Tracciati, rivista alla ricerca della scuola

di Antonio Limonciello

abstract

 

  • la nascita e lo sviluppo di una significativa esperienza di puro volontariato che produce sapere collaborativo attraverso la rete.
  • il difficile passaggio che stanno vivendo tutte le attività basate sul volontariato (questo tipo di esperienze lentamente viene soverchiato dai prodotti commerciali che stanno, anche se ancora non siamo all'oscuramento, occupando la rete)
  • Come uscire dal ruolo di battitori di pista per una gara corsa da altri soggetti
  • come assicurare un'adeguata visibilità ai prodotti non commerciali

 

 

 

 

Tracciati (www.eurolink.it/scuola/tracciati) è una rivista scolastica nata e realizzata per la rete.

Il progetto è del settembre 1996, il primo numero del dicembre dello stresso anno. Ha una cadenza trimestrale.

Ecco alcuni aspetti dell'analisi e degli obiettivi contenuti nel progetto (www.eurolink.it/scuola/tracciati/project):

 

"….Noi vogliamo scommettere e impegnarci nel campo della produzione e diffusione della cultura nello specifico scolastico attraverso una rete collaborativa e volontaria."

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"La scuola nata con la rivoluzione industriale e di natura centralistica, rigida, unidirezionale e ripetitiva dei modelli dominanti esistenti, è in crisi : come la fabbrica non è più il luogo per eccellenza della contraddizione, così la scuola non è più la principale agenzia formativa di consenso e di selezione della classe dirigente. Quindi essa non è più utile ai poteri forti, perde valore sociale, viene considerata una diseconomia non più sostenibile.

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La rete modifica il cuore del fare scuola, in particolar modo:

  • la relazione quasi esclusivamente unidirezionale docente - discente e i rapporti di potere tra i soggetti
  • i luoghi fisici, psicologici e metaforici dell'allocazione delle memorie del sapere
  • l'accesso alle memorie
  • il modo come si studia
  • i tempi o sincronie/asincronie dell'azione didattica
  • il set dell'apprendimento.

Il futuro della scuola sta nell'essere luogo dove i cittadini si formano per essere capaci di produrre ed utilizzare sapere interattivo per la loro formazione permanente. Un luogo, la scuola, dove avviare il processo di conoscenza di se, l'esplorazione dei propri bisogni, la scoperta e lo sviluppo delle attitudini con la partecipazione integrale della persona.

Un luogo dove si può crescere senza soffrire di tutti i possibili limiti che vengono dalle condizioni di nascita.

Un luogo dove garantire uno spazio di creatività e libertà esercitate senza finalizzazioni preorganizzate in un pensiero non sottoposto alla verifica critica.

Un luogo dove stimolare, consentire e fare esercitare pacifiche rivoluzioni in quanto "beni dell'umanità"."

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...... Per questo Tracciati vuole:

  • creare uno spazio web di riflessione lunga e aperta, non interventi da newsgroup, che bruciano insieme alla cronaca, non una circolazione chiusa ai soli sottoscrittori di una lista, ma articoli che riflettono un lungo lavoro di scavo intorno al problema scolastico;
  • creare un centro di opinione capace di divulgare idee, e proposte sulla scuola;
  • impegnare un gruppo di operatori culturali, insegnanti e non, appartenenti e non al mondo della scuola, in una riflessione sul proprio lavoro, dall'operatività quotidiana ai massimi sistemi di valori e di strutture. Un impegno di ricerca collettiva in rete da sviluppare su temi determinati, in tempi determinati;

 

La rivista si articola in aree autonome:

1. la ricerca

  • l'autonomia scolastica in uno stato fortemente decentrato, federalista e basato sul principio della responsabilità diretta per la realizzazione di una scuola della creatività, della ricerca e della sperimentazione: le finalità, i poteri, le caratteristiche strutturali e organizzative, le unità scolastiche, le risorse, il ruolo delle istituzioni locali, gli organismi elettivi di autogoverno della scuola, le figure di sistema, le professionalità. Tutti i sottotitoli devono essere temi di ricerca originale, di studio approfondito di modelli già realizzati, di proposta
  • la scuola nelle reti, specifico scolastico nei flussi formativi. Seguire attentamente gli sviluppi delle reti, le implicazioni sociali, le modifiche comportamentali, le implicazioni nelle economie dei processi dei sistemi formativi. Sottrarsi alle guerre conservatrici e perdenti, perciò: aggiornare continuamente lo specifico scolastico avendo come asse di riferimento : le pari opportunità da offrire a tutti i soggetti, la formazione permanente, la formazione sociale, le relazioni umane come insieme indivisibile e quindi non solo virtuale, le compatibilità economiche e di sistema
  • i nuovi saperi: ovvero le nuove competenze e le nuove discipline che vanno introdotte nel sistema scolastico. Non solo nuovi contenuti ma soprattutto strumenti e metodi per apprendere
  • gli antichi saperi: le resistenze da mettere in atto contro la distruzione di identità, contro la perdita delle radici e contro la scomparsa, finora sempre avvenuta, delle culture perdenti
  • i servizi formativi e i servizi di supporto alla scuola che possono essere sviluppati in rete. Quali sono e come realizzarli. Realizzare modelli, sperimentarli, raccoglierli, standardizzarli, proporli alle istituzioni e ai privati
  • i tempi e il set dell'apprendimento nella scuola in rete

 

2. la didattica

  • Pubblicazione di progetti didattici validati da sperimentazione sul campo e strutturati in modo da essere comunicabili e spendibili in altre realtà scolastiche

 

3. la sperimentazione

  • Presentazione di modelli di sperimentazione, progetti, risultati

 

4. la denuncia

  • Analisi della scuola oggi: inefficienza, sprechi, diritti negati

 

5. il software

  • Presentazione di programmi utili all'azione didattica e ai servizi in rete elaborati in proprio o prodotti da software house.

 

Il "documento proposta", di cui sono stati presentati alcuni passi, fu inviato a una sessantina di frequentatori della rete che intervenivano nelle liste di discussione, nei newsgroup, oppure che erano autori di siti web, gestori di esperienze didattiche, ecc.. Una metà degli invitati aderì all'iniziativa scegliendo l'area tematica di interesse e impegnandosi a scrivere articoli nei termini e nei tempi stabiliti dalla redazione.

Il progetto iniziale prevedeva la costituzione di una redazione "virtuale" la qual cosa non si è pienamente realizzata, non per impossibilità tecnica, ma, stando alle motivazioni date dagli interpellati, per mancanza di tempo. Si è costituita una redazione mista una parte opera nello stesso spazio fisico, a Frosinone, un'altra è distribuita in varie parti d'Italia.

Ad oggi sono stati pubblicati 4 numeri con un minimo di 25 ad un massimo di 38 articoli. I collaboratori sono diventati una ottantina, non sono solo italiani, infatti la rivista ha arricchito le sue aree introducendo:

  • "i modelli", area riservata alla presentazione di sistemi scolastici di altri paesi e il dibattito che lì si svolge intorno alla crisi dei sistemi scolastici tradizionali. Finora sono stati pubblicati i modelli di Spagna, USA, UK, Francia, Israele, Russia, Finlandia, Giappone
  • "la continuità didattica", scuola primaria, secondaria, università
  • "recensioni", presentazione di libri, software, ecc.
  • "contributi scientifici", ipotesi interpretative, teorie e proposte sull'apprendimento, la cultura, le reti telematiche.

 

 

Il lavoro in rete

 

Buona parte del lavoro di redazione si svolge in rete e si può così sintetizzare:

 

  • scelta del tema da sviluppare nell'area.

La scelta avviene attraverso un fitto intreccio di posta elettronica tra il redattore responsabile dell'area e i collaboratori della stessa. Si tiene conto dell'attualità e del dibattito che si svolge nelle mailing-list e nei newsgroup. Sono proprio questi i serbatoi che forniscono collaborazioni, infatti, i redattori seguono le liste di discussione e i ng che si occupano di scuola, quando emergono interventi di un certo interesse, si contatta l'autore che viene invitato a collaborare con la rivista.

Non si danno mai vincoli rispetto alla lunghezza dei pezzi, ne' rispetto all'uso di immagini, link, file sonori, ecc..

La redazione e la direzione della rivista non operano come un vertice editoriale ma come una sorte di coordinamento di un lavoro di gruppo allargato e virtuale, se c'è una direzione questa è sicuramente debole. Spesso le proposte scaturiscono direttamente dal dibattito nelle mailing list dove può avvenire di proporre a Tracciati l'approfondimento di determinati argomenti.

Ci sono autori che preparano direttamente l'html utilizzando l'impaginazione standard di Tracciati, altri che spedisco i file in .doc e .txt. Alcune aree sono organizzate direttamente da redattori in rete, questi operano allo stesso modo delle redazione presente a Frosinone. Alla fine, alla scadenza concordata, inviano il pacchetto di articoli.

Ci sono temi che sono sviluppati da un sol collaboratore, altri che vengono suddivisi e poi riorganizzati insieme per integrarsi e completare il contenuto, oppure per presentare punti di vista diversi, tutto questo sempre attraverso uno stretto giro di posta.

Per esempio la presentazione della riforma LOGSE della Spagna è stata realizzata da collaboratori in Italia che hanno operato insieme ad altri della Spagna, i contatti si sono creati attraverso "edulist" la più importante lista di discussione sulla scuola della Spagna. Alla fine sono stati coinvolti movimenti sindacali, movimenti per il rinnovamento psicopedagogico e persino un ex ministro di un'Autonomia Spagnola. E' avvenuta la stessa cosa per il National Curriculum dell'UK

Altre volte si è preferito sviluppare una specie di intervista e sottoporla a diversi collaboratori. I risultati sono stati pubblicati integrando le varie risposte.

Altre volte ancora l'articolo pubblicato è stato il risultato di un lungo lavoro in mailing list, per esempio è avvenuto sulle proposte per la riforma dei cicli scolastici, per l'individuazione delle competenze trasversali per la nuova scuola (ovvero una sorta di controcanto della rete al lavoro dei 44 saggi del Ministro della PI Berlinguer), per un progetto di scuola virtuale denominato DIDAWEB, per l'autonomia scolastica, per l'abolizione dell'obbligatorietà dei libri di testo.

Sono state sperimentate chat per fare assemblea dei collaboratori, redazione, e tavole rotonde.

La redazione predisponeva il tema e una sua articolazione, si stabiliva un moderatore, un orario e si partiva. Scopo della chat era raccogliere la discussione e pubblicarla come uno spaccato dell'elaborazione collettiva attraverso la rete. L'interesse per i risultati era soprattutto nella possibilità di verificare la creazione di un autore collettivo in tempo reale.

Le esperienze fatte ci hanno portato a concludere che la chat era troppo rigida e troppo veloce per arrivare a dei livelli di elaborazione significativi. Dopo alcuni esperimenti con risultati non proprio esaltanti si è rinunciato all'esperienza, cosicché attualmente le relazioni sono tenute solo attraverso la posta elettronica.

 

Gli aspetti negativi

 

Uno degli aspetti negativi dell'attuale stato della rete risulta essere la mancanza di interattività su argomenti di un certo spessore. I siti che presentano informazioni " facili" sono frequentati ed aggiornati con un lavoro collaborativo su una base strutturata interattivamente, ma quando si chiede di intervenire su argomenti pedagogico didattici, su aspetti progettuali inerenti la struttura scolastica, allora i contributi non ci sono, le relazioni non si intrecciano.

Per esempio la rivista ha una pagina di invito alla collaborazione, ci è giunto un solo articolo proposto da uno dei naviganti che l'hanno visitata. E' predisposta la forma per inviare messaggi, repliche, contributi, ecc.., in un anno è stata utilizzata pochissime volte, qualche decina, e solo per inviare alla redazione i complimenti per i materiali pubblicati. Ci sono poi articoli che contengono questionari per scuole, insegnanti singoli, ecc., i questionari sono organizzati in modo che basta cliccare nei quadratini a fianco e infine su "spedisci", tutto molto semplice, eppure le risposte sono state davvero rare. Gli inviti alla relazione quindi cadono nel vuoto, tanti complimenti per il prodotto realizzato ma poi restiamo soli con i dubbi sulla vera utilità della rivista. Dal monitoraggio dei contatti, sappiamo chi e da dove si collega, quante volte lo fa e per quanto tempo, quale articolo contatta e se si scarica la rivista completa sul suo HD. Ogni numero ha circa 4000 contatti, una parte (il 20%) "sfoglia" la rivista ma non si sofferma sugli articoli, un'altra apre alcuni articoli ( circa il 60%), un altra ancora entra mirata su una precisa pagina web. Pochi scaricano tutta la rivista predisposta in zip.

Nonostante le negatività sopra illustrate ritengo molto positivo, e a tratti esaltante, il fatto che alcune decine di persone, sparse in diversi paesi, che si conoscono solo attraverso la rete, che si impegnano senza compenso alcuno per e solo su un rapporto di fiducia "virtuale", tengono in vita un'esperienza fino a pochi anni fa inimmaginabile.

 

 

Il futuro di Tracciati

Nella rete si sta operando in modo deludente, invece della cooperazione, "del fare rete" si fanno tanti prodotti simili, nessuno dei quali soddisfa in modo adeguato le esigenze del settore. Emergono per originalità solo alcune pubblicazioni, tra queste Tracciati rimane ancora oggi una rivista che pubblica materiali appositamente elaborati che mantengono un certo spessore. Una critica che spesso viene rivolta suona più o meno così: "bella ma troppo cartacea", dove alcuni intendono articoli troppo lunghi e linguaggio non adatto alla rete.

Il problema dei siti fotocopia nasce dal fatto che tutti, a cominciare dai provider con i conti sempre in rosso e sempre al limite della chiusura, cercano di realizzare masse di memorie di qualsiasi genere, pronte per essere vendute quando la rete diventerà matura per i profitti. Anche l'esperienza di Tracciati serve a riempire i vuoti in attesa dei profitti. Quando i grandi monopoli dell'informazione saranno pronti, si approprieranno di tutto il lavoro volontario, di tutta la creatività prodotta in questi anni. Qualche esperienza che si vende facilmente sarà fagocitata, le altre dovranno operare ai margini con scarsa visibilità e potere di intervento.

La non regolamentazione delle reti se da una parte può essere sinonimo di libertà dall'altra, ed è bene non dimenticarlo, significa affidarsi alle regole del mercato. Questo vuol dire che si creerà un circuito di prodotti a larga visibilità, cioè prodotti massa. La rete sarà governata da una sorte di auditel naturale e cioè i listati dei traffici. La commercializzazione della rete porterà quindi alla riduzione del ruolo dei prodotti di qualità in quanto questi, avendo poco traffico, saranno ulteriormente emarginati.

 

Alla luce di quest'analisi il futuro di Tracciati si gioca tra due fuochi: rimanere un'esperienza volontaria con tutta la precarietà che questa condizione comporta o cercare soluzioni di mercato?

La redazione crede ancora che la rete possa essere un luogo diverso, un luogo dove il sapere collaborativo, il volontariato, l'autore debole possano avere un ruolo non marginale. C'è la convinzione però che con le condizioni date si è giunti al massimo della qualità possibile e un salto, che è necessario ed auspicabile, è realizzabile solo con maggiori mezzi a disposizione e soprattutto conquistando una maggiore visibilità. La visibilità è indispensabile ma questa si ottiene o creando una rete fitta di link e mirror, oppure approdando a un sito di grande richiamo e fortemente sostenuto da pubblicità.

Fini ad oggi i prodotti realizzati non a scopo di lucro hanno ancora un ruolo, una visibilità forte, un riconoscimento della rete, e questo perché in giro c'è poca roba e i grandi editori non ancora sono scesi in campo con le reali potenzialità dei loro magazzini, delle loro strutture organizzative, delle loro risorse umane, tecnologiche ed economiche.

La redazione è convinta che i vari siti educational dovrebbero specializzarsi, dopo di che si dovrebbe procedere a creare una rete di energie ben spese in funzione della qualità dei prodotti e non in funzione dell'aumento di luoghi che si richiamano tra loro in un vuoto continuo di contenuti.

Insieme ci sarebbe un potere contrattuale, da soli si permetterebbe i soliti giochi ai soliti potentati e ai soliti personaggi che già hanno consolidati rapporti con le case editrici, le TV, ecc.., cioè la rete non cambierebbe affatto il panorama della cultura italiana.

 

Un network scolastico "no profit" e collaborativo è possibile realizzarlo in questo modo:

  • creare un elenco di siti educational disponibili e che già producono materiali significativi
  • lanciare un'ipotesi di coordinamento attraverso un'area di discussione
  • creare una tendenza alla specializzazione, all'impegno su un servizio dei tanti che servono all'educational
  • ottenere da più provider possibili l'ospitalità gratuita per i prodotti educational
  • creare un movimento impegnato a realizzare una carta dei diritti formativi nelle reti