Fare scuola con l'Europa
una rivista delle azioni possibili in campo europeo, dei problemi, delle soluzioni, dei rischi e delle soddisfazioni che si incontrano

di Pardo Fornaciari

La proiezione della Unione Europea verso i campi che possono in qualche maniera concernere l'istruzione è multiforme. Il programma dedicato, che è anche il più noto, Socrates, in realtà è suscettibile di essere integrato con numerosi altri programmi ed azioni varie, che consentono di spaziare ed interagire, e sopratutto di superare tra l'altro certi limiti.

I progetti europei nel campo dell'istruzione raccolti sotto la sigla SOCRATES vengono seguiti da un'apposita agenzia nazionale, presente in ciascuno dei 15 paesi della Unione; ad esse si affiancano varie agenzie a carattere più o meno privatistico, dall'affidabilità più o meno dubbia. In genere si tratta di agenzie di servizio che aiutano a mettersi in relazione con partner possibili, a redigere e compilare i moduli, addirittura a inventarsi progetti educativi. Si tratta per lo più, a mio parere, di superfetazioni parassitarie che vivacchiano grazie alla difficoltà di circolazione delle informazioni, talvolta colpevole, talvolta dolosa. Certe azioni speciali dell'UE sono finanziate con pacchi di miliardi, e conoscerne in tempo l'esistenza è fondamentale; del resto, conoscere i canali tramite i quali farsi approvare i progetti a Bruxelles, o magari soltanto farsi mandare i modulari, è determinante. A me è capitato di consumare centinaia di scatti Telecom per mettermi in contatto con una Direzione generale a cui richiedere gli strumenti per avviare velocemnte un progetto di incremento della rete telematica del mio ITIS, nell'ambito del Quarto Programma Quadro, e di non aver ricevuto alcuna risposta decisiva, alcun materiale, alcuna indicazione. Il sospetto che vi siano meccanismi di preselezione guidata in cui le burocrazie comunitarie sono implicati è forte: del resto, prese di posizione di governi e forze politiche lo hanno anche recentemente confermato. Non è impossibilie che - trovata l'agenzia semiprivata giusta, quella che con pudore viene ascritta al novero delle Organizzazionei Non Governative, definizione a negativo all'interno della quale sussumere tutto - avrei potuto acceder al programma tempestivamente e con profitto, per la scuola per l'agenzia... Lasciamo da parte questo discorso: anche perché va detto che l'Agenzia Nazionale italiana per i progetti europei nel campo pedagogico e didattico - la Biblioteca di Documentazione Pedagogica di Firenze - funziona con estrema efficienza e capacità di orientamento, tanto che Bruxelles l'ha scelta come modello per le Agenzie nazionali degli altri paesi membri. In effetti, chi ha avuto a che fare con partenariati internazionali nel campo dell'istruzione sa che tra le numerose difficoltà, una determninate è l'assokluta inaffidabilità delle agenzie nazionali estere. Non è raro che alle scuole partner fuori d'Italia bisogna far avere noi il materiale per sviluppare, ampliare e completare i progetti stessi.

Ma torniamo a bomba: che cos'è un Progetto Educativo Europeo? Si tratta di uno spunto pedagogico, o più semplicemente didattico, attorno a cui costruire un percorso capace di aggregare, far riflettere, sperimentare cose più o meno nuove insieme ad almeno due scuole di almeno altri due paesi.
Bisogna comporre una squadra di docenti convinti della utilità dell'esperienza, motivati dal desiderio di capire e conoscere realtà diverse da quelle a cui siamo abituati, con un minimo di competenze linguistiche, con un capo d'istituto convinto della cosa ed un collegio dei docenti non ostile. La cosa più semplice è scegliere una parte del Piano di Istituto, se esiste, o un'idea, un'attività qualsiasi che si realizza in classe, darle veste progettuale, con una relazione scritta articolata, da cui si evincano i fini didattici ed il quadro di riferimento pedagogico, oltre possibilmente alle unità didattiche in cui si articola. Qualsiasi idea va bene: un'esperienza di inserimento di bambini non italiani, o di madrelingua diversa da quella prevalentemente parlata in classe; un lavoro di proiezione della classe nell'habitat circostante; la costruzione di un giornaletto scolastico telematico; un lavoro particolare con alunni disabili; un rapporto di collaborazione con gli enti locali, o con imprese private che offrano sbocchi professionali coerenti con il tipo di formazione che la scuola fornisce, eccetera.
Sulla base di una qualsiasi di queste idee bisogna mettersi a cercare i partners. Questa è la fase più difficile, quella più lunga e defatigante. Internet rimane il mezzo migliore per cercare partners, prima di tutto offrendosi come tale alle numerose URL dedicate, di cui la più importante è Europe partner contact service:

http://www2.echo.lu/impact/en/im_partner_form.html

Cercare i partners può prender un intero anno scolastico, senza successo. Dipende dal tipo di progetto: uno eccessivamente specialistico o elaborato o costoso spaventa. A volte accade che le scuole contattate approvino in prima istanza, magari anche ufficialmente, ma dopo un mese o due, magari a cavallo della scadenza delle domande, si tirino indietro.
Bisogna avere pazienza, determinazione e fantasia. Le scuole contattate non capiscono mai al volo di che cosa si tratta esattamente: sono necessarie vari contatti, prima di poter inviare un collega alla "visita preparatoria", finanziata a parte, indipendentemente dalla futura approvazione del progetto, con (di solito) 1000 ecu, in cui far entrare il costo del biglietto (treno o aereo), il vitto e l'alloggio per i due o tre giorni necessari a formalizzare la proposta di partenariato europeo.
Non c'è scadenza per le visite preparatorie: basta che vengano richieste con tre mesi di anticipo ed effettuate prima dell'approvazione del PEE. Vi sono dei formulari apposta, che vanno richiesti alla BDP (via Buonarroti 10 - 50122 Firenze) o scaricati dal sito Internet:
http://www.bdp.fi.it
o, più precisamente, dal sito DEURE che si trova anche alla URL:
http://wwwa.bdp.fi.it

Messo a punto il progetto durante le visite, va inviata la documentazione (sugli stampati predisposti) alla BDP: per Comenius 1, LINGUA B ed E entro il 1 novembre 1997. L'invio da parte della BDP della convenzione che approva il PEE avviene abbastanza sollecitamente.

Tutto ciò è un esempio di come costruire un partenariato europeo sulla base del progetto Comenius-azione 1, che prevede lo scambio di esperienze didattiche attraverso la mobilità degli insegnanti: ma i meccanismi sono i medesimi per tutti i partenariati europei (concernenti o no l'istruzione). Un fatto essenziale da tener presente è che l'Unione europea finanzia progetti con contributi che posson giungere sino al 90% del budget, ma che di solito si aggirano tra il 50 ed il 75%. Le istituzioni ammesse al finanziamento devono dimostrare di saper investire risorse proprie nella parte non finanziata. Sui meccanismi di rendicontazione dell'investimento e della spesa meriterà ritornare.

Nell'ambito SOCRATES vi sono altre azioni che meritano di esser tenute presenti: sopratutto le cinque del progetto Lingua, volte a consentire l'approfondimento delle competenze linguistiche dei docenti, lo scambio di esperienze e la mobilità degli allievi, misura di grande importanza didattica, garantita solo da un altro progetto, Leonardo, che è specialmente dedicato all'istruzione professionale e tecnica.
Le informazioni dettagliate vanno richieste direttamente alla BDP, oppure alla più vicina scuola polo DEURE (Dimensione Europea dell'Educazione): l'elenco delle scuole DEURE si trova anch'esso su Internet alle URL citate sopra.

Ma la cosa più importante di cui convincersi, se si vuole operare per un'ottica pedagogico-didattica di dimensione europea, è che con gli stanziamenti dedicati all'istruzione si combina poco. L'importante è entrare nella dinamica delle azioni speciali e dei programmi per la formazione, per approfittarne, da un lato, ma anche modificarne una certa deriva economicistica e per orientarne gli esiti in senso meno tecnicista e più formativo delle coscienze.
Intendo dire che un uso sapiente delle possibilità offerte può alimentare importanti iniziative a carattere pedagogico-didattico nel campo della ricerca applicata al mondo della scuola ed ai suoi rapporti con l'insieme della società, e per quel che ci concerne in particolare nel campo della solidarietà internazionale, che vedano coinvolti dagli insegnanti come singoli autori ed attori dei profgetti, alle scuole come istituzione, ma sopratutto alla collettività degli studenti, per estendersi alle loro famiglie intese come membri del corpo sociale, soggetti di diritti e\o di bisogni.

Il programma MEDA (finanziato con circa 6850 miliardi di lire) istituisce tutta una serie di misure a sostegno della "riforma delle strutture economiche e sociali nel quadro del partenariato euromediterraneo" con l'importante sottolineatura che è possibile, anzi richiesto, coinvolgere gli stati non membri UE del Mediterraneo del sud: Marocco, Algeria, Tunisia, Malta, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Siria,Turchia e Palestina: resta esclusa solo la Libia. Sopratutto, per quanto riguarda l'attività scolastica e formativa in semso lato, il MEDA preconizza il sostegno "allo sviluppo integrato delle risorse umane a completamento dei programmi degli Stati membri (cioè dell'UE) in particolare nei settori della formazione professionale continua nel quadro della cooperazione industriale nonché il miglioramento del potenziale per la ricerca scientifica e tecnologica".
In altri termini, questo punto può riguardare le attività di Istituti professionali ed Istituti Tecnici (il linguaggio burocratese europeo è diverso da quello della PI: i due tipi di scuola non sono percepiti come diversi) che abbiano o meno corsi serali, ma che abbiano tendenzialmente rapporti stabili con aziende pubbliche o private nel campo industriale. Per esempio: un ITIS con la specializzazione chimica che si occupa dell'inquinamento dell'aria in rapporto con la locale ARPAT può inventarsi un progetto di cooperazione con due stati (uno UE uno no) sulla qualità dell'atmosfera nelle metropoli, che so, Napoli Barcellona Il Cairo (misure "miglioramento dei servizi sociali in particolare per quanto attiene alla sanità, alla pianificazione familiare, all'approvvigionamento idrico, al risanamento ed all'abitat" e "rafforzamento della cooperazione in pateria ambientale").
Oppure un ITG può sviluppare studi di fattibilità sugli insediamenti rurali a ridosso dei centri urbani, e coinvolgere Israele, la Terra di Lavoro, la fascia costiera dell'Andalusia... (misura "sviluppo rurale armonioso e miglioramento delle condizioni di vita nelle città")
Eccetera: si tratta di inventare delle cose, studiarle con referenti politico-istituzionali locali, trovare i partner esteri e via, tenendo presente che c'è una misura dedicata a "cooperazione culturale e scambio dei giovani" che tra l'altro è possibile far interagire con un altro programma, "Gioventù per l'Europa", finanziato con un pacchettino di miliardi (quasi 50: un'inezia rispetto a MEDA, ma... lasciamoli ai Tedeschi, come dice l'antifrasi ironica delle campagne toscane!), che rivolge la sua attenzione specialmente alle reti informative per i giovani, ai "tirocini di volontariato" (in cui è possibile far reintrare attività varie, per esempio di mutuo insegnamento), alla "Iniziativa giovani", progetti creati e gestiti da giovani in modo da permetter loro di sviluppare il proprio spirito di iniziativa e la propria creatività. Per l'anno scolastico 1998-99, le proposte di finanziamento dovranno essere presentate entro il 1 aprile 1998.
Accanto a programmi pluriennali come questi (ne ho citati solo alcuni: ma potremo tornare sull'argomento) vi sono poi le "International call": una, i cui termini sono recentemente spirati il 15 aprile scorso, aveva per tema la Multimedia educational task force ed era specialmente dedicata alla collaborazione tra istituzioni agenzie ed aziende dedicate all'istruzione ed alla multimedialità e finalizzata alla ideazione di progetti di lavoro pluriennali su argomenti che vertessero sul tema.
Poiché è quasi imprevedibile (a meno di avere talpe a Bruxelles, negli uffici della Commissione Europea: dove peraltro siedono sindaci e onorevoli regionali...) sapere quali sono le iniziative di quest'ultimo tipo, che di solito si vengono a conoscere con ritardo se ci si limita alle normali vie burocratico-gerarchiche di informazione, è importante navigare parecchio sui siti di Bruxelles, per restare aggiornati.
Fermo restando che anche se uno viene a conoscenza di un'azione qualsiasi, ma non è entrato preventivamente nel giro di idee di utilizzarne gli spazi, e non ha pensato preventivamente in termini di allargabilità europea di una cosa qualsiasi che fa già a scuola, difficilmente si potranno organizzare tutte le cose in tempo e con successo.