Ma quale anno nuovo...
Vittorio Delmoro - 02-01-2008
E noi pensiamo di vincere contro questo vasto ed enorme sentire, volere e potere?
Con una manifestazioncina di rito?


Così scrivevo due mesi fa, all'interno di un confronto fra alcuni di noi.
E infatti non abbiamo vinto : facile profeta.
Non occorrevano poteri particolari per prevedere come si sarebbe conclusa la Finanziaria : ancora tagli agli organici e niente soldi per rinnovare il Contratto.

La FLC ora scrive che il giudizio dei lavoratori della conoscenza è profondamente negativo.
E vorrei vedere!
Abbiamo perso su tutto il fronte : non una delle nostre rivendicazioni è stata accolta.

Ai camionisti (padroncini privati) è bastato sollevare la voce e bloccare il traffico per un paio di giorni perché i soldi si trovassero.
Ancora una volta, è sempre questione di rapporti di forza : loro sono forti, perché uniti e perché dispongono di uno strumento (il blocco del traffico) ad effetto immediato; noi siamo debolissimi, perché divisi, poco determinati e senza uno strumento efficace di pressione : possiamo scioperare anche due settimane senza provocare che piccoli fastidi (come successo in Francia). L'unico strumento di una qualche efficacia (il blocco di scrutini ed esami) ce l'hanno tolto non appena si sono resi conto che poteva funzionare.
Chissà perché per noi sarebbe interruzione di pubblico servizio, mentre per i camionisti no. Se il governo avesse voluto, avrebbe sgomberato quei blocchi nel giro di poche ore ed arrestato un bel numero di facinorosi.
Non l'ha fatto perché un comportamento del genere va oggettivamente contro la sinistra, abituata da sempre ad utilizzare i blocchi stradali per molte forme di lotta. Poteva dunque la sinistra avallare un simile comportamento repressivo da parte dello stato, quando se ne lamenta per ogni accenno nei confronti delle proteste da essa stessa messe in campo?
No che non poteva! E così i camionisti hanno vinto e noi abbiamo perso.
Non abbiamo perso il governo, quello ancora no, anzi si può dire che abbiamo perso la Finanziaria, ma abbiamo vinto il governo.

Che governo?

Un governo alla Zapatero (per intenderci) non si sarebbe fatto scrupoli a sgomberare le strade dai camionisti in nome del superiore bene comune, così come sgombera lo stato dalle leggi clericali, sopportando con nonchalance milioni di cattolici in piazza sponsorizzati dal Papa : ogni governo cerca di fare gli interessi della classe che sta rappresentando, beninteso nel quadro di un interesse complessivo.

Tranne il nostro.

È vero che ha messo in Finanziaria provvedimenti a favore dei più deboli, ma l'aveva fatto anche Berlusconi.

È vero che ha rimesso in sesto i cosiddetti conti pubblici, ma l'aveva fatto anche Berlusconi, a suo modo.

È vero che promette ora di pensare ai salari, ma l'aveva promesso anche Berlusconi, per quanto possano valere le sue promesse.

Intanto noi ci ritroviamo in Finanziaria sia i tagli, sia il mancato impegno per il rinnovo contrattuale, esattamente come con Berlusconi.

Perché il governo che abbiamo eletto non sta dalla nostra parte?

Spaventa scriveva ieri sulla Repubblica che l'aumento della tassazione alla rendita finanziaria stava scritto nel programma dell'Unione, che però ora non lo vuole più (tranne la sinistra); era anche nei programmi del precedente governo, se avesse vinto le elezioni, ora che le ha perse non lo vuole più.

Gioco delle parti, teatrino della politica?

Più o meno i riti quotidianamente officiati davanti ai media, tali e quali quelli di appartenenza sindacale.

Avevo definito un rito lo sciopero con manifestazione nazionale di cui abbiamo discusso e di quello si è trattato, ora che i conti sono fatti!

Risultati zero!

Altro che inizio di un percorso di lotte che poteva pure culminare in uno sciopero generale!

Quale sciopero generale, cari dirigenti sindacali?

Più o meno quello di cui si parla già!

Una pura minaccia per farsi invitare ad un tavolo sul quale concertare briciole insignificanti da dare in pasto all'opinione pubblica, giusto per mantenere un ruolo, in questo e nel successivo governo.

Un governo che potrà dirsi amico quanto vuole, ma che non starà mai significativamente dalla nostra parte, dalla parte del lavoro dipendente (e non troppo dunque da quello degli imprenditori), dalla parte dei laici (e dunque non troppo clericale), dalla parte dei più deboli (e dunque non troppo interclassista).

Né questo governo (dell'Unione!), né quello che seguirà, che sia una riedizione dell'attuale, che sia veltroniano, che sia istituzionale o che sia addirittura un neoberlusconi.

Mettiamoci dunque l'animo in pace : questo 2008 sarà come il 2007 e così pure il successivo, il successivo, il successivo, il succ... La strada è ancora lunga e la talpa ne ha di terra da scavare, compresa quella delle nostre tombe.

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 Renato Gatto    - 08-01-2008
Con coraggio ed un minimo di dignità strappiamo tutte le tessere dei "nostri" sindacati, lasciamoli col sedere per terra, non servono a niente...Brutta razza la loro, identica a quella dei politici... Tutti uguali, a trecentosessanta gradi!
Non ci resta che piangere e sprofondare sempre più nella depressione tipica della nostra categoria.