Afghanistan, rinforzi italiani per combattere
La Redazione - 02-02-2008
La notizia fa pensare e non solo per il solito mancato rispetto costituzionale, che ormai pare interessare pochi, ma soprattutto per la denuncia finale. Italiani brava gente o Italiani pericolosi, verrebbe da chiedersi? Da quando, nel lontano 2004, il Parlamento ha decretato la fine della coscrizione obbligatoria, chi decide comunque di prestare servizio nell'esercito? Con quali finalità, desideri, scopi, ideali? Una scelta plaudita dal mondo non violento e pacifista potrebbe trasformarsi in una trappola di cui ci sfuggono limiti e confini? Ai lettori, cittadine e cittadini, la riflessione. A noi insegnanti la domanda sulla validità e l'efficacia dell'educazione civica, per quanto spazio riusciamo a dedicarle tra le mille altre impellenze disciplinari.

La Redazione




Roma offre due compagnie per un 'Battle Group'. Simboli nazisti sui nostri blindati

La crisi di governo non compromette il rifinanziamento della missione in Afghanistan. Anzi. Varato il decreto, senza il voto dei 4 ministri di sinistra. Ma la discussione parlamentare resta in sospeso.

Per soddisfare le pressanti richieste della Nato, il Comando operativo interforze (Coi) dello Stato maggiore della Difesa ha deciso che l'Italia invierà in Afghanistan nuove truppe da combattimento per rafforzare il dispositivo di difesa nelle sguarnite province occidentali, dove ad oggi sono schierati con funzioni 'combat' solo 450 soldati Nato: circa 250 fanti della Forza di reazione rapida (una compagnia e mezzo italiana e una compagnia spagnola) e circa 200 uomini delle forze speciali italiane (la Task Force 45 impegnata nell'operazione Sarissa).

Un 'Battle Group' italiano. L'offerta - che verrà presentata al meeting informale dei ministri della Difesa dell'Alleanza che si terrà a Vilnius, in Lituania, il 7 e 8 febbraio, ma che sarà annunciata solo al vertice Nato di Bucarest, in Romania, il 2-4 aprile - prevede l'invio di almeno altre due compagnie di fanteria (2-300 uomini) che consentiranno la trasformazione della 'Quick Reaction Force' in un 'Battle Group' forte di circa cinquecento soldati impiegabili in combattimento. La Spagna pare non invierà alcun rinforzo.
Dopo l'invio lo scorso dicembre di altri 250 alpini a Kabul, l'arrivo dei nuovi fanti - previsto per la primavera - porterebbe il contingente italiano in Afghanistan a quasi 3mila uomini, ben oltre il tetto massimo di 2.160 uomini autorizzato dal Parlamento. Limite sforato già oggi, con la presenza di circa 2.600 uomini.

Gaiani: "La notizia è certa". La notizia del piano di invio di rinforzi in Afghanistan, trapelata nei giorni scorsi, è stata subito smentita dallo Stato maggiore della Difesa, con un comunicato che parla di "normali avvicendamenti di reparti" escludendo "variazioni quantitative della consistenza del contingente nazionale".
Quantitative no, ma qualitative sì.
"Non è da escludere - spiega a PeaceReporter l'esperto militare Gianandrea Gaiani - che l'invio delle truppe da combattimento venga compensato dal rientro di altri reparti, magari del genio militare che hanno portato a termine i loro lavori, senza quindi aumentare il totale del contingente, come si legge nel comunicato dello Stato maggiore".
"L'invio in primavera di nuove compagnie di fanteria per la creazione di un Battle Group da impiegare in combattimento è notizia assolutamente certa - conferma Gaiani - ma la Difesa non vuole divulgarla fino a quando non verrà ufficializzata in sede Nato, a Bucarest".

Nazisti brava gente. In questi giorni sta suscitando scalpore anche la pubblicazione di fotografie che mostrano un blindato italiano in Afghanistan, semidistrutto dallo scoppio di una mina. Sulle portiere del mezzo è dipinto l'inconfondibile stemma nazista degli Afrika Korps, la divisione tedesca comandata dal generale Rommel che combatté in Nordafrica durante la Seconda guerra mondiale. Rispetto allo stemma originale manca solo la svastica, ma non ci sono dubbi sul fatto che la palma sia quella.
Le foto, ripubblicate da L'Espresso, erano apparse su un forum del sito Internet di informazione militare, Pagine di Difesa, che pare le abbia pescate da un sito spagnolo.
Nonostante i cliché sugli "italiani brava gente", non è la prima volta che le nostre truppe in missione all'estero sfoggiano stemmi e simbologie nazi-fasciste: il dovuto rispetto per le vittime dell'attentato di Nassiriya mise in ombra la notizia che nelle camerate della base Libeccio c'erano bandiere della Repubblica fascista di Salò.

Enrico Piovesana
P E A C E R E P O R T E R


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 Peacereporter    - 23-02-2008
La Camera rifinanzia la guerra in Afghanistan
Sinistra Arcobaleno già divisa: Prc e Comunisti Italiani votano ‘no’; Verdi e Sd si astengono



Il rifinanziamento 2008 della missione militare italiana in Afghanistan è stato approvato giovedì pomeriggio dalla Camera dei Deputati e ora passerà al vaglio del Senato.

Hanno votato ‘sì’ alla conversione in legge del decreto governativo 340 deputati di Partito Democratico, Radicali, Socialisti, Italia dei Valori, Udeur, Udc, Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord e Destra.

Sinistra divisa sul ‘no’. Solo 50 i voti contrari: quelli dei parlamentari di Rifondazione e Comunisti Italiani. I deputati di Sinistra Democratica e Verdi sono invece usciti dall'aula al momento della votazione, creando una prima divisione all'interno della neonata Sinistra Arcobaleno che invece, nelle commissioni Difesa ed Esteri della Camera, aveva votato compattamente ‘no’.

Angelo Bonelli, Verdi, invitando a non drammatizzare le modalità diverse di voto, spiega che “comunque il giudizio di tutti noi della Sinistra Arcobaleno è contro la missione in Afghanistan”. Arturo Scotto, Sinistra Democratica, durante le dichiarazioni di voto aveva detto: “Noi della Sinistra Democratica non possiamo votare questo decreto sulle missioni all'estero. Ciascun deputato e ciascuna deputata valuterà come esprimersi al momento del voto”.

Il leader del Pdci, Oliviero Diliberto, si limita a parlare per il proprio partito: “Abbiamo votato risolutamente e coerentemente contro dopo aver votato per due anni a favore per lealtà verso Prodi”.

Maquillage elettorale. Per distinguersi dalle destre, il Partito Democratico ha presentato un ordine del giorno che impegna il governo (Prodi?) a cercare “un mandato internazionale che unifichi le due missioni attualmente in Afghanistan (Isaf a guida Nato ed Enduring freedom a guida Usa) e abbia come obiettivo primario la protezione dei civili, con un maggior controllo internazionale sulla pianificazione delle azioni militari”. L’odg approvato dall’esecutivo uscente prevede anche il rilancio dell’impegno dell’Italia per arrivare a “una conferenza di pace regionale” e il sostegno a “una strategia politica in Afghanistan volta al coinvolgimento in un processo di riconciliazione nazionale di tutti coloro che si mostrano disponibili ad accettare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani”.
Soddisfatto il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ideatore della proposta di unificare Isaf ed Enduring Freedom (che è esattamente quello che vuole il Pentagono): “Sono lieto che la Camera abbia approvato il decreto che finanzia i nostri militari impegnati in missione di pace nel mondo”.
I nostri incursori e le nostre truppe impegnate a ‘pacificare’ i talebani ringraziano sentitamente.

Enrico Piovesana