Ipertesti
e
cultura
Ipertesto : se ne sente parlare sempre più
spesso ma se diverse persone (non molte per la verità) sono in
grado di associare a questa parola la possibilità di
"cliccare" sul video una parolina colorata in blu per ricevere come
ricompensa una pagina ricca di spegazioni relative al termine
cliccato oppure di istruzioni su come farsi recapitare l'ultimo
modello di un qualunque oggetto di consumo , per molte altre appare
irrilevante il suo significato in termini di influenze che potrebbe
avere sulle metodologie di insegnamento e di apprendimento. La
qualità di esse , infatti , sempre più spesso trae
linfa vitale dall'informazione e dalla comunicazione ; la dotazione
(e la qualità) culturale del singolo è sempre meno
statica e piu'dipendente dall'incessante ritmo con cui invecchiano le
fonti informative e l'ipertesto permette di dare una risposta a
queste nuove esigenze.
Se è vero che, per la prima volta dall'inizio
dell'era moderna, si sono accresciute enormemente le nostre
potenzialità nell'acquisizione di questi fattori,in passato a
disponibilità limitata,è altrettanto vero che dovremo
sempre di più porre attenzione nel selezionare le
informazioni, al modo con cui sono organizzate e al come intenderemo
organizzarle per renderle disponibili. E' implicito che in siffatte
azioni possa ancora una volta manifestarsi la (storica) tentazione
dei manipolatori dell'informazione che potrebbe costituire un
pericolo potenziale all'affermazione dell'autentica democrazia
elettronica.
L'ipertesto globale costituito da Internet è
anche un'opportunità offerta, sia all'utente occasionale che
allo studioso, per approfondire le proprie conoscenze su qualunque
argomento. Solo pochi anni addietro,ad esempio, le ricerche
bibliografiche richiedevano spesso il trasferimento fisico dello
studioso presso le istituzioni ove risiedevano le risorse
informative: oggi è possibile recuperarle senza muoversi dalla
propria sedia, con un considerevole risparmio energetico,materiale e
, in definitiva , economico.E' già possibile cimentarsi in
esperimenti virtuali di fisica e di biologia utilizzando laboratori
situati in qualunque angolo della terra,oppure studiare l'anatomia
umana con strumenti sofisticatissimi di realtà virtuale......
Aumenterà il tempo a disposizione per
pensare,elaborare,inventare ? La risposta è affermativa ma ci
si deve chiedere se l'italico substrato culturale sia pronto a
recepire il significato delle implicazioni derivanti dal fare parte
di una comunità allargata quale è quella offerta da
Internet. Se fino a qualche anno fa vivevamo in un relativo
isolamento fisico e culturale, infatti le innovazioni, le mode, le
filosofie ecc., ci giungevano come echi lontani che venivano
assorbiti gradualmente, senza alcuna possibilità di replica da
parte nostra, oggi è possibile interagire con quei messaggi
provenienti dai nostri non più lontani interlocutori per
comunicare loro che anche noi siamo dei soggetti attivi, pensanti e
non più semplice massa , come un pubblico televisivo. Il mondo
è davvero diventato piccolo e si sono accresciute enormemente
le possibilità di confronto culturale,tecnologico,scientifico;
non solo a livello istituzionale ma anche personale.
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E
in
Italia?
La tecnica di stesura dell'ipertesto , in Italia, si
sta diffondendo prevalentemente in ambito pubblicitario e stenta ad
entrare a far parte del bagaglio culturale del laureato medio . A
tale proposito, immaginiamo gli effetti che potrebbe avere l'adozione
di questo mezzo sulle bibliografie nelle tesi di laurea,ad esempio.
Si deve inoltre rilevare che " nulla o quasi " viene fatto per
utilizzare questo nuovo strumento nella didattica. Proviamo ad
immaginare le sue positive ripercussioni sulle analisi/sintesi in
ambito interdisciplinare...... Forse non è che il primo di una
lunga serie di modi con cui sarà possibile coinvolgere tutti i
nostri allievi in una partecipazione produttiva alla crescita
individuale e cooperativa del sapere.
Le strutture ipertestuali, se impiegate
adeguatamente, potrebbero contribuire a migliorare le tecniche di
elaborazione dei contenuti ( potrebbero far riscoprire l'antica,
abbandonata, arte della scrittura ad un maggior numero di persone ?),
la qualità dell'informazione in quanto esse sono fruibili da
chiunque, personalizzabili e quindi suscettibili di evoluzione
(ipertesti aperti). L'organizzazione e i dinamismi del pensiero
subiranno delle radicali trasformazioni ?
E' vero che il numero delle scuole dotate di aule di
informatica è in progressiva crescita, in ossequio alla tanto
decantata sperimentazione (ti insegno ad usare un foglio elettronico,
a fare una ricerca bibliografica, ecc.;), ma è altrettanto
vero che la scuola italiana (la maggior parte dei suoi insegnanti)
è ancora del tutto insensibile alle sollecitazioni provocate
dall' ipertesto globale qual'è Internet. Ci sono , allo stato
attuale, poco meno di un migliaio di scuole italiane che presentano
in rete la propria pagina web ma, al di fuori di un pò di
pubblicità colorata e di qualche fotografia, nulla di
tangibile e di fruibile sembra emergere dall'ipertesto .L'utente che
approccia un sito fornitore di servizi scolastici si attenderebbe
qualcosa di più di un pò di pubblicità (che, tra
l'altro, gli costa); perlomeno dovrebbe essergli data la
possibilità di consultare lo schedario della biblioteca per
poter effettuare delle eventuali ricerche,oppure di prendere visione
del curriculum vitae degli insegnanti , di acquisire dati,
esperienze, ricerche, svolti dagli allievi e/o dagli insegnanti ,al
fine di conoscerle, elaborarle, utilizzarle, diffonderle per attivare
poi in altri soggetti la continuazione e la crescita dei processi
cognitivi e rielaborativi.Prevarrà l'italico individualismo
?
Ben venga dunque la diffusione dell'ipertesto come
strumento integrante (per il momento) le tecniche di studio e di
ricerca tradizionali, facendo attenzione a non confinarne l'impiego
nell'ambito esclusivamente umanistico in quanto si presterebbe molto
bene anche in campo scientifico e tecnico per elaborare le basi di
conoscenza dinamiche , che potrebbero rappresentare la prossima tappa
verso la realizzazione di nuovi modelli di intelligenza artificiale
.
Le esperienze di numerosi insegnanti italiani che
stanno " sperimentando e ricercando " insieme ai propri allievi nuove
metodologie didattiche e di studio , se da un lato ci incoraggiano
perché sono "pionieristiche " e premonitrici di buona
volontà e di impegno , dall'altro ci fanno notare come tutto
ciò rischi di rimanere confinato nel " luogo e nel tempo che
fu " se non se ne consentirà la stratificazione e la
sedimentazione a livello di fatto culturale di massa .
In tale prospettiva , il " Piano nazionale " per
l'introduzione dell'informatica nelle scuole di ogni ordine e grado
appare nettamente insufficiente in quanto non si tratta semplicemente
di dotare ogni scuola di un'aula informatica e di un nodo Internet ma
, soprattutto , di riqualificare culturalmente tutto il personale
insegnante stimolandolo e motivandolo ad una formazione permanente
che lo porti ad evolversi da promotore del sapere a promotore del
saper fare , cioè capace dal punto di vista culturale di
rispondere alle sollecitazioni provocate dalle nuove tecnologie e di
trasmetterle agli allievi, quindi con anticipo rispetto all'ingresso
nel mondo del lavoro di questi ultimi.
Sebbene tutto ciò abbia un costo enorme,
tuttavia è molto giustificato come investimento di lungo
periodo; infatti la nostra società di domani dovrà
"farsi i conti" con chi la cultura tecnologica l'avrà saputa
elaborare per accrescere l'efficacia e l'efficienza individuali e
cooperative.
Già oggi l'ipertesto:
- permette a chiunque di raccogliere informazioni in
un contesto molto ampio;
- consente di coordinarle ,organizzarle,elaborarle ed
offrirle;
- stimola chiunque sia fortemente motivato a produrre
nuove proposte, idee e a presentarle sulla rete attivando così
nuove sinergie,grazie anche alla posta elettronica, ai gruppi di
discussione e contribuendo a migliorare, in definitiva, i rapporti
umani e quindi la crescita culturale ed economica di una moderna
società civile.
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Ipertesto
:
cos'è
?
Molti autori del passato più o meno recente
hanno usato quale strumento di rimando,all'interno di un testo
scritto,la tecnica delle note a piè di pagina e dei
riferimenti ad altre parti del testo (questo è l'ipertesto)
per consentire al lettore di approfondire il significato di una
parola e/o di un concetto e di stimolarlo alla formulazione di nuovi
elementi .
Queste operazioni, però, sono sempre avvenute
nell'ambito libro-lettore, in un circuito quindi chiuso e spesso
funzionante in modo unidirezionale. Perciò il testo
tradizionale , pur conservando i fondamentali requisiti della
comodità di trasporto e della facilità di
impiego,presenta sempre di più il notevole limite di
ostacolare il lettore nella scelta del proprio percorso di lettura ,
nell'interazione con l'autore, nel dare il proprio contributo alla
crescita del testo con gli apporti personali.
Senza voler sminuire la validità del supporto
cartaceo, si può ritenere che l'ipertesto elettronico gli si
affiancherà, riuscendo a colmare le lacune anzidette ; insieme
potranno diventare strumento di crescita individuale e collettiva del
pensiero, di stimolo all'approfondimento delle più svariate
tematiche che possono derivarne; analogamente alle connessioni
neuroniche che si formano nel cervello fin dalla sua origine,
evolvendosi nello sviluppo, per giungere alle complesse interazioni
fra l' "Io" individuale e quello collettivo .
Stiamo perciò assistendo ad un cambiamento
lento, ma progressivo, di intendere i rapporti fra le persone grazie
alla possibilità offerta dai nuovi media di fondere le
esperienze individuali in una magmatica esperienza collettiva alla
quale ognuno potrà apportare il proprio contributo,
consentendo la nascita di nuove "connessioni neuroniche " fra culture
e persone non necessariamente vicine.
I grandi cambiamenti non avvengono mai all'improvviso
; richiedono anni perché si formi un substrato fertile,
rappresentato dalla cultura, sintesi di molteplici domande che si
pongono tutte le persone; occorre un buon seme, indicabile nelle
potenzialità delle risorse umane; tutto ciò non
può crescere se mancano un buon concime e delle amorevoli cure
e cioè le sensibilità politica e sociale all'importanza
della cultura, anche nell'evoluzione tecnologica .
L'ipertesto di Internet è frutto di
un'articolata e complessa macchina organizzativa che potrà
arricchirsi di contenuti solo se si affermerà la
volontà di ognuno di noi di farlo crescere in senso
costruttivo, come un "sistema nervoso" che si evolve sotto l'azione
degli stimoli dell'esperienza......
Nella terra natale di Internet, non è un caso
,oramai da alcuni anni si stanno affermando le tecniche di
costruzione ipertestuale aperta , simbolo di autentica democrazia in
quanto il singolo o il gruppo che elabora questi ipertesti già
li vede come potenzialmente fruibili da altri, i quali possono
ulteriormente migliorarli,in una crescita teoricamente ( e
praticamente ) senza fine.
Mi domando:quali ripercussioni potrà avere un
fenomeno del genere nel nostro Paese? Quanti sono (e chi sono) coloro
che sono disposti a diffondere le proprie esperienze,conoscenze,
competenze con questo nuovo "strumento di confronto" qual'è
l'ipertesto?
Purtroppo , i luoghi dai quali dovrebbero partire
simili iniziative hanno dei budget molto limitati; il massimo che
è loro concesso è avere la pagina web (quindi solo un
semplice aggiustamento del trucco) ma al loro interno rimangono
obsoleti e quindi nell'incapacità di diventare fonte di
arricchimento culturale per gli altri.
Un uso intelligente degli ipertesti e di tutti i
nuovi media dovrebbe avere inizio in tutte, proprio tutte, le nostre
scuole, in ogni disciplina; si rafforzerebbero gli obiettivi
interdisciplinari , sarebbe possibile coordinare e realizzare
elaborati simili a tesi di laurea già dalle scuole superiori,
diventerebbero più attivi e stimolanti sia il confronto
reciproco (anche a grandi distanze) che il dialogo.
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