Rivoluzione copernicana: prime riflessioni
Francesco Mele - 27-01-2007
Butto lì alcune riflessioni parziali e non ancora organiche sulla cosiddetta rivoluzione Fioroni-Bastico.

Sarò molto schematico:

1) Ogni anno le scuole chiedono alle famiglie un obolo per sopravvivere. La somma varia da scuola a scuola e da ordine a ordine. È anche variabile l'onestà con cui le istituzioni scolastiche chiedono tale obolo, si va dai pochi che lo chiamano "contributo volontario" alle scuole che lo spacciano per "Tasse scolastiche" (fatevi un giro su internet per farvi un'idea). Per mia figlia, che frequenta un liceo sociale, ieri ho versato 90€ di "Contributo di istituto". Trattandosi in effetti di un contributo volontario, posso dire che ho deciso di donare 90€ alla scuola di mia figlia. O no?
E fin qui nulla di male, probabilmente io e tutti i genitori del regno potremo scaricare dalle tasse questa donazione (a meno che non si inventino qualcosa all'ultimo minuto). Ma la cosa buffa è che secondo le rassicurazioni della Bastico, possiamo stare tranquilli perché tanto chi donerà soldi ad una scuola non potrà entrare a far parte dei suoi organi collegiali. Bel colpo! Vuol dire che tutti i genitori che versano i contributi sono fuori dagli OOCC o che gli eletti verranno esentati dal versamento?

2) Questa esclusione voleva rassicurare i malfidati riguardo all'ingerenza dei donatori nella gestione della scuola beneficiata. Ma allora perché nella delega che viene concessa al ministro si dice che verranno riformati gli organi collegiali prevedendo un comitato esecutivo con la presenza, tra gli altri, delle imprese del territorio? Si tratta di una svista o di un caso di lingua biforcuta?

3) Se, come dice qualche organo di informazione, si tratta di una rivoluzione copernicana con cui il ministro - pur nel suo dichiarato rifiuto di essere ricordato come riformatore - vuole, di fatto, passare alla storia, come può pensare di operare un tale stravolgimento senza la benché minima consultazione del popolo della scuola? Dove sono finite tutte le buone intenzioni in tal senso di cui, Fioroni e Bastico, avevano lastricato i loro primi passi?

4) Il Progetto Ascolto? Ah, forse ci diranno che quello è stato il loro percorso di consultazione del mondo della scuola. In numeri sarà, forse, meglio degli Stati Generali della Moratti, in qualità decisamente più becero, sia nel metodo sia nel merito. Non ho ancora visto i questionari ma da come me li hanno descritti si tratta né più né meno delle domande che mi ritrovo nella mia relazione finale (anche noi crocettiamo). Direi quindi che si tratta di un'indagine conoscitiva e non di ascolto. Forse sarebbe opportuno riempire di significati le parole, perché ormai ci siamo accorti dell'estrema facilità con cui vengono utilizzati certi termini, "politically correct", salvo poi scoprire che venivano intesi in un'accezione tutta diversa e che il loro uso serviva solo a ingannare il sistema di puntamento dei troppo critici e carpire la fiducia dei troppo buoni. Si rinnova l'urgenza di un glossario di movimento in cui i puntini riescano a trovare tutti le proprie i. La parola "ascolto" si è guadagnata un posto d'onore in questa rassegna.

A questo punto direi proprio che si tratta di una questione di fiducia, nel senso letterale e politico del termine. Io personalmente, non mi fido né di Fioroni né della Bastico, non penso cioè che le loro azioni siano indirizzate verso il bene della Scuola della Repubblica, la Scuola della Costituzione, la Scuola Statale. Partendo da punti di vista diversi (forse) si muovono entrambi verso quello che, come movimento, abbiamo da sempre considerato come il baratro della privatizzazione e della mercificazione della conoscenza.

Devo confessare che dire questo della Bastico mi costa molta fatica e - concedetemi - dolore, visto che sono stato un suo convinto sostenitore ai tempi della sua elezione alle ultime regionali.

Ma ormai non ci sono più argomenti e appigli per rimanere aggrappati ad uno specchio che si è fatto molto scivoloso, e le azioni sono lì sotto gli occhi di tutti, o meglio, di chi le può e vuole vedere, che purtroppo non sono tutti.

Chi invece ha occhi per vedere penso che abbia oggi l'obbligo morale di fare da megafono per una controinformazione che diventa ormai irrinunciabile, perché Fioroni e Bastico rappresentano un reale pericolo per la Scuola Italiana.

Diamoci da fare!

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 da Retescuole    - 27-01-2007
A proposito del Progetto ascolto, segnaliamo (Red)

Il 3° circolo di Bologna rifiuta il "Progetto ascolto" di Fioroni


di Stefania Ghedini


Al Ministro della Pubblica Istruzione
p.c. al Direttore generale regionale
al Dirigente del C.S.A
alle OO.SS di categoria
agli organi di stampa

Oggetto: Il Collegio dei docenti del 3° Circolo didattico sul “Progetto ascolto”


Egregio Ministro,
il nostro Circolo è stato sorteggiato fra le 8 istituzioni scolastiche della provincia di Bologna per compilare i questionari del “Progetto ascolto”.
Il merito e la modalità di questa operazione ci lasciano estremamente perplessi.
Nessuno ne sapeva niente, il tutto è stato messo in piedi in pochi giorni, in gran segreto, sulla base di procedure di tale difficile applicazione che il loro aggiramento è scontato, anche in presenza di assoluta buona volontà. Basti pensare al campione dei genitori: come formare un campione scientificamente valido senza fare decine e decine di telefonate? Quale segreteria è in grado, specialmente in periodo di iscrizioni, di fare questo?
Ma se il campione non è scientificamente valido, che senso ha spendere i pochi soldi pubblici in questa operazione? E come potranno i risultati di tale consultazione essere spacciati come “la voce della scuola”?
In questi anni le scuole attraverso i loro OO.CC (e noi siamo fra quelle che l'hanno sempre fatto) hanno inondato il Ministero di migliaia di mozioni e documenti sulle priorità della scuola italiana:
risorse certe ed adeguate e non tagli continui
eliminazione del precariato docente e non docente per garantire continuità didattica, progettuale e gestionale, nonché più serenità individuale
e sempre promesse, ma mai assegnate, dotazioni organiche aggiuntive per fronteggiare
le emergenze e per migliorare l'offerta formativa
modelli organizzativi certi e non opzionali, subordinati cioè alle scelte delle singole famiglie
il mantenimento del vero Tempo pieno e del vero Tempo prolungato
Programmi moderni, chiari, efficaci e condivisi
Documenti di valutazione nazionali
L'unicità, la pari dignità e la qualificazione continua dei docenti
La modifica immediata del reclutamento degli insegnanti supplenti che così com'è sta trasformando le nostre scuole in aree di parcheggio di classi “scoperte”
il rilancio e l'estensione degli OO.CC elettivi
un sistema di valutazione nazionale scientificamente valido, le cui finalità siano chiare ed i risultati oggetto di riflessione allargata.
Questa è la voce del nostro Collegio dei docenti; siamo un organo collegiale e come tale ci piace essere consultato.
Il resto, sondaggi o questionari, sono opinioni personali di singoli individui, tutte legittime, ma tali rimangono.
Per questo non riconosciamo alcuna validità al suo “Progetto ascolto”.
Non siamo fra quelli che dicono sempre no pregiudizialmente; siamo pronti a farci convincere che abbiamo torto.
Allora, però, faccia uscire questo progetto dalla clandestinità, lo presenti, lo sostenga, lo spieghi, lo promuova, come si usa dire.
Restiamo in fiduciosa attesa. E grazie per l'ascolto.

Bologna, 25 gennaio 2007

Il Collegio dei docenti del 3° Circolo Didattico
Approvato con 61 voti favorevoli, 6 contrari e 7 astenuti


 Francesco M.    - 28-01-2007
Vi giro da "La tecnica della scuola".
Fioroni non si smentisce.


Nuovo regime fiscale: il costo lo pagheranno le scuole stesse

di R.P.

Effetti paradossali del provvedimento che garantisce sgravi fiscali a chi farà donazioni alle scuole: il costo sarà pagato con la riduzione degli stanziamenti per le scuole statali; non verranno toccati invece i fondi per le scuole paritarie.

Il nuovo regime fiscale per le donazioni liberali in favore delle Istituzioni scolastiche è ormai legge: il testo del decreto è noto e se ne aspetta solamente la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Le norme sono contenute nei commi 3/8 dell’articolo 14 del decreto-legge e la loro lettura può essere utile per capire qualcosa di più sul meccanismo che il Ministro Fioroni intende utilizzare per aumentare le risorse finanziarie a favore delle scuole.
Intanto va precisato che il meccanismo ha un costo per l’erario che, a causa delle detrazioni alle quali avranno diritto i soggetti eroganti, vedrà diminuire le proprie entrate.
Il 4° comma quantifica tale costo in 54milioni di euro per l’esercizio finanziario 2008: l’importo deriva dalla minore entrata sui versamenti dei contribuenti nel mese di luglio 2008 (imposta sul reddito dovuta per l’anno 2007) e novembre 2008 (acconto per i redditi presunti del 2008).
Probabilmente (ma se ne saprà qualcosa di più non appena sarà disponibile la relazione tecnica) si ipotizza un minore entrata di una trentina di milioni a luglio e di altri 24 a novembre (l’acconto per l’anno successivo non è dovuto da tutti i contribuenti).
Considerato che la deduzione corrisponde al 19% dell’importo della donazione si ipotizza quindi che le donazioni, nel corso del 2007, possano raggiunge l’importo complessivo di circa 150milioni di euro.
Ma come farà lo Stato a recuperare i 54milioni di euro che i soggetti eroganti non verseranno all’erario quando pagheranno le imposte sul reddito ?
Ce lo spiega sempre il 4° comma dell’art. 14.
Negli anni 2008 e 2009 verranno ridotti di 54 e di 31milioni i trasferimenti dei fondi dal Ministero della Pubblica Istruzione alle Istituzioni Scolastiche tramite le contabilità speciali.
In altre parole nel 2008 a tutte le scuole arriveranno 54milioni di euro in meno mentre le scuole più intraprendenti potranno contare su fondi privati aggiuntivi pari a circa 150milioni di euro.
Per correggere questa anomalia il Ministro ha già annunciato che verrà creato un fondo perequativo per fare in modo di assegnare fondi anche alle scuole che non riusciranno ad ottenere donazioni da privati; ma, a dire il vero, nel decreto-legge non c’è traccia di questa ipotesi; forse farà parte del disegno di legge che è stato preannunciato ma che, a conti fatti, non potrà andare in porto prima della fine dell’anno.
C’è invece un’altra norma: a partire dal 2010 le minori entrate dell’erario saranno "finanziate" mediante opportuna riduzione degli stanziamenti previsti dal comma 634 della legge finanziaria (estensione dell’obbligo scolastico, gratuità dei libri di testo, generalizzazione della scuola dell’infanzia, nuove tecnologie, ecc..).
Nessuna riduzione è prevista per gli stanziamenti che il comma 635 prevede per la scuola paritaria che in tal modo potrà aumentare la sua capacità concorrenziale nei confronti della scuola statale: una parte della retta pagata dalle famiglie potrà essere infatti trasformata in donazione; su questa "fetta" le famiglie otterranno un beneficio fiscale che lo Stato pagherà riducendo gli stanziamenti alle scuole statali.
Ci auguriamo che qualcosa, nel nostro ragionamento, sia sbagliato, perché se così fosse davvero, ci sarebbe da dire che i conti non tornano

 ancora da Tuttoscuola    - 07-02-2007
1 miliardo di 'tasse occulte' delle famiglie per le scuole.

La tassa ufficiale di frequenza degli istituti superiori vale 15,13 euro; quella di iscrizione (per i soli studenti del primo anno) è di 6,04 euro. Nessun altra tassa è ufficialmente prevista per gli studenti che frequentano scuole statali.

Dalla tassa di frequenza e di iscrizione, anche quest'anno, sono completamente esenti gli studenti dei primi tre anni delle superiori e, se hanno particolari condizioni di reddito o sono particolarmente meritevoli, anche quelli del quarto e quinto anno. Per le famiglie si tratta di un modesto risparmio, vanificato, però, da quello che ormai è diventato in tutte le scuole, non solo superiori, un contributo ordinario non obbligatorio, ma che quasi tutti i genitori, un po' "spintaneamente", versano alle casse sempre più vuote delle scuole.

L'unica vera ragione del contributo è l'assicurazione (che però, essendo a titolo collettivo, ha dei costi ridottissimi). Il resto è un quid generico a fondo perduto, del quale raramente la scuola dà conto, perché considerato alla stregua di un generico finanziamento onnicomprensivo.
Se la Finanziaria o il ministero chiudono i cordoni della borsa, la maggior parte delle scuole che fanno? Chiedono un contributo ai genitori e salvano il bilancio.

C'è chi ha stimato in un miliardo di euro all'anno (130-140 euro per alunno) l'ammontare dei contributi dei genitori che hanno figli alle scuole statali. Non vi sono dati in merito, ma la cifra potrebbe non essere lontana dal vero.

Negli istituti superiori il contributo, oltre alle tasse di iscrizione o frequenza, che in questi giorni di iscrizione si chiede alle famiglie, è generalmente non inferiore a 100 euro, e, comunque, non mette del tutto al riparo da altre richieste particolari che possono essere presentate in corso d'anno.

Visto il regime di fondazione in cui vengono ora a trovarsi le scuole, i contributi assumono piuttosto la natura di donazione e, come tale, dovrebbero essere assoggettati alla detassazione o deduzione.