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di G. Accascina, P. Berneschi, S. Bornoroni, M. De Vita, G. Della Rocca, G. Olivieri, G.P. Parodi, F. Rohr | |||
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Il passaggio dalla Scuola Secondaria Superiore all'Università si presenta come uno dei più problematici e delicati punti di cerniera dell'intero apparato formativo. La "mortalità" studentesca al primo anno di università è, nella maggior parte dei casi, a livelli altissimi. In generale, il 50% delle matricole non sostiene, nel primo anno, alcun esame e il 30% abbandona gli studi o cambia corso di laurea. Questi dati, anche se depurati dalle cosiddette iscrizioni di comodo effettuate per fruire ad esempio di rinvii militari, assegni di famiglia, sussidi di studio..., sono comunque rilevanti ed impongono una riflessione. In particolare, nei corsi di laurea in cui sono previsti insegnamenti propedeutici di matematica, gli studenti tendono a procrastinare il più possibile tali esami, che costituiscono, di solito, i più temuti ostacoli e le più consistenti cause di quella mortalità o insuccesso sopra quantificate in termini percentuali. Sembra pertanto che i corsi di matematica risultino per molti particolarmente ostici. Quali le cause? Gli studenti e le loro famiglie sostengono che i docenti universitari sono scarsamente informati sulle conoscenze delle matricole e sui loro curricoli scolastici e danno per acquisiti argomenti di matematica di cui gli studenti hanno una conoscenza minima o nulla. I docenti universitari, dal loro canto, ritengono che gli studenti non hanno una preparazione adeguata per seguire i corsi di matematica del primo anno. Cosicché, sia pure da punti di vista diversi, viene, in prima istanza, sottolineato un divario tra quello che si aspettano i docenti universitari e ciò che realmente conoscono gli studenti all'ingresso nel mondo dell'università. Ma esiste veramente e in che cosa esattamente consiste questo divario? Se esiste è forse la sola ed unica causa della dispersione e dell'insuccesso di molti studenti? Il nostro gruppo di ricerca sui problemi di raccordo Scuola - Università, studia da vari anni problemi di questo tipo, nell'ambito esclusivo della matematica. Nel corso della ricerca abbiamo raccolto ed elaborato una grande quantità di dati ed abbiamo fatto ricorso a vari strumenti di ricerca. In questa sede vogliamo soffermarci su uno solo di tali strumenti. Si tratta di un test composto da 30 domande di matematica più o meno semplici, di cui 23 a scelta multipla e 7 a risposta aperta. Il test è stato inviato ai Presidenti dei Corsi di Laurea in Matematica di tutte le Università italiane, chiedendo loro di farlo compilare dai docenti dei corsi di Algebra, Analisi 1 e Geometria 1, cioè degli insegnamenti che vengono impartiti, insieme a quello di Fisica 1, durante il primo anno. Ai docenti universitari è stato richiesto di indicare, per ciascuna domanda, la percentuale delle matricole di Matematica in grado, a loro giudizio, di rispondere correttamente, prima dell'inizio delle lezioni universitarie. Il test è stato inoltre inviato ai Presidi di cinquanta Scuole Secondarie Superiori di Lecce, Pisa, Roma, stratificate per tipologia di istituto, chiedendo loro di sottoporlo ad alcuni docenti, 2 o 3 per scuola, insegnanti di matematica nell'ultimo anno di corso. Ai docenti di scuola è stato chiesto di indicare, per ciascuna domanda, la percentuale di studenti che, a loro giudizio, avrebbero risposto correttamente, precisando di far riferimento ai propri studenti maturati nel precedente anno scolastico. Lo stesso test è stato sottoposto alle matricole dei Corsi di Laurea in Matematica delle Università di Lecce, Pisa, Roma 1 e Roma 3 nelle prime due ore del primo giorno di lezione. Gli studenti, naturalmente dovevano risolvere i 30 quesiti proposti. L'obiettivo primario di questa rilevazione era quello di misurare in termini quantitativi e confrontare tra loro la "preparazione presunta", ovvero quella che la scuola reputa di aver impartito, " la preparazione attesa", cioè quella che i docenti universitari attribuiscono ai loro studenti all'inizio dei corsi e la " preparazione reale": quella effettivamente posseduta dagli studenti. Ciò per verificare e rendere oggettivo un eventuale divario tra le effettive conoscenze degli studenti e le aspettative dei docenti, sia di scuola che di università. Mostreremo i risultati della nostra indagine nel prossimo numero. Per ora proponiamo a ciascun docente di matematica dell'ultimo anno di corso, interessato a questa ricerca, di prendervi parte attivamente utilizzando le schede e il test, allegati a questo articolo. Chiediamo pertanto a chi voglia partecipare, di:
Nel prossimo numero noi pubblicheremo:
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