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Come rivalutare il ruolo dell'insegnamento e della scuola?
Paola Capozzi
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Mi ha colpita molto quanto dici, caro Antonio. Forse sarebbe giunto il momento di rivalutare il ruolo dell'insegnamento e della scuola in una prospettiva differente, magari più vicina -per molti di noi- alla militanza sociale; sarebbe il momento di porsi e di rispondere alla domanda "a che cosa serve la scuola e a chi" e "quale il senso dell'insegnare, perché"...
Tuttavia, se ci si pone con onestà e chiarezza una tale questione, non si può fare a meno di riconoscere che la distanza tra le premesse originarie del progetto di Didaweb e le sue possibilità attuative nell'ambito del sistema scolastico odierno, così come si va affermando e definendo nel tempo, risulta ormai praticamente incolmabile. Dalla massificazione dell'istruzione, concepita nel dopoguerra sulla premessa del diritto allo studio e della libertà d'insegnamento, si è ormai scivolati in una realtà d'industrializzazione della scuola, avviata dalle riforme operate negli ultimi vent'anni, sulla scia di interessi di tipo prevalentemente economico e di indirizzi prevalenti a livello europeo; il che implica la riduzione dell'insegnamento a mestiere, dell'insegnante a docente, a professionista del settore didattico ed educativo, mero lavoratore aziendale alienato della consapevolezza del proprio ruolo educativo e sociale.
A fronte di un'apparente decentralizzazione degli indirizzi educativi e didattici essenziali ai fini della formazione umana, culturale e sociale dei futuri cittadini (si, ma di quale mondo... di quale società?…) - in realtà vieppiù orchestrati ed imposti direttamente dai centri di potere - assistiamo ad una frammentazione estrema di quella che le più sane teorie pedagogiche consideravano centralmente come la comunità educante; il tessuto sociale di cui la scuola era parte integrante, vieppiù logorato e luogo di disuguaglianze sempre più evidenti, è diventato un estraneo, cosa altra, serbatoio di classificazione e di selezione in un sistema che - per com'è concepito - fa proprio della selezione il suo fulcro centrale.
È possibile concepirsi qualcosa di più che operai, in una scuola industria qual è quella che si va definendo?...
È possibile concepire qualcosa più che merce i saperi e qualcosa più che prodotto i risultati?...
Francamente, io penso con te che no, non è possibile; non ci sono più gli spazi.
In questa scuola a me non piace più insegnare; e, infatti, è più di un anno che - personalmente - non c'insegno più.
E penso che questo tuo richiamarci "fuori" dalla scuola per fare e per costruire, insieme, un'altra Scuola fatta di un'attiva militanza sociale sul territorio, capace di sviluppare progetti nelle plaghe di un bisogno che un tale sistema scolastico è purtroppo destinato ad accrescere, sia un invito che ciascuno è tenuto a considerare con estrema attenzione e serietà.
E, se c'è da ricostruire in questo senso, per ogni concreta possibilità di farlo io ci sono.
8 aprile 2005
in scuola "extra moenia": |
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