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Viaggio nell’animo femminile
Mario Amato
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Esistono moti dell’animo femminile spesso incomprensibili agli uomini, soprattutto nel rapporto con l’amore. Molti uomini, ad esempio, non comprendono perché mai molte donne, forse la loro maggioranza, restino legate per tutta la vita all’uomo con cui hanno avuto la prima esperienza d’amore. La questione può essere posta in questo modo: che cosa significa passare dallo stato di adolescente a quello di donna? E perché mai per i maschi il primo rapporto sessuale non è così importante?
Per avere una risposta ci si può rivolgere a Sigmund Freud, ma anche a qualche racconto, ad esempio a “Lettera da una sconosciuta” di Stefan Zweig[1].
Un uomo, uno scrittore di successo, riceve una lunga lettera anonima, che lo informa che un bambino, il figlio della mittente, è morto di tifo e che anch’ella sta per morire, anzi è già morta, perché altrimenti egli non avrebbe ricevuta la missiva. La mittente narra la sua storia: da bambina era andata a vivere con la madre nel palazzo dove era situato l’appartamento dello scrittore e le era bastato uno sguardo di sfuggita per infatuarsi. Divenuta adolescente, la madre si era trasferita da Vienna a Graz, ma nel suo cuore la passione per lo scrittore non si era spenta, al contrario era una fiamma sempre più bruciante, fino al punto di essere infastidita dagli sguardi di ammirazione dei ragazzi e fino al punto di rinunciare agli studi universitari per trasferirsi di nuovo a Vienna, non con la speranza di poter essere amata dall’uomo dei suoi sogni, ma con l’attesa di poterlo soltanto vedere.
Lasciamo, com’è giusto che sia, ai lettori la scoperta delle attese della giovane, e poniamo l’attenzione su altri aspetti del racconto, che possono sembrare marginali, ma che rivelano invece un mondo forse non del tutto passato.
La donna si vende per sopravvivere alla povertà e per assicurare al bambino una vita più che agiata, a quel bambino che ama unicamente perché gli ricorda lo scrittore. Si vende, ma non nel senso che diventa una prostituta, ma colleziona ricchi amanti, per i quali non prova alcun sentimento. La donna ha partorito in un ospedale che ospita prostitute e fanciulle di buona famiglia, come si diceva allora, rimaste incinte, guardate queste ultime con ironia dai medici, che conoscono i loro padri.
Appare, anche se in poche pagine, una Vienna nascosta e sotterranea, ma anche la Vienna dei locali notturni, dove si compiono adulteri nella penombra.
Il racconto, abbastanza breve ma coinvolgente, può sembrare la narrazione di un’ossessione, non certo della stessa natura mitica dell’odio di Capitan Achab per la balena bianca, ma forse più vera, perché riguarda una persona che possiamo definire normale, perché riguarda il mondo borghese. Il racconto avrebbe incontrato i favori di Denis De Rougemont, il quale nel libro “L’amore e l’Occidente”[2] sostiene che nella letteratura occidentale l’amore è rappresentato come passione in assenza, che è in ultima analisi, amore per la morte. In poche pagine Zweig rappresenta l’eterno tra Eros e Tanathos.
NOTE
[1] Zweig, Stefan, Lettera di una sconosciuta, Adelphi, 2009
[2] De Rougemont, Denis, L’amore e l’Occidente, BUR, 1998
giugno 2011
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