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Dell’educare.32
Il dominio di se stesso…
Aldo Ettore Quagliozzi
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Piace immergermi nel pensiero sempre profondo del grande pensatore indiano J. Krishnamurti che coglie sempre la centralità dell’essere educatori, ma prima ancora dell’essere compiutamente uomini; ed in questa paginetta che contiene un’altra delle sue convinzioni profonde pone ciascuno di noi, educatori in prima linea, di fronte alla necessità del controllo della personale ansietà, di quella padronanza di sé che è precondizione essenziale ed inevitabile per un buon successo nella nobile arte dell’educare.
“( … ) Il dominio di se stesso implica pure la calma, il coraggio e la fermezza. Qualsiasi difficoltà l’insegnante possa incontrare sia a casa che a scuola, egli dovrà imparare ad affrontarle coraggiosamente e lietamente, e ciò, non soltanto per evitare ansietà a se stesso, ma anche per dar buon esempio ai suoi allievi, ed aiutarli così a diventare forti e coraggiosi.
Le difficoltà si aggravano molto col preoccuparsene e coll’immaginarsele prima ancora che avvengono (…). A meno che l’insegnante non si dimostri sereno e coraggioso di fronte alle sue proprie difficoltà, non potrà aiutare i ragazzi ad affrontare coraggiosamente le loro.
La maggior parte degli ostacoli rimpiccioliscono dinanzi ad una mente lieta, e quei ragazzi che intraprendono il loro lavoro con simile disposizione di mente, troveranno i loro studi molto più facili che se li iniziassero scontenti e preoccupati.
Il coraggio e la fermezza conducono alla fiducia in se stesso, e si può sempre esser certi che chi possiede tale requisito, farà il proprio dovere anche in circostanze difficili.
La padronanza di sé per quanto riguarda la mente significa pure concentrazione su ogni parte del alvoro man mano che viene eseguita. Riguardo alla mente, il mio maestro dice: “Non devi lasciarla vagare. Qualunque cosa tu faccia, fissa il tuo pensiero sopra di essa, in tal modo sarà fatta in modo perfetto".(…)“
ottobre 2004
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