Internet, censura e valutazione dei contenuti

di E. Pantò

Giornalisti in cerca di titoli ad effetto hanno amplificato e in qualche caso creato del tutto, Internet covo di pedofili, mezzo di adescamento, sterminato contenitore di materiali pornografici, ricettacolo di perversioni e quindi potenziale grave pericolo per i minori.

Non si può negare che Internet, al pari di ogni media, sia largamente utilizzata per pubblicizzare e diffondere materiale pornografico di vario livello: il sito di Playboy ha sempre avuto un numero di accessi elevatissimo e probabilmente sarà grazie a siti di questo genere che il commercio elettronico un giorno decollerà …

Per tutelare i minori dalla visione di questi materiali è in corso da alcuni anni una battaglia ricca di colpi di scena.

Bill Clinton e il suo vice Al Gore, nella prima tornata elettorale, fecero dell'Information Highways uno dei loro cavalli di battaglia: Internet avrebbe risollevato il sistema educativo statunitense. Il primo grande scontro fra il governo nordamericano e la comunità telematica è avvenuto nel febbraio 1996 con la firma apposta da Clinton sul Communication Decency Act: in quei giorni migliaia di siti oscurarono le loro pagine aderendo alla campagna Blue Ribbon Free Speech. La libertà di espressione rischiava di essere compromessa: la presenza di parole come "aborto" potevano rendere un sito inadatto alla visione di un minore. Il vasto movimento d'opinione creatosi riportò una prima vittoria nel giugno 1996, fino alla definitiva sentenza d'incostituzionalità del giugno 1997 che ravvisa nel CDA una minaccia alla libertà di parola protetta dal primo emendamento.

Di conseguenza la Casa Bianca non potendo applicare una censura repressiva, sposta la responsabilità alle famiglie e ai fornitori di informazione, promettendo entro breve tempo un metodo efficace per effettuare controlli sul materiale indecente.

 

Baby sitter elettroniche

 

Numerosi prodotti software consentono di definire parametri per inviduare i siti da bloccare: SafeSurf, NetNanny, Cybersitter contengono minuziosi elenchi di siti considerati sconvenienti, che possono essere aggiornati e modificati oltre che essere utilizzati per stabilire orari e durata delle connessioni. Prodotti che sembrano prestarsi molto bene alle esigenze di datori di lavoro, biblioteche, scuole e famiglie ma che spesso non funzionano, come descritto da Paul Wallich su Scientific American: provate, come ha fatto lo studente Bennett Haselton, a mettere sulla vostra pagina web la scritta "Don't buy Cybersitter" e il filtro non permetterà che la pagina sia leggibile; lo stesso studente ha pubblicato l'elenco dei siti bloccati da Cybersitter e per questo rischia un'azione legale. Cybersitter, ma anche gli altri, non vi lascerebbero accedere neanche alle poesie di Robert Frost, visto che contengono la parola queer (finocchio).

 

Senza filtro, grazie

 

Un altro meccanismo che dovrebbe garantire una navigazione sicura è quello di valutazione del contenuto, il cosiddetto rating: si tratta di etichette che descrivono il contenuto di un intero sito o di un singolo documento. Si tratta di standard tecnici messi a punto dal WWW Consortium del MIT, denominato PICS (Platform for Internet Content Selection). Queste etichette si basano su sistemi di valutazione che possono essere diversi: i più diffusi oggi sono quelli a cura di RSAC (Recreational Software Advisory Council) e di SafeSurf.

Un'etichetta RSACi (i sta per Internet) contiene quattro cifre, ogni cifra indica il valore di violenza, nudità, sesso e linguaggio offensivo mentre SafeSurf prevede nove categoria: l'età dei destinatari, un maggior dettaglio sulle tematiche sessuali (eterosessuali ed omosessuali), droga, intolleranza, violenza, eccetera. Queste categorie sono contenute nei file . rat che possono essere utilizzati dai browser comunemente usati per la navigazione: Internet Explorer, ad esempio, ha al suo interno la possibilità di definire le proprie preferenze secondo gli standard PICS.

Le etichette possono essere prodotte in proprio o da terzi; il lettore oltre a stabilire i livelli di violenza, eccetera, sceglierà a quale agenzia di rating affidarsi: per capire l'importanza della necessità di una diversificazione delle agenzie, basta pensare a come sarebbe classificato un documento sull'aborto secondo la redazione di Famiglia Cristiana, del Manifesto o di una rivista medica. Oppure proviamo ad immaginare un'unica agenzia di rating governativa.

Molti altri problemi sono connessi all'uso del rating: i motori di ricerca potrebbero essere abilitati a ricercare solo sui siti muniti di etichette. Chi non avrà potuto, per ragioni economiche – l'agenzia di rating dovrà pur farsi pagare - o voluto, per ragioni politiche, attaccare un'etichetta al proprio sito resterà invisibile su Internet.

 

Anche in Italia qualcuno sta pensando ad un sistema di valutazione e alla realizzazione di un'agenzia di rating: questo sistema di valutazione potrebbe essere utilizzato anche dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni per definire "un codice di autoregolamentazione" per i fornitori di accesso.

IT-RA, questo il nome dell'agenzia, prevede otto categorie: violenza, sesso, linguaggio, pubblicità, religione, politica, razzismo, didattica. Ecco che già emergono profili culturali: i nordamericani ritengono più importante controllare l'accesso alle informazioni su alcolici e tabacco, mentre per noi la politica diventa una cosa a cui esporsi con attenzione.

 

Qual è il contenuto di violenza nel Guernica di Picasso? E quanto di nudo nel Petit Dejuner sur l'herbe di Manet?

Studi, bibliografie dovranno indicare quali sono i valori e l'agenzia di rating utilizzata nell'effettuare le ricerche sulla rete….. ma in Italia questo problema non è ancora sentito, non ne discutono per ora né gli insegnanti né i bibliotecari, probabilmente le due categorie più interessate all'accesso all'informazione.

 

La soluzione all'accesso del materiale osceno sulla rete non c'è ancora: è solo attraverso l'impegno di genitori e insegnanti, che con metodi e approcci diversi possono dare ai giovani gli strumenti e il supporto necessario per affrontare in modo equilibrato e critico quello che è possibile trovare sulla rete, che non è poi diverso da quello che devono affrontare nella vita. I bollini verdi, gialli e rossi servono solo ad eludere le proprie responsabilità di educatore.