata colta l’opportunità delle Olimpiadi per far conoscere al mondo le incomprensioni con la Cina. La comunità mondiale assiste da tempo alle sofferenze del popolo tibetano, ma si è finora posta ad osservare lo svolgimento dei fatti con prudente interesse. Allo stesso modo, oriente e occidente conoscono le violazioni nel Darfur, nello Zimbabwe, nei Balcani, in Iraq e Palestina, ma a parte l’attività delle diplomazie, ci si guarda bene dall’intervenire a sostegno di una delle parti.
Strumentalizzare lo Sport, spegnere la fiaccola olimpica, boicottare i Giochi significa dire addio all’unico veicolo di comprensione fra i popoli, significa bruciarsi ogni chance di ricomposizione della disputa; significa rinunciare alla più istintiva forma di dialogo.
Seppure partorita dalle mente del più spietato dittatore della storia, Adolf Hitler, l’idea di istituire con la fiaccola olimpica un ideale abbraccio fra tutti i popoli della Terra era nobile. E tale deve restare, se non altro per mantenere vivo l’unico gesto di umanità del Führer.
Aggredire il simbolo dei Giochi e far passare l’azione come condanna per i diritti violati non è una scelta né intelligente, né coraggiosa. Il boicottaggio nei confronti di un paese che si ritiene colpevole di crimini contro la libertà e l’umanità si fa sul piano economico, isolandolo dal contesto internazionale.
Se questa misura viene esclusa è perché gli interessi commerciali valgono molto più della vita di un popolo oppresso, ma per coerenza è bene che questo atteggiamento vigliacco non sia camuffato da puerili e sterili dichiarazioni, ma parli alle coscienze di tutti un unico linguaggio di condanna.