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Fremente attesa
Antonio Limonciello
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In questi giorni ho visto un po' di televisione in più, sono rimasto incantato dal buono che è stato scaricato sul genere umano.
Non vi nascondo che mi sono commosso e ho pianto come un vitello diverse volte.
Trasportato dalle emozioni mi chiedevo come mi fosse sfuggita la presenza di tanta bella umanità, e soprattutto perché non mi ero reso conto di quanto avessi io bisogno di credere in un pianeta terra popolato di santi uomini al posto di guida.
Naturalmente non mi sono fatto convincere dai pensatori televisivi a pagamento,né dai panegirici da tempo confezionati, o forse si, ché il mezzo è certamente subdolamente raffinato, fatto è che ho tanto desiderato lasciarmi andare nelle mani di una guida sicura, una di quelle che sanno sempre dove sta il bene e qual è la strada per arrivarci, una di quelle che aprono le braccia e accolgono il mondo come il Cristo Pantacratore la sua chiesa dall'abside dell'altare maggiore.
Devo ringraziare la morte di questo papa Magno se ho potuto vivere la faccia normale della morte, quella del vecchio che nel suo letto lentamente si spegne. Senza contare che gli uomini potenti sono giovanili e aitanti, soprattutto non muoiono mentre sono potenti.
Devo ringraziare la voracità di costruire reality show che ha la TV, la sua necessità di spettacolarizzare la morte della star più famosa del pianeta, se ho potuto godere di questi tempi dilatati propri solo dei totalitarismi.
Tempi a tema unico, faccenda così antitelevisiva.
La TV, quella madre spirituale che sta svezzando l'impero ha tempi veloci, sempre più veloci per bypassare la coscienza e la possibilità di organizzare pensiero critico, si è fermata, almeno una parte si è fermata, perfino gli spot pubblicitari erano stati eliminati!
E questo non è un evento miracoloso?
Si il vuoto terrorizza perciò dagli studi e dalle postazioni in piazza dovevano parlare, parlare, parlare, ma nonostante loro, questa morte in diretta, con tutto il suo dolore è arrivata intatta. Il papa, durante l'agonia, ha continuato a comunicare con tutto il mondo.
E si è visto proprio qui quanto poco cristiani e quanta fosse assente la religiosità in tutti i cerimonieri televisivi; l'avevano messa subito sul piagnucoloso, poi il papa che guidava il miracolo dal suo letto di morte ha fatto sapere "siate lieti, io lo sono" e allora si sono ricordati che non si muore che questo cavolo di cristianesimo ritiene la morte un passaggio, che dopo addirittura c'è la vita eterna. E allora i commentatori, gli esperti, gli stessi alti prelati si sono ricordati di essere cristiani, si sono ricordati che dovrebbero avere una fede, e allora allegria!
Si sono tirati fuori documentari del papa che prende in giro i giovani americani, che gioca a nascondino con i bambini, che ride sotto i baffi per le marachelle che lui stesso crea, che balla con i giovani, e via di questo passo fino alle ola, i cori, i Magni, ... la beatificazione a cadavere insepolto...
Ebbene questo tempo monotematico mi ha permesso di incuneare me stesso e sentirmi, come nei film di Antonioni, come davanti a un taglio di Fontana, o uno squarcio di Burri, o l'essere risucchiato nel precipitato di vita universo di Pollock.
Si la morte di questo Papa è la più grande opera d'arte di questo XXI secolo, ed è la più grande perché sta cambiando milioni se non miliardi di persone.
Sono convinto che in questo momento i pochi artisti veri stanno diventando più umili davanti alla grande lezione.
Fantastico Wojtyla, io sono ateo sereno come tu fosti credente imperioso e indomabile, ma sono pronto ad ammettere che la tua performance è stata divina.
Sei arrivato dicendo "se sbaglio mi corrigierete" e hai finito senza che mai qualcuno ti poté contraddire! Ma il tuo era un atteggiamento divinamente pregno, tu sapevi che c'era un'umanità che se la stava facendo sotto per la crisi del positivismo, minata dall'entropia, crollata sotto i colpi della barbarie di chi annunciando la morte di Dio invece di percorrere la strada per un nuovo umanesimo, aveva fottuto le genti sostituendosi a Dio nel monopolio delle violenze e delle oppressioni.
Tu sapevi che il gregge aspettava un pastore imperioso, perciò puntasti l'indice del Dio della cacciata e tracciasti per le anime del mondo un solco invalicabile tra il bene e il male.
Soffocasti il pluralismo teologico per presentare una chiesa di certezze uniche e inappellabili, riducesti alla tua icona l'essenza dell'agire di quella macchina trita uomini che è la.gerarchia cattolica.
I primi a capire la lezione furono i potenti, non certo per il bene dell'umanità come tu pure speravi, ma per accrescere il potere della loro
parte, così il mondo, che al tuo arrivo al soglio sembrava preda del comunismo, del laicismo, ritrovò una sana prospettiva conservatrice e il crollo dei regimi atei e stalinisti. I poteri traballanti si consolidarono e presero vigore, tanto da diventare audaci, come lo fosti tu fin da quando cominciasti a brandire indifferentemente croci e bambini sulle spianate del mondo.
Oh sì, i potenti ti studiarono e come, i più lesti furono i neocons americani che presero ad allevare un alcolista a gesti da imperatore davanti lo specchio la mattina.
"Aggrotta la fronte, sgrana gli occhi e spara: Dio è con noi". Vedrai i tremebondi piccoli borghesi farsi sotto dalla commozione, sbavarti addosso, ungerti di languidi sguardi d'amore.
Povero papa che volesti essere a tutti i costi santo, io ti capisco perché è anche mio desiderio, ma il tuo Dio ha vita difficile.
I potenti ti hanno seguito solo nella tua parte reazionaria, mai in quella tanto ricca di umanesimo, non nella pace, nella lotta allo sfruttamento, la soluzione della fame del mondo, l'abbattimento del debito, l'amnistia per i carcerati, non nell'aiuto ai deboli, in tutto questo ti hanno lasciato solo e impotente.
E verranno a centinaia a renderti omaggio, primo fra tutti l'alcolista miracolato, quello che immagina un asse Washington Vaticano per la realizzazione dell'impero.
Ma tu che sei stato educato a seminare forse li hai già fregati, li hai fregati con i giovani e ancor più con la tua salita al Golgota in diretta mondiale.
E forse il miracolo più grande sarà proprio questa tua morte. Non credo che i Principi che ti scelsero fossero consapevoli del mondo, neppure di te, piuttosto immagino che quando un papa entra nella sala del pianto, si inginocchia prima di vestirsi e sente per la prima volte il potere divino sorto in lui, cosicché quello che poco dopo indosserà la veste bianca può divenire un uomo che prima non c'era.
Dunque questo potere arcaico e rozzo che è la chiesa cattolica mi appare oggi l'unico capace di generare novità, oserei dire perfino rivoluzioni.
Paradossalmente questa sapienza antica mi rassicura più delle nostre democrazie largamente finte e svuotate, dove tutti noi scegliamo solo tra le variabili compatibili che l'inossidabile potere capitalistico ci mette a disposizione.
Cosicché anziché essere strabiliato per la vittoria dell'Unione sul bluff Berlusconi, sono in fervida attesa del nuovo papa, magari questa volta tirano fuori uno che quando entra nella stanza della vestizione si scopre pellegrino dai piedi nudi, dalle mani pietose e dal sorriso d'amore.
5 aprile 2005
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