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La città di Ravenna e il suo territorio attraverso le fonti dei viaggiatori tra XVI e XVIII secolo
di Stefano Tramonti | |||
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Premessa: come è nata l'idea dell'UD
Aderendo ad una proposta rivolta agli insegnanti di geografia e nata come
collaborazione tra
l'Associazione Italiana
Insegnanti di Geografia e il Touring Club Italiano, chi scrive ha inteso
dedicare la parte conclusiva dell'a.s. 1996-1997 in una classe quinta ginnasiale
minisperimentale ad una unità didattica di approfondimento.
Precedentemente erano già state svolte due unità di
approfondimento: una sulla storia della cartografia con particolare attenzione
a come era stato immaginato e descritto lo spazio adriatico dall'antichità
all'epoca delle rivoluzioni cartografiche rinascimentali; l'altra sul conflitto
tra Ecuador e Perù lungo la Cordigliera del Condor con estensione
del lavoro all'analisi dei conflitti frontalieri e regionali nel cosiddetto
'dopo-guerra fredda'. La classe quinta ginnasiale era un gruppo di venti
studenti (15 femmine e 5 maschi), che era uscita da un buon primo anno di
biennio e che, pur non disponendo di elementi particolarmente trainanti,
aveva individualità abbastantanza spiccate e aveva dimostrato
capacità mediamente buone, soprattutto sotto il profilo della
serietà dell'impegno e degli interessi di approfondimento. | |||
![]() Programmazione, fonti e metodo Questa terza unità di approfondimento, nonostante il suo frettoloso inserimento nella programmazione disciplinare (chi scrive ne ha avuto notizia in un corso d'aggiornamento a Bologna soltanto nel mese di marzo), si è svolta nell'arco del mese di maggio e della prima metà di quello di giugno. Sono state dedicate complessivamente sedici ore di lavoro in classe. In sede di programmazione si è inoltre deciso quanto affidare al lavoro in classe e quanto all'attività domestica degli studenti, come svolgere il lavoro in classe e come articolare le sue fasi. Dapprima è stata necessaria ovviamente un'analisi delle fonti. Queste erano rappresentate dalle schede che componevano l'Appendice al IV vol. della Storia di Ravenna (ed. Marsilio, Venezia 1994), a cura di M. Bossi, Ravenna descritta. Dai corografi rinascimentali ai viaggiatori del Settecento. Si tratta di un'antologia di testi contenente materiali che vanno dall'Italia illustrata di Biondo Flavio all'epoca napoleonica. La tipologia dei materiali che avrebbero costituito la fonte del lavoro degli studenti ha suggerito la seguente modalità di lavoro:
Si è poi passati allo svolgimento della prima fase. I primi testi sono state lette in classe ed è stato individuato il metodo di compilazione delle schede di lavoro. Gli studenti hanno poi svolto come attività domestica la lettura e la schedatura del materiale. In classe il lavoro veniva revisionato insieme al docente con la partecipazione di tutta la classe. È in questa fase che si è registrata la maggiore interattività del gruppo sia al suo interno che nel rapporto con l'insegnante, che ha cercato di mantenersi il più possibile ai margini per verificare il grado di organizzazione autonoma degli studenti. Il risultato è stato decisamente buono, poiché la forma definitiva delle schede è stata il frutto di interventi di aggiustamento proposti in vari momenti da alcuni studenti. In sede di controllo dell'operazione di schedatura si è spesso originato uno stimolante confronto sulle ragioni dell'attribuzione di un testo ad una scheda (per es. sul carattere oggetivo o soggettivo della descrizione, oppure sul genere di informazioni storiche presenti, sulla qualificazione degli aspetti del territorio ).
Terminata la schedatura dei materiali (tutti gli studenti hanno sistematicamente
lavorato e corretto gli eventuali errori commessi) si è passati alla
seconda fase consistente nella stesura della relazione finale. Nel corso
del primo quadrimestre, nell'ambito dell'unità didattica di educazione
alla composizione scritta, era stata analizzata questa forma testuale, sia
come relazione di esperienza, sia come relazione di studio con le diverse
caratteristiche strutturali. La relazione finale è stata stesa in
classe, sempre a coppie in modo da stimolare un'ulteriore confronto dialettico
sui materiali e sulle conclusioni da trarre in sede di sintesi. Anche in
questo caso si è registrata una ampia collaborazione del gruppo alla
buona riuscita finale del lavoro. | |||
![]() Bilancio dell'esperienza Dalla lettura delle relazioni degli studenti emerge che:
L'unità didattica ha consentito innanzitutto di legare lo studio della geografia al vissuto degli studenti che hanno potuto ripercorrere tutti i testi sulla memoria storico-geografica del proprio territorio in epoca moderna. Ovviamente continue sono state le interrelazioni con il programma di storia; e questo non solo laddove le informazioni storiche vertevano sull'epoca tardoantica e altomedievale in cui la città di Ravenna ha rivestito una parte di protagonista, ma anche per quella precedente quando si discuteva delle modifiche del paesaggio per darsi ragione del fatto che quello che un tempo era un grande porto militare romano ora era invece già diversi chilometri lontano dal mare. Ma anche con l'italiano i contatti sono stati continui poiché in fase di analisi gli studenti dovevano applicare, in sede di verifica in classe e di discussione del proprio lavoro con i compagni, quanto studiato nel momento della composizione del testo espositivo; in fase di sintesi invece dovevano ricorrere allo schema della relazione di studio. Non sono state invece attuate sinergie con l'insegnamento del latino per problemi organizzativi e soprattutto per i ristretti limiti di tempo (in questa classe il latino e il greco sono di pertinenza di un altro insegnante); tuttavia anche questa potrebbe essere un'ulteriore prospettiva di allargamento d'orizzonte didattico. Si ritiene infine che questa esperienza abbia il grande vantaggio di abituare gli studenti alla serietà del metodo di lavoro attraverso le varie fasi della programmazione, della raccolta dei dati e della loro schedatura, del confronto dialettico in fase di esposizione dei primi risultati in itinere, e della stesura della relazione come consuntivo finale di un lavoro inteso come qualcosa di proprio e soprattutto originale (nessuno aveva la possibilità di copiare alcunché). Purtroppo il fatto che le strutture multimediali nell'istituto siano ancora in fase di progettazione ha impedito la realizzazione dell'ipertesto che si presterebbe sicuramente molto alla realizzazione di un prodotto finale con caratteristiche tali da poter essere continuamente arricchito e migliorato. |