La scelta
(racconto di fine scuola)

di Gianni Salza

Alla fine dell'anno mi piace scrivere un breve racconto per i bimbi che sono arrivati al termine del ciclo, una metafora che li aiuti ad elaborare il passaggio, a dargli un senso. O forse, scrivere questi racconti aiuta me ad elaborare il distacco ed a dare un senso a quello che ho fatto e soprattutto a quel che non sono riuscito a fare. Ecco quello di quest'anno.

Alla velocità di un giro ogni ottantaseimilaquattrocento secondi, la grande stazione interstellare aveva girato milleottocentoventiquattro volte su se stessa da quando l'ultimo gruppo di aspiranti coloni era salito a bordo per il corso di sopravvivenza. Tra un giro esatto si sarebbero imbarcati sul traghetto spaziale e sarebbero partiti per un mondo nuovo. Prima, però, il Comandante doveva decidere chi di loro era pronto per affrontare l'avventura.
Sul terminale scorrevano i dati sulla cui base avrebbe dovuto fare la sua scelta, ma lui li guardava senza riuscire ad interessarsi, come se tutto il lavoro svolto in quei milleottocentoventiquattro giri in quel momento avesse perso importanza.
La vita su un pianeta nuovo, da colonizzare, era dura. Lui ne sapeva qualcosa, si era fatto le ossa su Antares IV. Gli istruttori ti preparano meglio che possono, certo. Ma su Antares IV le cose non erano sempre andate come avevano detto loro. Quella volta dei rettili marini, ad esempio. Erano arrivati a migliaia. Il sergente… no, non ricordava il nome, uno che non aveva superato l'esame di "Relazioni con le forme di vita aliene", aveva cominciato a ballare, fare movimenti strani, cantare… e i mostri erano rimasti ipnotizzati a guardarlo. Da quel giorno i suoi corsi di danza erano stati frequentatissimi. Invece quell'altro, il suo compagno di pattuglia che era incredibilmente riuscito a portarlo fuori dal labirinto delle grotte dei monti Xi, l'avevano bocciato ai corsi di geologia.
Guardò ancora una volta l'elenco dei nomi e si chiese quanti di loro sarebbero diventati importanti per gli altri in qualche modo, quanti si sarebbero scoperti migliori di quel che pensavano solo dopo anni. Schiacciando il tasto per metterli tutti in lista di partenza, improvvisamente pensò una parola che sui documenti ufficiali non avrebbe potuto scrivere:

"Auguri"