MULTIchee? Matematica e nuovi linguaggi multimediali

 

di Fabrizio Iozzi

fabrizio.iozzi@uni-bocconi.it

 

 

 

Presso l’Università Bocconi di Milano, si è tenuto dal 30 Marzo al 1 Aprile il Convegno "MULTIchee? Matematica e nuovi linguaggi multimediali", organizzato dal Centro di Ricerca PRISTEM della stessa università. Al convegno hanno partecipato circa 300 tra professionisti della matematica (insegnanti di tutti gli ordini di scuole, professori universitari), esperti di discipline affini, esponenti del mondo dell’industria informatica e semplici interessati.

 

A otto anni dal primo convegno organizzato dal PRISTEM, questo convegno ha rappresentato una novità. Per la prima volta, infatti, si è discusso attorno a problematiche sorte non dalla matematica ma che hanno influenzato il modo di fare, insegnare e comunicare la matematica: le nuove tecnologie informatiche.

In che cosa consistono le nuove tecnologie informatiche, presentate come insostituibile motore delle odierne dinamiche sociali e come protagoniste, fra l’altro, del rinnovamento della scuola e delle forme di trasmissione del sapere? Che cosa esprimono i nuovi termini entrati prepotentemente nel linguaggio di ogni giorno: posta elettronica, pagine Web, Internet, reti telematiche, mailing list ecc.? È solo una moda passeggera? Oppure stiamo assistendo alla nascita e alla diffusione di nuovi strumenti, destinati a cambiare rapidamente aspetti non marginali della nostra vita (come è successo, ad esempio, per il telefono)? O, addirittura, siamo in presenza di una vera e propria rivoluzione, che prelude all’inizio di una nuova epoca?

A queste (e ad altre) questioni hanno tentato di rispondere, nei tre intensi giorni di lavoro, i relatori, cercando di evitare atteggiamenti di tecnofobia o di tecnofilia e di cadere in posizioni di luddismo tecnologico o di facili trionfalismi.

I primi 4 brevi interventi hanno acceso subito la discussione, suscitando interesse e curiosità proprio per la loro originalità. G.C. Barozzi (Università di Bologna) ha descritto un "manuale di sopravvivenza per il matematico in un mondo che cambia"; Renato Betti (Politecnico di Milano) ha messo in guardia dal fascino effimero di molte tra le cose che la rete Internet offre ai navigatori. Settimo Termini (Università di Palermo) ha discusso un paradigma consolidato di molte riflessioni sulla modernità: il ragionamento per immagini. Quasi sempre considerato come un’evoluzione (o un superamento, addirittura) del modo tradizionale di argomentare, il ragionamento per immagini ha comunque dei limiti e dei pericoli di cui, senza eccessive paure, è necessario tenere conto. Attraverso la citazione di numerosi studi sull’influenza dell’immagine sul ragionamento (da Einstein a Bourdieu), è stato condotto un percorso disincantato tra affascinanti speculazioni sul modo di apprendere contenuti matematici. Infine, Claudio Rigettini (Lodi) ha tentato di svelare il vero volto della tanto (forse troppo) pubblicizzata "multimedialità nella scuola". Attraverso l’esperienza diretta di un docente, alle prese con i colleghi, la burocrazia, gli studenti, si sono potuti vedere, al di là delle parole roboanti del Palazzo, i limiti di un "programma per lo sviluppo delle nuove tecnologie didattiche" che si esaurisce, spesso, nell’acquisto di alcuni personal computer ma non cambia il modo di fare scuola, e questo non sempre per colpa dei docenti.

Lungimirante, profondo e al tempo stesso brillante e coinvolgente, è stato l’intervento di Gianni degli Antoni (Università di Milano). Uno dei più importanti esponenti del mondo accademico milanese, a lungo direttore del dipartimento di Informatica, ha presentato passato presente e, soprattutto futuro della rivoluzione multimediale con una visione di insieme veramente suggestiva (e, forse, eccessivamente ottimistica). Dalla programmazione ad oggetti allo studio della storia delle tecnologie informatiche, passando per i mondi della scuola, dell’università, dell’industria, Degli Antoni ha saputo offrire un panorama dell’informatica a 360 gradi, coinvolgendo tutto il pubblico presente.

È poi intervenuta Rosa Maria Bottino del CNR di Genova che ha mostrato come il processo di introduzione delle nuove tecnologie nella scuola non possa non passare da due elementi essenziali: lo studio approfondito delle nuove possibilità offerte dagli strumenti informatici e il pieno coinvolgimento dei docenti, attori primi di questa prossima rivoluzione. Le ha fatto seguito l’intervento di Michele Pellerey, rettore dell’Università Salesiana di Roma e ordinario di Didattica Generale, che ha studiato l’efficacia dei mezzi di comunicazione multimediali, sottolineando in particolare tre aspetti cruciali: la necessità di una qualche forma di certificazione della qualità educativa dei prodotti multimediali, lo sviluppo di sensibilità "metacognitive" come premessa all’uso sistematico delle nuovi media e, infine, la collaborazione come elemento centrale della produttività in rete.

 

Nella seconda giornata, tra due interventi di sapore più squisitamente matematico (Sandro Salsa, Università Bocconi, ha parlato di un’esperienza didattica con il calcolatore per lo studio dei sistemi dinamici; Renato Betti, Politecnico di Milano, ha esplorato i legami della matematica, vecchia e nuova, con la crittografia), ha trovato posto la relazione di Paolo Ferri, docente di Informatica e critica letteraria presso lo IULM di Milano, sugli "Scenari filosofici della rivoluzione digitale". Paolo Ferri ha iniziato una riflessione sugli scenari che si profilano con la diffusione di nuovi mezzi di comunicazione telematica. In particolare, ha approfondito tre nozioni cardine della tradizione culturale occidentale: individuo, testo e comunità, che subiscono una slittamento concettuale significativo nella loro versione "cyber". L’individuo diviene "cyborg", intreccio indissolubile di natura e tecnologia; il testo perde la sua dimensione lineare e successiva per trasformarsi in uno spazio cognitivo polidimensionale abitato da grafi, suoni ed immagini. La comunità perde il suo radicamento nel territorio per divenire comunità di interessi e di affinità che si estende ben al di là dei confini geografici o linguistici che l’hanno delimitata in passato.

In contrasto con il diffuso entusiasmo sull’ipertestualità è intervenuto Massimo Bonfantini, docente di Semiotica al Politecnico di Milano. Bonfantini ha espresso in modo molto diretto le sue perplessità circa l’indispensabilità dei prodotti ipertestuali nella comunicazione e nei processi di apprendimento. Con esempi concreti e di forte presa sull’uditorio, Bonfantini ha sottolineato la necessità di svincolare la cultura in senso più lato dall’immagine inerte e dogmatica che la sua compressione in strumenti strutturalmente predeterminati. Il dialogo, ha proseguito Bonfantini, è necessario anche in quanto esso è spesso metadialogo, cioè riflessione sul dato statico. Ciò risulta di fondamentale importanza in matematica, dove il rischio di cadere in un vuoto o astratto "simbolismo" è sempre in agguato.

 

Al termine delle due prime giornate di lavori i partecipanti si sono divisi in varie aule, per seguire sei seminari sulle applicazioni concrete della multimedialità. Fabrizio Iozzi e Desiderio Poletto (Università Bocconi) hanno guidato attraverso una navigazione "originale" in rete; Angelo Lissoni (INCA Marsiglia) ha esposto il progetto europeo AEVEM per la valutazione automatica in matematica; Riccardo Paolillo e Fabrizio Rimoldi (Apple Italia) hanno riferito del progetto ACOT (Apple Class Of Tomorrow), un’iniziativa che ha coinvolto ricercatori, professionisti, operatori tecnologici e, in prima linea, docenti col fine di comprendere che cosa avviene in una classe quando si unisce una potente tecnologia ad un’istruzione efficace. Una nota particolare merita l’intervento di Carla Bertorello, Giovanna Martellotti e Claudio Seccaroni (Cooperativa CBC, Roma) che hanno esposto i risultati delle applicazioni della teoria dei grafi allo studio delle giornate degli affreschi: un progetto pilota la cui realizzazione è "sotto gli occhi di tutti" a Roma, nella loggia di Palazzo Rospigliosi Pallavicini, e a Orvieto, nella Cappella di San Brizio del Duomo.

 

La terza giornata ha visto gli interventi di Giancarlo Mauri e Stefania Bandini (Università di Milano) sugli automi cellulari e sulle loro applicazioni; di Orsola Torrani, giovane avvocato milanese, che ha esposto in modo chiaro e coinvolgente le problematiche giuridiche legate allo sviluppo della rete Internet; di Mario Negro (Cap Gemini Italia) direttore di un progetto multimediale che ha coinvolto, per la diffusione delle immagini a distanza, il Natural History Museum di Londra. Al termine, dopo una breve relazione di Franco Carlini, si è tenuta un’animata tavola rotonda che ha concluso i lavori del convegno.

 

Il bilancio dei tre giorni è, senza dubbio, largamente positivo. Le relazioni hanno mostrato, da diversi punti di vista, non necessariamente legati alla matematica, come le nuove tecnologie multimediali possono entrare a far parte del lavoro di chi produce, comunica e trasmette matematica e, in senso più lato, cultura. Contrariamente a quanto è avvenuto in altre occasioni, anche le opinioni non ortodosse hanno avuto spazio adeguato e dai contrasti e dal disincanto di alcuni relatori sono nate interessanti discussioni. In un certo senso, il convegno ha, per molti, segnato il confine tra una prima fase di entusiasmo incontrollato e quella, successiva, di riflessione tranquilla e disincantata sulle prospettive della comunicazione degli anni a venire.