ISCRITTI E LAUREATI NELLE UNIVERSITA' ITALIANE

Dati retrospettivi: 1945-46 / 1995-96

Indagine statistica

di Vincenzo D'Aprile

 

Qui di seguito sono esposte in modo piuttosto semplice e discorsivo delle brevi note desunte da una prima lettura di numeri relativi al mondo universitario italiano negli ultimi 50 anni. Sono stati riordinati, cioè, in 12 tabelle i dati più significativi -in valori assoluti e rapporti percentuali- che il nostro Istituto Nazionale di Statistica ha pubblicato nell'ultima edizione disponibile di Statistiche dell'istruzione universitaria - Anno accademico 1995-96.

Questo saggio vorrebbe inserirsi in un progetto di massima che si cercherà di realizzare nello spazio web messo cortesemente a disposizione su E&S da Dario Cillo per quanti intendono apportare un proprio contributo di riflessione su dati relativi al mondo scolastico in genere. In questo "angolino" troverebbero ospitalità non solo quanti volessero rappresentare con cifre, percentuali, tabelle, grafici, ecc. delle personali istantanee su realtà scolastiche di piccole o vaste dimensioni (comunque, sempre in movimento), ma anche quanti osservandole intendono utilizzarle per agevolare l'interpretazione di alcune problematiche tipiche del mondo-scuola. Un posticino particolare sarebbe riservato, ovviamente, agli specialisti di statistiche scolastiche; a quelli almeno che volessero volgarizzare il risultato delle loro ricerche per noi piuttosto profani del settore; noi che di norma troviamo ostico ragionare per numeri. Eppure proprio questo argomentare con i numeri e sui numeri dovrebbe essere tra le logiche più immediate e accessibili per tutti gli studiosi, se è vera l'osservazione galileiana che tutto ciò che è oggetto di analisi scientifica può essere letto e rappresentato con il linguaggio dei numeri.

Si potrebbe allora avviare un lavoro a più mani ad opera di statistici-filosofi-sociologi… che poi in realtà vestono i panni degli operatori che incontriamo ogni giorno nelle nostre scuole: docenti, non docenti, alunni, presidi, genitori, talvolta anche qualche cattedratico e raramente assessori alla cultura, ispettori, provveditori e mai… ministri. Non è difficile immaginare in questo ipotizzato saggio aperto o lavoro a più mani alcune pagine vuote perché non scritte ancora; esse, cioè, attendono il contributo di riflessione soprattutto di quanti, lavorando a scuola e risolvendo quotidianamente mille problemi reali, avrebbero titolo a comunicare ad altri le proprie esperienze. Nuovi dati + nuove esperienze + nuove analisi + un po' di tempo a disposizione per… lavorare giocando, ecco gli ingredienti primi per questo ipotetico prodotto sui numeri, nella filosofia del fare collaborativo, sempre in fieri…

 

La più recente edizione ISTAT di Statistiche dell'istruzione universitaria riguarda l'anno accademico (in seguito a. a.) 1995-96 e consta di tre capitoli: I° Corsi di diploma universitario; II° Corsi di laurea; III° Dati retrospettivi. La presente indagine è frutto della rielaborazione statistica del terzo capitolo. I dati retrospettivi di cui qui si parla sono relativi a 60 anni accademici: partono, infatti, dal 36-37 e arrivano al 95-96. Ma quelli sugli studenti fuori corso (MF di cui F) e studenti iscritti al 1° anno di corso di laurea (MF) iniziano a essere registrati dal 45-46;i dati dei gruppi dei corsi di laurea e di diploma dal 56-57 e quelli delle studentesse iscritte al 1° anno solo dal 64-65. Tenendo perciò presenti queste circostanze e per semplificarne l'analisi, la gran parte dei dati qui esaminati sono stati raggruppati per quinquenni e decenni. Solo gli ultimi tre anni accademici sono visti singolarmente.

Nella Tav. 1 sono riportati in valori assoluti e rapporti percentuali i dati sugli studenti iscritti all'università, a loro volta suddivisi tra studenti in corso e studenti fuori corso. Come sopra accennato, pure se la nostra fonte fa iniziare la serie storica annuale di alcuni dati dall'a. a. 36-37, per confrontare dati omogenei, in questa tavola abbiamo circoscritto la nostra indagine agli undici quinquenni (pari a 50 anni) compresi tra il 45-46 e il 95-96. Da notare che per quanto riguarda la distinzione maschi/femmine (in seguito M/F) l'Istat non la precisa mai per la componente docente.

Negli ultimi 50 anni la popolazione complessiva degli studenti universitari è aumentata di sette volte, passando da 236.442 a 1.685.403 unità: e la componente femminile è cresciuta addirittura di 15 volte (da 57.154 a 886.851). Nello stesso periodo le studentesse in corso, che nell'immediato dopoguerra costituiva solo un quarto del tot. iscritti in corso, sono riuscite a raggiungere e superare (53,1%) i colleghi maschi. Grosso modo analogo l'andamento delle colleghe fuori corso: in 50 anni esse sono passate dal 20,4% al 51,6% del tot. studenti fuori corso: è in atto quindi una costante e progressiva femminilizzazione dei nostri atenei.

L'evolversi dei fuori corso è possibile seguirlo anche scorrendo la Tav. 2: se nel 45-46 soltanto uno studente su cinque era fuori corso, cinquant'anni dopo ce n'erano uno su tre. Gli studenti fuori corso, certo, aumentano nelle università, ma ad un ritmo altalenante: mentre negli anni '50 si assiste ad un'impennata del fenomeno (33 - 37 %), venti anni dopo esso si riduce fin quasi a dimezzarsi (17 - 21 %). Sarebbe interessante conoscerne le cause.

Per quanto riguarda gli iscritti al 1° anno d'università, l'Istat comincia a indicarli a partire dall'a. a. 45-46 (tot. 52.966), e solo dopo venti anni li suddivide in maschi (53.315) e femmine (30.093). Pertanto nella nostra indagine abbiamo ritenuto opportuno esaminare questo aggregato primo della vita universitaria limitatamente all'ultimo trentennio (Tav. 3). Qual è il tasso di passaggio tra la scuola secondaria superiore e l'università in Italia? Per l'Istat nel 95-96 il 68,4%. A nostro avviso, però, con maggiore precisione questo dato dovrebbe essere 70,7% (M:70,2% e F:71,1%) se è vero che nel 94-95 sono stati dichiarati maturi

490.348 studenti delle superiori (di cui 257.040 ragazze) e l'anno successivo si sono iscritti all'università 346.533 studenti. Gli iscritti al 1° anno che nel 65-66 erano 102.926, in 30 anni si sono più che triplicati. E le ragazze addirittura quintuplicate (da 36.088 a 182.824); d'altronde nello stesso periodo esse passano dal 35,1% degli iscritti al 1° anno al 52,8%, facendo registrare un incremento piuttosto continuo.

La Tav. 4 riguarda i laureati e i diplomati dei corsi universitari: il loro numero tra il 1945 e il 1995 passa da 18.933 a 112.388; cresce, cioè, di sei volte in 50 anni. E 10 volte in 70 anni: nel 1936, infatti, sono soltanto 10.937, di cui 1.591 femmine. Nel 45-46 ogni 100 laureati e diplomati, 25 sono donne; le quali diventano 50 anni dopo 54 su 100, con un tasso di crescita regolare.

Quanti sono gli studenti universitari che per vari motivi non completano il ciclo di studi con la laurea o il diploma? Certo, il fenomeno è alquanto complesso e calcolarlo con sufficiente approssimazione richiede indagini molto articolate e precise. Ma in prima approssimazione per delinearne i contorni riteniamo utile leggere quanto esposto nella Tav. 5. Balza evidente qualcosa di sorprendente: il fenomeno che per comodità chiameremo dell'abbandono universitario riguarda circa la metà degli studenti iscritti nei nostri atenei negli anni '50 e '60, e oltre il 60% dal 1975 in poi, con un picco del 70% nell'a. a. 85-86. E si tratta di un fenomeno che attiene sia ai maschi che alle femmine, pure se queste ultime con un tasso di qualche punto inferiore a quello dei loro colleghi. Se i valori

dell'abbandono prospettati nella Tav. 5 risultassero attendibili anche al vaglio di una ricerca più puntuale, indubbiamente ci troveremmo davanti a un problema di particolare gravità e attualità da analizzare con doveroso impegno nelle sedi più idonee, soprattutto per individuarne le cause e ridurne progressivamente le conseguenze nefande, già solo dal punto di vista economico.

La Tav. 6 è divisa in quattro settori. Nel primo sono rapportati i totali degli studenti in corso, fuori corso, iscritti al 1° anno, laureati/diplomati e professori con 100 alunni iscritti. Questi i valori più significativi: gli studenti in corso in 50 anni si riducono rispetto al tot. iscritti, passando dall'80,2% del 45-46 al 66,2% del 95-96 (ma gli stessi nel 70-71 raggiungono un picco positivo dell'82,2% e nel 50-51 uno negativo del 62,7%). Ovviamente, parallela ma inversa risulta la dinamica dei fuori corso. E quella degli iscritti al 1° anno di corso? Tra gli anni '50 e '60 essa cresce dal 16,7% (a. a. 50-51) al 25,5% (a. a. 65-66) fino a raggiungere il 28,0% nel 70-71, per poi ridimenzionarsi negli anni '80 e attestarsi nel 95-96 al 20,6%. Il numero dei laureati/diplomati è pari all'8-9% degli studenti iscritti nel decennio 45/55, ma successivamente si assottiglia di quasi due punti percentuali negli anni '80 e '90. Negli anni ottanta, poi, si verifica il rapporto più alto professori/studenti: più di due docenti ogni 100 alunni; valore che per lo più si stabilizza generalmente tra l'1,5 e il 2%.

I valori medi per facoltà possono così riassumersi: gli studenti in corso che negli anni '50 erano 700/800, dal 75-76 si aggirano sulle 2.500 unità; i fuori corso aumentano costantemente in questi 5 decenni: 267 nel 45-46, 369 nel 55-56, 467 nel 65-66, 693 nel 75-76, 1103 nell'85-86 e 1365 nel 95-96; gli iscritti al 1° anno sono circa 800 a partire dagli anni '70 (con punta di 921 nell'a. a. 90-91) mentre erano la metà circa negli anni precedenti; anche i professori in questo periodo sono in costante aumento: dai 20 docenti per facoltà dell'immediato dopoguerra si passa agli oltre 80 dei nostri giorni.

Gli incrementi più rilevanti del cinquantenni 1945/1995 si riscontrano tra gli studenti fuori corso con +1116,4% e tra i professori con +871,9%.

Considerato consolidato l'andamento di questi flussi, a puro titolo indicativo nella quarta sezione di questa tavola sono calcolati i valori che presumibilmente avranno le succitate componenti del mondo universitario fino al 2020.

La lettura delle tavole 7/12 ci aiuta nell'indagine sui corsi di laurea e di diploma focalizzata in cinque anni accademici, presi emblematicamente a metà dei decenni dagli anni '50 a oggi. I corsi di laurea per facilitarne l'analisi sono stati suddivisi in 8 gruppi: scientifico, medico, ingegneria, agrario, economico, politico-sociale, giuridico e letterario. In questo saggio analizzeremo in un gruppo unico quelli di diploma.

Nella Tav. 7 sono riportati in valori assoluti sia gli studenti iscritti in ciascuno degli otto gruppi per il corso di laurea sia quelli per i corsi di diploma. Da ricordare che la forbice con cui è rappresento il rapporto tra questi due aggregati in 40 anni si è ristretta da 50 a 1a 24 a 1. Nello stesso tempo il numero degli iscritti all'università per laurearsi è cresciuto di quasi 8 volte (da 208.453 a 1.617.140) e quello di chi segue il corso di diploma di 17 volte (da 3.959 a 68.263). In particolare gli iscritti al gruppo politico-sociale per conseguire la laurea hanno registrato un incremento del 2.573,6%; e di seguito il gr. Ingegneria (+858,1%) e letterario (+808,7%); mentre quello del gr. Medico è stato solo di +155,5% (da 26,357 a 67.347), e si sono ridotti addirittura di quasi un terzo nei 20 anni che intercorrono tra il 76-77 e il 95-96; è interessante seguire la successione dei segni negativi degli ultimi 4 quinquenni: -6,9% nell'81-82, -2,0% nell'86-87, -31,1% nel 91-92 e -14,6% nel 95-96. Nello stesso ventennio si nota un segno negativo anche per gli iscritti del gr. agrario, ma solo per l'86-87 (-7,2%) e il 91-92 (-6,5%). D'altra parte gli iscritti al gr. letterario nei 40 anni presi in esame aumentano di quinquennio in quinquennio, eccezion fatta per le lievi flessioni del 76-77 (-6,9%) e dell'81-82 (-5,2%).

Considerando nel loro insieme gli iscritti all'università ogni 5 anni dal 1956 a oggi notiamo le seguenti evoluzioni: +11,3%, +33,8%, +100,5%, +17,6%, 0,0%, +4,3%, +19,5% e +20,3% per i corsi di laurea e +89,4%, +86,8%, -26,7%, +82,0%, +92,5%, -29,4%, +21,7% e +117,3% per quelli di diploma.

Parallelo l'andamento dei laureati e diplomati (Tav. 8): i primi dal '56 ai nostri giorni passano da 19.936 a 104.877 (+426,1%) e i secondi da 443 a 7.511 (+1595,5%). In particolare in questo periodo per quanto concerne i laureati (Tav. 9) si verificano a scalare le seguenti variazioni nei singoli gruppi: politico-sociale +2054,3%; economico +1206,6%; ingegneria +639,6% e così di seguito fino al gr. medico con +148,0%. E' facile notare che c'è uno scarto tra l'incremento degli iscritti e quello dei laureati e diplomati a favore dei primi, salvo che per il gr. economico (+742,0 per studenti iscritti e +1206,6% per i laureati). A voler circoscrivere l'analisi agli ultimi dieci anni sempre sui laureati e diplomati nei corsi universitari, seguendo le Var.% riportate nella Tav. 8 notiamo che l'incremento dei primi è alquanto contenuto perché si attesta sul 43,7% (con punta marcatamente positiva nel gr. politico-sociale: +109,2% e negativa nel gr. medico: -43,5%), mentre quello dei diplomati raggiunge il 164,5%.

In media negli ultimi 40 anni su 1000 studenti iscritti nei corsi di laurea all'università si riscontrano 66 laureati e su altrettanti iscritti ai corsi di diploma ci sono 123 diplomati. Nella Tav. 10 sono riportati i valori relativi al tasso tra studenti iscritti e laureati/diplomati. Questi sembrano i dati più rilevanti: 13,5% nel 56-57 e 12,1% nel 61-62 per il gr. agrario; 13,3% nel 91-92 per quello medico che comunque tocca il record anche nell'81-82 (9,1%), 86-87 (11,8%) e 95-96 (11,3%); come pure 12,3% per il gr. scientifico nel 56-57 e 10,4% per quello letterario nel 76-77. Per completezza segnaliamo anche i record raggiunti dal gr. giuridico nel 66-67 (10,2%) e dal gr. economico nel 71-72 (10,4%).

Per analizzare le dinamiche relative sia agli studenti iscritti che ai laureati e diplomati negli ultimi tre anni a disposizione leggiamo quanto viene riportato rispettivamente nelle Tavv. 11 e 12.

 

Mentre per le iscrizioni ai corsi di diplomi si nota un notevole incremento annuo (+10,3% nel 94-95 e +15,9% nel 95-96), per quelle dei corsi di laurea si registra una certa stagnazione (+1,7% e +1,0%). Ma anche alcuni segni di regressione: lievi per il gr. scientifico nel 94-95 (-0,4%), per i gruppi ingegneria ed economico nel 95-96 (rispettivamente -1,6% e -2,2%) e più marcati nel gr. medico sia nel 94-95 (-4,9%) che nell'anno successivo (-4,6%).

Scorrendo la Tav. 12 possiamo osservare l'incremento o meno del numero dei laureati e diplomati tra gli anni accademici 93-94 / 95-96. In effetti ogni anno aumentano sia gli uni che gli altri. E precisamente per i laureati si passa dal +6,0% del 94-95 al +7,0% del 95-96 e per i diplomati rispettivamente dal +7,1% al +9,2%. Nella prima parte degli anni '90, cioè, si registra un apprezzabile aumento del numero complessivo dei laureati/diplomati (in tre anni +13.427 unità, di cui 12.338 laureati e 1.089 diplomati).

Uno sguardo ai vari gruppi di corso di laurea: deciso incremento in questo periodo dei laureati del gr. ingegneria (+23,3%), del gr. economico (+22,7%) e di quello giuridico (+17,2%). Dei segni negativi nel contempo si riscontrano nei laureati del gr. agrario, ma solo per il 94-95: -5,1%, dato che l'anno successivo troviamo un incremento dell'8,3%; e un risicatissimo -0,6% nel 95-96 per i laureati del gruppo politico-sociale.

Da notare, infine, che sia per gli studenti iscritti che per i laureati/diplomati nelle Tavv. 11 e 12 sono state calcolate delle previsioni numeriche fino all'a. a. 2002-2003, sulla base dei dati degli ultimi tre anni disponibili.

 

 

POST SCRIPTUM

Sarà possibile tentare l'esperimento del saggio aperto o a più mani cui si faceva cenno più sopra?

Quanti sarebbero disponibili per apportarvi un contributo reale in questi due specifici settori: reperimento e rielaborazione di dati sulla scuola e relativa analisi descrittiva? Il risultato verosimilmente potrebbe essere un cocktail eterogeneo di numeri sparsi e di opinioni personali, più o meno attinenti ai dati stessi… Sarebbe vivamente auspicabile, perciò, l'intervento di specialisti del settore per mettere ordine nei vari interventi. Si sa, però, che questi "specialisti" raramente riescono a recuperare dei ritagli di tempo per interventi atti a ordinare vaghe digressioni da "piazza aperta": è più facile trovarli nei "salotti buoni" della cultura…

D'altronde, non è vero che tanti operatori scolastici hanno fatto tesoro di interventi di notevole spessore, oltre che di particolare attualità, proprio navigando in questa immensa piazza telematica che Internet spalanca? Per citare solo due siti italiani, penso in particolare alle mailng-list di E&S (lascuola@king.eurolink.it) di Dario Cillo e di didaweb (didaweb@king.eurolink.it) di Antonio Limonciello. Se quindi alcuni specialisti di statistiche scolastiche si inserissero in questi circuiti altamente democratici che di giorno in giorno raggiungono un numero sempre maggiore di utenti interessati a seguire specifici dibattiti, a mio avviso essi continuerebbero ad operare nel panorama culturale italiano per certi aspetti in modo ancora più incisivo e proficuo, perché le loro ricerche si calerebbero immediatamente nel crogiolo del dibattito più vivo e attuale sui problemi del mondo-scuola.

Bari, 7 novembre 1998