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Dell’educare. 79
“ … la crisi della scuola è contenuta nella crisi dell’educazione e della socializzazione … “
Aldo Ettore Quagliozzi
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Propongo un’amara riflessione sulla condizione dei docenti della scuola italiana. La riflessione è tratta dal saggio “Essere insegnanti, divenire maestri“ del professore Raniero Regni. Il saggio è stato pubblicato sulla rivista scolastica “School in Europe“. E’ un saggio datato in verità, ma sono convinto che esso mantenga inalterata una sua attualità, stante le notizie e le confidenze di amici e colleghi che tuttora mi giungono.
All’epoca della lettura del saggio mi premurai di diffonderne il contenuto tra i colleghi della mia scuola di servizio; ricordo benissimo l’enorme effetto che procurò sui pochi docenti cosiddetti di buona volontà. Per la stragrande maggioranza invece le parole scritte dal professore Regni erano ascrivibili alla “poesia“ che immancabilmente le anime candide, secondo i più, tentano di fare all’interno della scuola pubblica italiana.
Fare “poesia“.
Come ha stupendamente scritto Domenico Starnone nel suo celebre lavoro “Occorre altro“: “
( … ) Il quarto preside invece obiettava a chiunque volesse fargli perdere tempo e fiato: - Professore, non facciamo poesia -. A me lo diceva un giorno sì e uno no. Qui mi fermo. La scuola com'è non è pensata per la ricerca del meglio. ( … )”
Da questo punto in poi sta tutta l’inefficienza e l’irrilevanza dell’azione educativa e formativa della scuola italiana.
“( … ) … la crisi della scuola è contenuta nella crisi dell’educazione e della socializzazione, cioè dei processi di assimilazione degli individui ai gruppi, di come si diventa membri di una società.
( … ) Si insegna perché qualcun altro impari: ma il nesso tra i due è probabilistico e non deterministico. Per il sociologo dell’educazione Brint, gli insegnanti svolgono un lavoro insicuro ed ambiguo. Chi è insicuro tende a stare sulla difensiva rispetto a tutto ciò che non riesce a controllare e non è affatto disposto a correre nuove strade che potrebbero portare nuova insicurezza. ( … ) Come ha osservato recentemente l’indagine IARD sulla condizione degli insegnanti nel nostro Paese, un quarto di essi sembra avere introiettato profondamente alcuni tratti peculiari della marginalità: perdita dell’autostima, depressione, pessimismo etico, impoverimento del senso della partecipazione sociale, relativa deresponsabilizzazione, asservimento alle logiche burocratiche. Un altro quarto è composto da docenti di una certa età e di grande esperienza che hanno mantenuto un elevato impegno scolastico ed extrascolastico, rifuggendo la routine e ricercando continui adeguamenti tra risorse disponibili, a cui si aggiungono giovani docenti, forse un po’ meno colti ma pragmaticamente aperti all’innovazione e dotati delle forme giuste di comunicazione con la gioventù di oggi. Gli altri due quarti sono costituiti dalla massa del corpo docente, che ha perso la sua tradizionale identità professionale ma che non ne ha acquistata ancora una nuova, che oscilla, con comportamenti ambigui e contraddittori, tra l’impellenza del cambiamento e il timore di perdere le poche ma sicure garanzie che potrebbero essere messe in discussione. ( … )“
aprile 2010
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