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E adesso arriva la burocrazia online
Alessandro Rabbone
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La burocrazia scolastica adesso arriva attraverso Internet.
Lo sa bene chi, di questi tempi, si arrabatta come direttore di corso, tutor o corsista, con il sito Monfortic dell'INVALSI che coordina il piano, cosiddetto UMTS, di formazione base sulle tecnologie per più di 150.000 docenti italiani.
Procedure piuttosto complicate, soprattutto per chi non ha mai avuto a che fare con meccanismi di registrazione online; cruscotti per il monitoraggio nazionale e regionale, codici di scuole, attivazioni di account, userID, password, "congelamenti" di dati, informazioni contrastanti (notizie autentiche o solamente leggende metropolitane...), account di posta da attivare obbligatoriamente sul dominio del MIUR (con conseguenti tempi biblici di connessione), risposte tipo FAQ che arrivano massivamente e in automatico a liste di discussione nazionali che nulla hanno a che vedere con Monfortic...
Insomma una gran confusione che non fa che aumentare la già diffusa diffidenza dei docenti italiani nei confronti della tecnologia telematica.
Certo lo sforzo è meritorio. Formare, o meglio "alfabetizzare", con corsi misti, online e in presenza, 160.000 docenti entro il 2003 non è un'impresa da poco. Un po' di ordine ci vuole, ma l'ordine non è sempre alleato della chiarezza e della semplicità d'uso.
E poi non si era detto, a proposito di amministrazione, che il decentramento poteva essere una soluzione per evitare appesantimenti burocratici?
Personalmente sono sempre stato un fautore quasi "estremista" della formazione sull'impiego delle tecnologie, ma devo ammettere che se fossi un giovane insegnante appena entrato in servizio, o semplicemente un utente poco pratico di computer e Internet, questo panorama lo troverei a dir poco sconsolante e scoraggiante.
Che dire poi dei contenuti dei corsi UMTS?
A me, che ho cominciato ad occuparmi di computer a scuola quando ancora si usavano i Commodore 64, che ho sempre visto nella multimedialità e nella telematica un'alternativa oggettiva a modi di insegnare/apprendere statici,
pesantemente direttivi e trasmissivi, quest'idea del syllabus della patente europea (ECDL) non convince affatto. Non convince perchè la ritengo una riproposizione, questa volta sul piano dei contenuti, di un modo di pensare alla scuola in termini "grigi" e burocratici.
Che senso ha infatti prendere la suite "Office" (Microsoft o similare non ha poi molta importanza in questo senso) come modello, come syllabus appunto, di "ciò che il candidato [insegnante in questo caso] deve sapere e saper fare..."? Non significa forse che si pensa all'insegnante come ad un esecutore che deve avere le stesse competenze tecnologiche di chi lavora in un "ufficio"? Non significa forse che le competenze didattiche devono essere in qualche modo subordinate e derivate derivate da quelle cosiddette "tecnologiche"?
E il sospetto di un asservimento culturale della scuola al mondo del commercio e dell'economia (al "mercato" si potrebbe dire sinteticamente) prende corpo nel momento in cui si pensa che se Microsoft disponesse un prodotto di grafica professionale all'altezza di Adobe Photoshop o di Corel Draw, probabilmente gli insegnanti italiani sarebbero costretti ad "alfabetizzarsi" anche sul trattamento digitale delle immagini... Invece no.
Ad un esecutore che lavora in un ufficio saper trattare le immagini non occorre. E questo, naturalmente, a dispetto di tutte le affermazioni di principio che rivendicano per l'educazione all'immagine e per quella musicale pari dignità rispetto a quella linguistica e matematica.
E per quanto riguarda la metodologia didattica implicita nei corsi che seguono il syllabus? Cognitivismo? Costruttivismo? Niente di tutto ciò mi pare.
Eppure sappiamo molto bene che l'insegnante tende a riproporre ai propri alunni non solo i contenuti, ma anche i modelli didattici con cui è venuto in contatto in sede di formazione o aggiornamento...
Basta allora scorrere velocemente alcuni dei programmi o dei manuali cartacei e online che preparano all'ECDL, con relativi test di verifica, per immaginare senza grossi sforzi di fantasia che un domani non troppo lontano i nostri ragazzi della scuola elementare dovranno imparare a memoria, oltre le tabelline, le poesie e le date di storia, anche i tasti di scelta rapida con cui si copia-incolla, si stampa una pagina web ed altre amenità simili...
Che tristezza!
02/02/2003
intervento in http://forum.irrepiemonte.it
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