|
Scuola “extra moenia”
Antonio Limonciello
|
Non è la prima volta che Tracciati riprende e rilancia temi, argomenti, questioni dibattuti all’interno delle liste di discussione del Didaweb.
Questa volta intendiamo dare risalto ad una sana (proprio perché utopica) provocazione lanciata da Antonio Limonciello, che, reagendo all’agonia della scuola pubblica, con un appello che è quasi un manifesto, chiama all’intervento “collaborativo” quanti sono ancora in grado di rispondere.
Naturalmente, oltre a pubblicare estratti dal dibattito che si è già avviato all’interno del Didaweb, invitiamo ad intervenire quanti tra i nostri lettori si ritenessero sollecitati dalla “sana provocazione”.
Ho un peso come un macigno, la morte della scuola.
Sì, sono sempre più convinto che la scuola prima della fine di questo secolo finirà, quella della Moratti è solo la prima debole spallata.
Ma dove stanno le forze rigeneratrici?
Dove si sta sperimentando un'altra scuola?
Credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti, al di là dell'appartenenza politica, siano dei conservatori, magari per necessità, magari perché anche l'essere insegnanti è comunque e solo un lavoro come un altro, con tutta la sua alienazione.
Perché, invece di fermarci alle discussioni sulle miserie della Moratti e i suoi collaboratori, non ci rimbocchiamo le maniche, la smettiamo di essere impiegati del MIUR e diventiamo soggetti che sperimentano alternative?
O ancora, se questo dovesse essere impossibile, perché non usciamo dalle
aule scolastiche, dalle istituzioni, e costruiamo, per ora, isole di creatività rigeneratrice totalmente libere dai vincoli del lavoro?
Non ci illudiamo, non basta un cambio di governo, non basta semplicemente un maggior impegno economico, pur necessario. Il problema non è riducibile alla pur orribile riforma Moratti, la crisi della scuola è mondiale, almeno nella forma che siamo abituati a conoscere.
E comunque, per ogni governo futuro, i modelli devono venire dalla pratica sperimentale a livello di base. Se questa non c'è e non riesce ad arrivare a un livello tale da condizionare la politica, ebbene qualsiasi riforma, di qualsiasi governo, non potrà che essere una riformicchia.
E noi dovremmo stare qui a blablabla sui livelli di compromesso, pur se nobili, che i politici di volta in volta raggiungeranno?
Già vissuto troppe volte.
No, grazie.
Invece sarei disposto a rituffarmi in un progetto condiviso che assumesse questo compito:
Una comunità di insegnanti (come ad es. il Didaweb) impegnata a dare un contributo alla realizzazione di una rete di soggetti che operano in internet, come sul territorio, e che si diano gli obiettivi della raccolta, diffusione e soprattutto della pratica di sperimentazioni per un'altra scuola, una scuola che possa riconquistare la centralità dei processi educativi e che sia parte del diritto al libero e gratuito accesso alla cultura per ogni essere umano che nasce sul pianeta terra.
Non credo che questi obiettivi si possano raggiungere rimanendo chiusi nelle nostre aule e nei nostri ruoli istituzionali. Il ripensamento della forma scuola di cui abbiamo bisogno è troppo radicale per potersi svolgere solo in quei luoghi.
8 aprile 2005
in scuola "extra moenia": |
|
dello stesso autore: |
|