|
Dell'educare.7
Attingere dal passato
Aldo Ettore Quagliozzi
|
La novella pagina del nostro abbecedario raccoglie una riflessione dal testo di una conferenza tenuta a Tokio il 21 Maggio dell’anno 2000 dallo studioso di problemi educativi Howard Gardner. Dietro l’apparente tecnicismo dello studioso-scienziato si cela il problema fondamentale per tutti gli educatori, ovvero il senso e la portata da attribuire alle discipline che si insegnano quale strumento della crescita dei giovani, e nel contempo coglie la verità assoluta insita nella “creazione“ nella storia dell’uomo delle discipline stesse, quali strumenti per le scoperte fondamentali della vita di tutti gli esseri umani, ovvero la scoperta di ciò che è veramente vero, di ciò che è veramente bello e di ciò che è veramente buono, in netta contrapposizione con tutto ciò che una società quale l’attuale propone con i suoi messaggi dall’alto del suo "delirio mediatico“.
Quindi ricerca della verità, della bellezza e della bontà che rappresentano i canoni di una umanità che si sia realizzata a pieno; quale ardua impresa questa ricerca rappresenta allora sia per i giovani che si educano, ma soprattutto per tutti quegli uomini e quelle donne che nel quotidiano si accingono a tale impresa! E con quale consapevolezza?
“( … ) Io credo che lo scopo cognitivo fondamentale dell’educazione dovrebbe essere quello di mettere i giovani in grado di capire il mondo in cui vivono…
Questo si ottiene innanzitutto facendo apprendere i tre fondamentali leggere, scrivere e far di conto; e poi introducendo i giovani alle maggiori famiglie disciplinari: le scienze, che cercano la verità rispetto al mondo fisico, sociale, e biologico, e che utilizzano il potente strumento della matematica; lo studio dell’arte e lo studio della natura, che ci raccontano le bellezze del mondo naturale e di quello costruito dall’uomo; e la storia e la letteratura, che ci narrano il passato degli uomini e documentano le scelte buone e cattive che gli uomini hanno fatto e le conseguenze di queste scelte.
In sintesi, le discipline rappresentano i migliori sforzi compiuti dall’umanità per imparare a capire ciò che è vero, bello e buono, e per estensione per respingere ciò che è falso, per allontanarsi da ciò che è brutto e per evitare cattivi pensieri e cattive azioni.
( … )Io credo che gli studenti possano sviluppare la comprensione delle discipline se indagano in profondità un numero limitato di argomenti; cioè, se rinunciano al falso sogno di potersi impadronire di tutti gli argomenti e intraprendono invece la conoscenza approfondita di un numero limitato di argomenti veramente importanti.
( … )Primo, fate sì che i bambini si impossessino delle abilità di base leggere, scrivere e far di conto; poi che studino argomenti fondamentali nelle varie discipline; che si avvicinino a quegli argomenti in molti modi; e infine date ai giovani molte opportunità di eseguire e trasferire in altre situazioni ciò che hanno capito. ( … )”
30 gennaio 2004
in dell'educare: |
|
dello stesso autore: |
|