Il disadattamento scolastico
Anna Maria Formisano - 05-05-2007
Riceviamo e pubblichiamo. Red

Nell'ambito scolastico i bambini, talora, sciorinano disparate incognite psicopedagogiche che, se non celermente fronteggiate, possono possono porre le basi per un discorso adiacente a forme di disadattamento scolastico e/o di mortalità scolastica.
I bambini che esibiscono un mancato inserimento nella scuola, eclissano vissuti emozionali, affettivi e relazionali che producono, col tempo, una condizione di svantaggio.
Per siffatta causa, tali bambini sono designati, talora, quali bambini inferiori, anche dal punto di vista cognitivo.
Lo condizione sociale di svantaggio, cui essi rinvengono, non sempre è legata ad un disturbo fisico e /o psichico, validamente diagnosticato dagli operatori sanitari, essa potrebbe trarre origine, altresì, da occasioni di mancanza economica, affettiva, culturale e sociale.
Solitamente, questa collocazione, poco vantaggiosa, restituisce al soggetto una posizione gregaria e subalterna, anche nei confronti del gruppo classe. Purtroppo, prima delle recenti riorganizzazioni ministeriali in materia di istruzione, vi erano i Programmi dell'85, i quali affidavano un esiguo riguardo al disadattamento scolastico; difatti, tale terminologia non appare in nessuna parte.
Il disadattamento altro non è che l'esito di uno svantaggio latente, o manifesto, di ordine affettivo, cognitivo, e relazionale.
Il soggetto disadattato, per i punti di cui sopra, non riesce a narrare tutto se stesso, poiché prende quota, già da una posizione di detrimento, sia per ipotizzabili scusanti personali, sia per la percezione recalcitrante, che gli altri hanno di lui. La percezione che gli altri individui hanno di un soggetto svantaggiato, viene percepita finanche da quest'ultimo, il quale in base al modo di essere, potrebbe dare origine a rendiconti poco apprezzabile su di se e sugli altri.
L'alunno disadattato prospetta difficoltà di adattamento al gruppo classe, palesa instancabilità e/o indolenza, inefficace apertura verso gli altri, o invece tormentoso egocentrismo, elicitato, talora, attraverso comportamenti dispotici. Il disadattamento si configura così come una forma di incapacità, da parte dell'allievo, intorno all'interiorizzazione delle regole della classe.
Il disadattamento diventa a tal punto disagio, allorché il bambino assume condotte di chiusura, oppure nel momento in cui il bambino esplicita segnali di nevrosi, o piuttosto quando l'allievo elicita il suo malessere, con ansia da prestazione e/o aggressività proattiva.
Il disadattamento scolastico si manifesta, altresì, quale incapacità di porre attenzione ad un compito cognitivo, oppure come incapacità di lavorare in gruppo.
Il soggetto disadattato ha come equanime scopo quello di compensare le sue manchevolezze, le sue debolezze, le sue sofferenze, anche mediante relazioni straordinarie, con alcuni compagni; relazioni in cui, spesso, domina un eccessivo senso di paternalismo, da parte del soggetto disadattato nei confronti dell'altro.
Il bambino disadattato diventa nondimeno, dinanzi agli occhi di tutti, un bambino sedizioso, un bambino che fa una guisa di braccio di ferro con la scuola, un bambino che si fa, sovente, più forte della professionalità dell'insegnante. Non di rado, accade che il bambino disadattato si avvalga di escamotages differenti, per appagare la sua sete di esistenza, per farsi riconoscere come essere umano e come persona, sia dal mondo dei piccoli sia dal mondo dei grandi. Diviene così indispensabile leggere, istante per istante, il modo di fare e di agire del soggetto disadattato, evitando che il bambino in questione si trasformi per il gruppo classe, in un capro espiatorio, o in un modello di personalità con il quale identificarsi. Il disadattamento scolastico trae origine, in larga misura, dalla dinamica di gruppo, dinamica in cui il soggetto disadattato esperimenta sia l'accettazione della propria persona, sia il rifiuto del proprio sé, ricevendone una valutazione pregevole e/o sfavorevole, che contribuisce ad accrescere il senso di sé, di autonomia, di autostima, di identità personale e sociale.

Contributo a cura di
dott.ssa Maria Anna Formisano
Psicopedagogista/Docente
Esperta in Psicologia Giuridica
Perfezionata in Educazione e Disagio giovanile


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 Silvia Casteltrione    - 05-05-2007
E' interessante l'articolo,ma chiedevo a me stessa se il disadattamento e il disagio non siano la stessa cosa.

 Santo Messina    - 06-05-2007
........ i bambini, ....sciorinano disparate incognite psicopedagogiche /........ possono porre le basi per un discorso adiacente a forme di disadattamento /........I bambini che esibiscono un mancato inserimento ............ eclissano vissuti emozionali, ..../ .....Lo condizione sociale di svantaggio, cui essi rinvengono, ........./ .......potrebbe trarre origine, altresì, da occasioni di mancanza economica, ............./ i Programmi dell'85, ....... affidavano un esiguo riguardo ............/ ............ prende quota, già da una posizione di detrimento, .......... L'alunno disadattato prospetta difficoltà ....... palesa ........ tormentoso egocentrismo, elicitato, talora, attraverso comportamenti dispotici. Il disadattamento si configura così come una forma di incapacità, da parte dell'allievo, intorno all'interiorizzazione ............. il bambino esplicita segnali di nevrosi, o piuttosto quando l'allievo elicita il suo malessere, con ansia da prestazione e/o aggressività proattiva...........
...... Il soggetto disadattato ha come equanime scopo quello di ........ domina un eccessivo senso di paternalismo, da parte del soggetto disadattato nei confronti dell'altro.
............un bambino che si fa, sovente, più forte della professionalità dell'insegnante. .......... ricevendone una valutazione pregevole e/o sfavorevole, ........
Devo dire che il senso del discorso si comprende e che su di esso si può anche facilmente concordare, ma .... rimango convinto sull'opportunità di un "adiacente" discorso relativo alla lingua italiana e sulla urgenza, per la scuola italiana, per la pedagogia e per una rivista telematica, incominciare a dire pane al pane, vino al vino e asino agli asini. Questi sono ormai un esercito vittorioso che si fregia di una quantità di titoli.

 Emiliana    - 07-05-2007
Troppo temrini pedagogici e psicologici che spesso non vengono compresi dai non addetti ai lavori.
Per favore usate un linguaggio semplice

 Sbrina Del Gaudio -Frosinone    - 23-07-2007
è proprio vero, come dice la dott.ssa Formisano che diviene,così indispensabile,leggere,istante per istante ,il modo di fare e di agire del soggetto disadattato,evitando che il bambino in questione si trasformi per il gruppo classe,in un capro espiatorio , o in un modello di personalità con il quale identificarsi.
E' accaduto a mio nipote nella scuola media ,il quale per la sua eccessiva esuberanza era diventatao il capro espiatorio.