RIFKIN / INTERVISTA

 

LA CHIESA É LA MIGLIORE ED ULTIMA SPERANZA

 

di Francesco Fischer

 

"La Chiesa cattolica ha una responsabilità centrale nell'epoca delle biotecnologie. La brevettabilità della vita può segnare una svolta teologica di portata storica." Così esordisce Jeremy Rifkin, in un'intervista che abbiamo raccolto a Milano. "Brevettare la vita potrebbe avere enormi conseguenze teologiche - dice Rifkin - perchè sarebbe il riconoscimento sociale che sono gli uomini gli architetti della vita. Se i geni vengono brevettati, commerciati e controllati dalle aziende i nostri figli impareranno che la vita è un'invenzione umana, un prodotto degli ingegneri. E il segreto della vita perderà di significato. La Chiesa è l'ultima e la migliore speranza per preservare il mistero della vita. Se la Chiesa non prende posizione sulla brevettabilità della vita rischia di mettere in gioco la sua stessa sop ravvivenza. Nel 1987 gli Stati Uniti hanno esteso la brevettabilità a tutte le creature <<prodotte dall'uomo>>, equiparando così la vita a un manufatto. Da allora sono state brevettate centinaia di nuove specie di microorganismi, di vegetali e di animali. Il governo statunitense sta quindi accreditando l'idea che gli esseri viventi siano considerabili opere dell'ingegno umano. Spesso vengono innestati geni completamente estranei alle specie che li ricevono. Un gene della resistenza al freddo prelevato da un pesce è stato innestato nel pomodoro, un gene per le sostanze luminose delle lucciole è stato innestato in una pianta di tabacco rendendola luminosa, topi e tori hanno ricevuto geni umani. Con la fusione di cellule embrionali di capra e di pecora - due specie distinte - è stata creata una chimera con testa di capra e corpo di pecora. Questi esperimenti non sarebbero stati possibili con le tecniche di ibridazione tradizionali come q uelle impiegate negli innesti vegetali o incrociando un cavallo con un asino per ottennere un mulo. La natura pone infatti barriere precise. Ma le manipolazioni genetiche permettono ora di superare tutti i limiti biologici, ricombinando specie del tutto estranee. Le specie non vengono più considerate come entità indivisibili ma come contenitori di programmi genetici modificabili e ricombinabili in laboratorio.

D: Quali saranno i settori più influenzati dalle nuove biotecnologie?

R: "Una delle conseguenze più importanti delle biotecnologie riguarda l'agricoltura, un settore da cui oggi trae il suo reddito quasi la metà degli abitanti del pianeta. Negli Stati Uniti gli agricoltori sono oggi meno del 2,5 per cento della popolazione attiva. Le nuove biotecnologie lasciano intravedere un mondo senza agricoltori, con gravi conseguenze per i 2,4 miliardi di persone che oggi lavorano la terra. Le biotecnologie e l'informatica si stanno fondendo in un unico complesso tecnologico che tende a far divorziare l'agricoltura dalla terra, dal clima e dalle stagioni. Alcuni esperti del Ministero dell'agricoltura statunitense prevedono campi piantati solo con vegetali perenni per captare la luce solare e produrre biomassa indifferenziata. Il resto della produzione si svolgerebbe poi al chiuso. In grandi stabilimenti urbani la biomassa verrebbe trasformata con reazioni enzimatiche in soluzioni zuccherine e in una pasta da sagomare ad imitazione dei prodotti agricoli tradizionali. Nel campo degli aromi alimentari il divorzio fra la terra e la produzione è molto vicino: una società biotecnologica californiana sta brevettando un processo per produrre vaniglia in impianti industriali con tessuti di coltura senza terra. Questa vaniglia biotecnologica dovrebbe essere disponibile a 90.000 lire al chilo, contro i quattro milioni al chilo della vaniglia ottenuta oggi dalle piante. 100.000 agricoltori delle isole dell'Oceano Indiano dove si coltiva la vaniglia - Madagascar, Reunion e Comore - potrebbero perdere la loro fonte di sussistenza. Ma la vaniglia - con un mercato mondiale di 200 milioni di dollari - è solo l'inizio. Il mercato mondiale degli aromi alimentari è di tre miliardi di dollari e cresce rapidamente."

D: Il patrimonio genetico sta diventando allora anche un patrimonio finanziario?

R: "Nei prossimi decenni i geni diventeranno una delle risorse economiche più importanti. E il computer sarà lo strumento principale che permetterà di farli fruttare. I linguaggi e le tecniche dell'informatica stanno infatti colonizzando la biologia. Le aziende mediche, farmaceutiche, chimiche e agroalimentari si stanno coagulando in un complesso industriale con un potenziale finanziario superiore a quello del settore petrolchimico Si tratta di una svolta epocale perchè segna il passaggio dalle pirotecnologie basate sul fuoco e sui combustibili alle biotecnologie, basate sulla possibilità di ricombinare, cucire, inserire, togliere o aggiungere materiali genetici creando nuove varietà di animali, vegetali e microorganismi mai esistiti in natura."

D: Tempo fa lei disse che l'inquinamento da informazione si sta affiancando a quello chimico e fisico e che le sue conseguenze potrebbero diventare altrettanto gravi.

R: "La fabbricazione e la diffusione su scala industriale dei prodotti delle manipolazioni genetiche sono una forma di inquinamento da informazione. I geni sono infatti la sede e il mezzo di espressione e trasmissione dell'informazione biologica. Ma cresce anche un'altra forma d'inquinamento da informazione: l'inquinamento dello spettro elettromagnetico. (Lo spettro elettromagnetico è la gamma delle radiazioni di cui una parte viene usata per il traffico delle telecomuncazioni radiofoniche, televisive e telefoniche. N.d.r.). Fino a poco tempo fa lo spettro elettromagnetico - l'etere, si diceva una volta. N.d.r. - era un global common , cioè un patrimonio collettivo come le acque e i fondali degli oceani o l'atmosfera. Ma oggi lo spettro elettromagnetico viene gradualmente privatizzato e redistribuito secondo criteri finanziari. Presto ci saranno Paesi che dovranno pagare altri Paesi per accedere agli spazi di telecomunicazione. Una parte sempre più grande delle attività economiche più lucrative si sta svincolando dalla geografia e si sposta per così dire nello spettro elettromagnetico, nel ciberspazio. Il legame dell'economia con i luoghi fisici e le comunità locali tende a ridursi. Anche una parte dell'economia materiale tende a svincolarsi dal territorio, organizzandosi in aziende virtuali che utilizzano manodopera just-in-time (appena-in-tempo). Queste aziende possono spostare le loro attività materiali nelle città, nelle regioni o nei continenti di volta in volta più convenienti. Un rimedio a questo sradicamento può venire dall'espansione delle attività nel cosiddetto terzo settore, che in realtà è il primo per importanza. Una fabbrica di computer si può trasferire in un altro continente ma una biblioteca, una Chiesa, un'asilo o una scuola no. In Italia la Chies a è stata a lungo ed è ancora oggi l'istituzione non statale più importante nello sviluppo del terzo settore. Mentre il mercato tende sempre più a svincolarsi dalla geografia, nel prossimo futuro le due entità necessariamente legate al territorio e alla comunità, cioè il settore pubblico e il terzo settore dovranno lavorare in alleanza per preservare o ricostruire il tessuto della società civile. Nella nuova società tecnologica lo Stato dovrà essere più legato agli interessi dell'economia sociale che non a quelli dell'economia del commercio."