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(una storia torinese) | |||
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Torino e' una citta' complessa, che ha vissuto spesso con grande anticipo importanti fenomeni culturali e sociali: il primo parlamento d'Italia, la moderna organizzazione militare, l'industrializzazione di inizio secolo, le lotte operaie, la camera del lavoro, la piccola borghesia laboriosa, la grande impresa capitalista, movimenti d'avanguardia intellettuali ed artistici, le deportazioni, la guerra partigiana, il boom economico, l'immigrazione di massa, il '68, i consigli di fabbrica, la ristrutturazione produttiva e la disoccupazione, il terrorismo, la piccola borghesia "liberale" vittimista, il tentativo fallito di Novelli contro il craxismo e la corruzione amministrativa, i proletari che votano a destra perche' temono gli extra-comunitari. Oggi sempre piu' terziarizzata, Torino e' la prima "cablata" delle grandi citta' italiane, ha, credo, la migliore rete civica, che, tra i tanti servizi, permette a chiunque, da casa, un accesso gratis ad Internet per 20' al giorno. E non è che l'antipasto: il progetto Torino 2000 e' gia' in fase di avanzata attuazione. Con il progetto "Internet per le scuole" le scuole superiori statali di Torino e comuni della cintura con proprie pagine web sono quasi il 10% di tutte le scuole italiane in rete, ognuna con possibilità di due accessi contemporanei e almeno due indirizzi e-mail. Meglio di Stoccolma o di Los Angeles.... Come in passato.... Anche in campo telematico Torino ha anticipato i tempi, con un modello originale rispetto ad altre esperienze: i servizi telematici pubblici spingono in avanti un modello di sviluppo, tanto che i 20 minuti gratis e le scuole in rete risultano in relta' assai graditi ai venditori di hardware ed ai providers privati, che possono contare cosi' su una platea di potenziali clienti ben piu' vasta rispetto ad altre citta'. Sicuramente favorito da questa situazione, gia' dal "lontano" '95 , con la preside, un collega e l'assistente tecnica, navigavamo con Mosaic ed il primo Netscape in internet sia a casa che a scuola: per sei mesi l'IBM ha regalato all'ITC "Vittorini" una connessione tramite Intesa (joint-venture IBM-Fiat fornitrice di servizi alle aziende), poi da marzo '96 siamo entrati nella famiglia di "Internet per la scuole" con il Comune di Torino ed il CSI-Piemonte. Essere più "avanti" degli altri e' un vantaggio? Certamente si', ma.... All'inizio del '96, presidi e coordinatori informatici di tutta Italia sono stati chiamati a Prato dalla BDP per due giorni, dove con un costoso meccanismo di turni, tra pistolotti di una potente ispettrice, prolusioni di personaggi BDP, affannate e confusionarie esercitazioni pratiche, e' stata impartita la "linea ufficiosa" del Ministero: e' piu' che sufficiente una sana connessione telnet via Itapac a 1200 bps su Firenze-BDP con un programma-ferrovecchio (R.I.D.P. per dos). Livellando verso il basso le tecnologie informatiche, mi hanno rimbrottato con severita', non si sarebbero create disparita' fra scuole. I colleghi di altre realta' meno "favorite" erano comunque contenti ed interessati nel salire il loro primo gradino telematico, mentre noi che su quel gradino ci eravamo gia' arrivati, con fatica e lavoro, siamo rimasti delusi e un po' frustrati. Poco piu' di un mese dopo, senza nessuna spiegazione, correzione di linea: arrivano per posta i dischetti RIDP-II (ovvero Netscape, Eudora, Ftp) con un file readme.txt di poche righe che consigliava caldamente la connessione su BDP via Itapac, ma che, insomma, altrimenti fate un po' voi... Del "fenomeno" Internet, che in quei mesi stava esplodendo, i colleghi mi chiedevano fra una lezione e l'altra, e cosi' a marzo del '96, ho pensato di organizzare un paio di incontri di tre ore per valutarlo insieme. Dei 96 docenti dell'Istituto se ne sono presentati oltre 40, e in gran parte con grande attenzione e diligenza hanno seguito e preso appunti. A 9 colleghi, scontentandone qualcuno, ho assegnato indirizzo e-mail e password. Poiche' da molti anni abbiamo 3 PC in una piccola aula riservata esclusivamente ai docenti, pochi giorni dopo i due incontri ho subito provveduto a metterne uno in rete. Non prevedevo proprio che tutti i 40 avrebbero passato le ore buche o i pomeriggi a disputarsi il posto, ma nemmeno prevedevo che fossero poi solo tre. E nemmeno che 5 colleghi che avevano preteso un proprio indirizzo e-mail, dopo 4 mesi non avessero spedito ne' ricevuto neppure un messaggio. Che cosa era successo? Dove stava la contraddizione? Da febbraio ad aprile di quest'anno ho ripetuto in modo piu' organico l'esperienza dello scorso anno, come iniziativa dal basso, con il sostegno molto sincero e cortese del Comune e del CSI. Al "Vittorini", in un laboratorio nuovo di zecca, con un sistema di modem-share su rete locale che permette a 12 workstation acesso autonomo su un unica linea commutata, ho organizzato un corso di 20 ore sulle nuove tecnologie dell'informazione rivolto a 76 docenti di 8 diverse scuole superiori ed 1 scuola media inferiore di Torino ovest e cintura. Questa volta con un progetto piu' organico, con l'obiettivo di alternare gli aspetti tecnico-operativi con quelli didattici e culturali. Partecipazione assidua ed estremamente interessata alle potenzialita' della rete e delle strutture ipertestuali, al codice html. Desiderio sincero di lavorare e comprendere, continue richieste di "come fare per..?", "quale hardware e software per..?", ecc. Metaindici e motori di ricerca hanno riscosso un successo imprevisto. Ma tutte le volte che ho cercato di passare dalla "lezione" o dall'esercitazione in rete alla ricerca collettiva di applicazioni nella didattica, di riversare le esperienze sugli studenti, ho subito percepito disorientamento se non rifiuto. Alla ricerca di metodologie ed esperienze didattiche, e soprattutto di "formatori" più esperti ho cercato un collegamento con IRRSAE-Piemonte, Provveditorato ed altri Enti (CESEDI, CIDI, ecc). Risultato: zero. Se il Comune di Torino ed il CSI sono sempre disponibili, ma non spetta loro un ruolo nella didattica, il nostro provveditorato e' il solito elefante burocratico del tutto estraneo ai problemi della formazione, mentre l'IRRSAE Piemonte non puo' essere qualificato inefficente: non fa. Ma non e' forse sempre la stessa contraddizione? Il "Vittorini" e' "avanti": dotato di strumenti, aule, attrezzature up-to-date. Ma la necessita' di saper gestire i processi dell'informazione e della comunicazione è sentita da un "elite" (non minima e priva di prestigio e capacita' di aggregazione) ma che non e' ancora entrata nella cultura e nei bisogni dei colleghi, che tuttavia non bocciano le proposte, perche' le sentono ad un tempo lontane ma reali. Il Comune di Torino ed il CSI sono "avanti": un elite non minoritaria di amministratori consapevoli propone nuovi strumenti, che le "istituzioni" che sovrintendono a scuola e formazione piu' o meno consapevolmente non recepiscono, in parte perche' estranei al loro background culturale, in parte perche' mettono in discussione la loro stessa esistenza, e che quindi non possono respingere ma nemmeno gestire. Ecco che ritorna la storia di Torino: la capacita' che una parte degli abitanti di questa citta' ha di prevedere ed anticipare mutamenti economici, sociali e culturali, e quindi di stare "avanti". Ma trovarsi poi in difficolta' a gestire contraddizioni ed errori di valutazione, esaurire la spinta propulsiva, rinunciare. Fino alla prossima volta. |