Da Vicenza
Repubblica - 02-03-2007
Il primo atto sarà la bonifica delle bombe inesplose. I comitati: siamo pronti a opporci
I "resistenti" rifiutano le candidature in Provincia offerte dai partiti Vicenza, via ai lavori della nuova base
Si mobilita il movimento 'no dal Molin'


Protesta del movimento 'no dal Molin' davanti all'area contestata

VICENZA - L'operazione "Ederle 2" sta per partire. Mentre ancora non c'è ufficialmente un accordo scritto sul raddoppio della base Usa di Vicenza, fra qualche giorno inizierà nell'area dell'aeroporto Dal Molin la bonifica del territorio alla ricerca di ordigni inesplosi sganciati dalle forze alleate nel '44. Un'azione propedeutica a qualsiasi utilizzo dell'area, ma che punta a creare le condizioni per passare quanto prima alla vera e propria fase operativa.

Già lo scorso anno il terreno era stato sondato per testarne la compattezza. Il 22 febbraio è stata bloccata da un commando delle rete Lilliput la posa di fibre ottiche, provocando il successivo stop da parte delle autorità, in quanto l'impresa non aveva i permessi necessari. Adesso la bonifica dell'area. Tutti segnali che il progetto non si è arenato nelle secche della politica. Almeno così ritengono gli americani, pronti a chiudere le gare d'appalto e a far arrivare le ruspe appena il governo italiano darà l'ok.

Sul fronte della protesta, però, non ci sono segni di cedimento. "Abbiamo sentinelle armate di binocoli - dicono al presidio - Nulla di quel che accade al Dal Molin ci può sfuggire". Con le elezioni provinciali alle porte, i partiti della sinistra stanno cercando di mettere in lista i leader dei comitati, molto popolari in città. Con risultati pessimi. All'assemblea di martedì scorso, il "volto" più noto del movimento, Cinzia Bottene (due volte in tv, un faccia-a-faccia vincente con il ministro Parisi) ha avvertito che a nessun partito o lista sarà concesso di valersi del logo "no dal molin", invitando gli altri leader a rifiutare qualsiasi candidatura, "per non disperdere il credito e la stima che abbiamo acquistato con la popolazione". Il Prc vicentino, intanto, ha precisato ieri che farà alleanze solo con partiti che esprimano un no risoluto al raddoppio della base.

Dopo un inizio spontaneo, il movimento si sta organizzando con un certo rigore. Ieri sera, davanti alla Ederle, c'è stata l'ennesima "pegnattada" con centinaia di persone armate di fischietti, pentole e coperchi. Iniziativa innocua, ma molesta per gli americani, che sono costretti a consegnare in caserma i militari per evitare problemi. La prossima settimana si apposteranno nella zona residenziale e accanto ai siti dove sorgono i bunker dove un tempo erano custodite testate nucleari, ora in fase di ristrutturazione e ampliamento per essere riutilizzati, non si sa ancora per quale uso. Ma non basta.

È stato formato un comitato legale, che sarà consultato prima di ogni iniziativa. Si sta premendo sui sindacati perché indicano a Vicenza uno sciopero di solidarietà e si stringono i contatti con i "fratelli" della "no tav". L'8 marzo ci sarà la mobilitazione delle donne anti-base. E, soprattutto, si stanno studiando forme di boicottaggio delle imprese in gara per gli appalti al Dal Molin.

Già con qualche risultato. "Da alcune cooperative rosse ci sono arrivati segnali che potrebbero rinunciare per ragioni etiche", dice Cinzia Bottene. Stanno per decollare anche una massiccia campagna contro la Banca popolare di Vicenza, per il ritiro dei conti correnti e il passaggio dei mutui (possibilmente senza penale) ad altro istituto, e azioni nei supermercati contro i vini del marchio Zonin.

Ancora in discussione tra l'ala moderata e quella radicale l'estensione del boicottaggio alle multinazionali americane e alle imprese vicentine - in prima fila gli orafi - che esportano gran parte dei loro prodotti negli Usa. Con uno scopo preciso: fare del raddoppio della base una "grana" che non conviene a nessuno.

ENRICO BONERANDI

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