RACCONTAMI L'ISLAM

Classe II E dell'Istituto Tecnico Aldini Valeriani

[Personaggi:]
JAMILA: ragazza
FABIO: fidanzato di Jamila (vestito elegante)
OMAR: padre (a favore di Assan)
FATIMA: madre (a favore di Jamila e Fabio)
AZIZ: fratello (credente e quindi contrario a Fabio)
LEILA: zia vedova (neutra)
AISHA: madre di Assan (a favore di Assan)
ASSAN: figlio di un amico del padre
COUSCOUS: gatto


(La scena si svolge a Bologna nella sala da té di Jamila)

ATTO PRIMO


(Il primo atto è stato preparato dall’intera classe)

Scena Prima


Fabio, Jamila

Fabio : Sono preoccupato!
Jamila: Andrà tutto bene! (speriamo) (tra sé)
Fabio: Per te affronterò questa difficoltà (Non voglio perderla) (molto nervoso, si sistema continuamente la cravatta)
Jamila: Mi raccomando, niente strette di mano, ma un bell’inchino come ti ho insegnato.
Fabio: Prendere il cibo con la mano destra, niente parolacce, non devo fissarti! (Ce la devo fare!) (tra sé)
Jamila: Superato questo ostacolo tra quindici giorni ci sposeremo!... Eccoli!
(Entrano i parenti)

Scena Seconda


Detti, familiari, Assan e sua madre

Omar: As-salam àleikum
Jamila e Fabio: Àleikum Salam
Omar: (Fissandolo attentamente a lungo) Io sono il padre di Jamila, questo alla mia destra è Aziz, questa è mia moglie Fatima, alla sua destra siede Assan accompagnato dalla madre, signora Aisha e vicino a lei Leila, mia sorella
Fabio: Sono molto onorato di fare la vostra conoscenza. Il mio nome è Fabio Bianchi, sono qui davanti a voi per ottenere il consenso al nostro matrimonio.
Aziz: Sappi- vero, padre?- Che una musulmana non può sposare un non credente.
Fabio Ma noi ci amiamo (deciso)
Assan: Come pretendi di sposare Jamila non conoscendo la nostra religione? Io sono adatto a Jamila, non tu! Sei d’accordo con me, Aziz?
Fabio: Sono qui per questo!
Fatima: Cerchiamo di essere degli ospiti cortesi e di aiutarlo a capire.
Omar: Ognuno di noi ti spiegherà un pilastro.

ATTO SECONDO


(Autori del secondo atto:
Giacomo Buriani
Francesco Fabbri
Sara Lanzi
Manuel Morana
)

Scena Prima


Omar, Aziz, Fabio e Cous Cous

Omar: Aziz, figlio mio, se vuoi, puoi iniziare tu!
Aziz: Certamente padre!
Omar: Cominciamo quindi con il primo pilastro dell’Islàm.
Aziz: Il primo pilastro dell’Islàm è la săhāda.
Fabio Scusa l’interruzione, che cos’è?
Aziz: Lo stavo per dire! (Con arroganza)
Omar: Aziz, tratta bene gli ospiti!
Aziz:Scusa, padre mio! Per continuare… la săhāda è la professione di fede islamica. La formula da pronunciare per fare entrare un uomo nella comunità musulmana è ašhadu anna lā ilāha illā’llāh wa-anna Muhammadan rasūlu’llāh davanti ai fedeli.
Fabio: Spero che non te la prenda, ma non ho capito niente! (Con imbarazzo) Me lo puoi tradurre?
Aziz: Certamente, significa “professo che non v’è altro dio che Allāh, il nostro Dio, e che Muhammad è il suo inviato”.
Fabio: Grazie molte!
(entra in scena il gatto durante la conversazione)
Aziz: E’ importante ricordare che chi non aderisce alla formula pronunciata è un eretico.
Cous Cous: miaoooo!!
Aziz: C’è Cous Cous!! il nostro gatto…
Fabio: Io adoro i gatti!
Omar: Sai Fabio, si dice che Muhammad amasse molto i gatti. Si narra che un giorno si fosse addormentato con un gatto in grembo e che, al momento di alzarsi, il gatto dormisse ancora. Per non svegliarlo ritagliò il pezzo di mantello su cui l’animale era appoggiato. Ora vado a dargli da mangiare, continua nel frattempo.
(Esce il padre)

Scena Seconda

Aziz e Fabio

Aziz: Ai quattro pilastri rimanenti si aggiunge anche la ‘purificazione’ o tahāra che deve precedere tutti gli atti di culto.
Fabio: Quindi prima di pregare, per esempio, bisogna eseguire la purificazione?
Aziz: sì! (le prossime cose devo cercare di spiegarle il più difficile possibile!) (tra sé)
Fabio: Ah… allora ho capito!

Scena Terza


Omar, Fabio, Aziz, Fatima, Assan e Aisha

(Rientra il padre)
Omar: Allora? Tutto a posto? Come sta procedendo?
Fabio: Procede tutto bene!
OmarBene!
Fabio: E’molto interessante la vostra religione!
Omar: Mi fa piacere che ti interessi (dobbiamo complicare il nostro linguaggio!) (tra sé). Aziz, continua la spiegazione.
Aziz: Subito padre mio. C’è chi crede che, per aderire davvero al primo pilastro, si debba Ğihād fì sabìli ‘illāh.
Omar: Bene Aziz! (cerca di spiegare questo argomento con un linguaggio complesso, così farà fatica a capire!) (rivolto ad Aziz, sussurrando)
Aziz: Certo padre. (sussurrando al padre)
Fatima: Stai riuscendo a capire? C’è qualcosa di difficile? (gentilmente, sorridendo)
Fabio: No, grazie! Per ora mi sembra tutto chiaro. Tranne una cosa: cosa vuol dire la frase che ha appena pronunciato Aziz?
Fatima: Te lo spiegherà lui.
Aziz: Significa “sforzarsi sulla via di Dio”.
Assan: Non riuscirai mai a cogliere il vero senso della nostra religione. Per noi è molto importante. (con atteggiamento arrogante)
Aisha: Stai tranquillo Assan.
Fabio: Ce la farò, amo Jamila, e per lei ci riuscirò. Voglio conoscerla fino in fondo per poter rispettare lei e la sua famiglia. (sicuro di sé)
Aziz: Per continuare… (molto innervosito per le continue interruzioni)
Omar: Continua pure.
Aziz: Ci sono due tipi di Ğihād: la Ğihād al-Akbar che è lo sforzarsi ascetico sulla via di Dio, e Ğihād al-Asgar, di minore importanza rispetto al Ğihād al-Akbar, che significa sforzarsi combattendo sulla via di Dio.
Fabio: Ma, quindi, le “voci” che si sentono in giro sui musulmani che vogliono sempre andare in guerra, che sono “cattivi”, non sono vere!
Aziz: Esatto, solamente perché noi combattiamo per avere fedeli e non eretici, sono uscite voci sul nostro conto poco gradevoli.
Omar: Già…
Aziz: Per finire nella Ğihād ci sono due tipi di infedeli: gli infedeli veri e propri, quelli che devono essere combattuti, che sono i politeisti. Poi ci sono gli infedeli monoteisti, i quali, credendo nell’unico Dio, non sono considerati nemici da combattere, ma per continuare a praticare la propria religione sono obbligati a pagare una tassa.
Fabio: Ma… se per esempio io andassi ad abitare in Marocco e volessi continuare a credere e praticare la mia religione devo pagare questa tassa. Giusto?
Aziz: Sì, esatto!
Omar: Bene, mi sembra che del primo pilastro sia stato detto tutto. Continuiamo con il secondo.

ATTO TERZO


(Autori del terzo atto:
Glauco Celati
Dalle Donne
Alessia Paglialunga
Beilei Wang
)


Scena Prima

(Detti)

Omar: Adesso mia moglie ti parlerà del secondo pilastro dell’Islàm.
Fatima: Ti parlerò della salāt … (segue un momento di silenzio, e viene interrotta da Fabio)
Fabio: Scusi l’interruzione, posso sembrare maleducato, lo so, ma non ho proprio idea di cosa sia (molto nevoso).
Fatima: Capisco. Salāt significa preghiera quotidiana; va eseguita cinque volte al giorno rivolti verso la Mecca.
Aziz: Mamma non perdere tempo a spiegare queste cose basilari a uno sconosciuto che non va neanche alla preghiera del venerdì... (con tono molto arrogante e presuntuoso)
Fatima: Aziz non ti agitare, Fabio è qui apposta per imparare i fondamenti della nostra cultura.
Fabio: Le sono grato dell’appoggio, signora (forse lei è l’unica che mi capisce e mi sostiene) (tra sé)
Jamila: Stai andando benissimo… (sottovoce rivolta a Fabio, senza guardarlo)
Fatima: Jamila hai conosciuto un ragazzo molto gentile (le sorride, facendole intuire che ha capito ciò che ha detto Jamila a Fabio)
Omar: Non ne sarei così sicuro (rivolto a Fatima)
Fabio: Signora, mi parli ancora della salāt.
Fatima: Le preghiere vanno eseguite all’alba prima che il sole sorga, a mezzogiorno, il pomeriggio verso le tre, al tramonto e infine durante la notte.
Fabio: Si prega in questo modo tutti i giorni, signora?
Aziz: E’ inutile continuare a spiegare a un ignorante…!(infastidito)
Fabio: (tace davanti alla provocazione)
Fatima: (rimproverando con lo sguardo Aziz) No Fabio, il venerdì c’è la preghiera collettiva all’interno della Moschea: prima di entrare bisogna lavarsi il viso, le mani, gli avambracci e, infine, i piedi in segno di purificazione.
Fabio: Ma ci sono altre cose considerate impure per l’Islàm?(con molta curiosità)
Jamila: Bella domanda…
Fatima: Sì, sono…
Assan: … gli escrementi di uomini e animali, i maiali, i cani, bevande alcoliche, sangue e animali morti non macellati naturalmente. (intervenendo in modo brusco)
Aisha: Un musulmano che si rispetti, venendo a contatto con tutto ciò, viene considerato impuro.
Quindi tu, Fabio, lo sei. (in tono aspro)
Aziz: Ha ragione! (rivolto ad Aisha)
Fabio: Signora, non mi dica così.
Fatima: Suvvia, non siate così puntigliosi.
Assan Sto solo seguendo ciò che c’è scritto sul Corano.
Leila: Fatima, continua il discorso.
Fatima: Sì, stavo dicendo...Ora ti spiegherò la struttura della moschea: ha una forma rettangolare, circondata da un vasto cortile con numerose fontanelle.
Fabio: Come fanno i fedeli a sapere che ha inizio la preghiera?
Fatima: Dall’alto di un minareto, cioè di un’alta torre, il muezzin richiama i fedeli alla preghiera.
Fabio: Interessante, ha il ruolo delle campane che richiamano la messa cristiana!
OmarCi sono alcune cose in comune, per esempio, sono entrambe religioni monoteiste…
Assan: Però quello che ti spiegherà Leila, ovvero la zakat, non ha nulla a che fare con la tua religione.

ATTO QUARTO


(Autori del quarto atto
Anton Bahu
Marco Barile
Zakaria EzZahi
Marco Petrucci
)

Scena Prima

(detti)

Leila: Io sono Leila, la zia di Jamila, e abito qui con mio fratello da quando mio marito Tarik è morto cinque anni fa
Fabio: Condoglianze... (dispiaciuto)
Leila: (rimane in silenzio pensierosa per un attimo) ... Ho superato quel brutto momento grazie al Allah il misericordioso e a mio fratello; nella nostra cultura, infatti, è tradizione che i fratelli di una vedova la accolgano nella propria casa e la mantengano
Fabio: Ah….. non lo sapevo… mi sembra una giusta usanza….. ma, la prego, continui e mi spieghi il terzo pilastro
Leila: Il terzo pilastro è la zakāt, cioè l’elemosina rituale. La nostra religione dice che tutti i beni degli uomini appartengono ad Allah quindi, ogni anno, paghiamo allo stato una parte dei nostri guadagni
Fabio: Ma rispettare questo pilastro è obbligatorio?
Leila: Allora… quando nacque la religione islamica, la zakāt era un rito volontario e solo col passare del tempo è diventato obbligatorio.
Fabio: Quindi Maometto non l’aveva prescritta?
Leila: Bhé…. Ai tempi di Maometto la zakāt non era obbligatoria e spesso veniva utilizzata per cercare di fare convertire altre persone con, appunto, dei “regali”… ma oggi non è più così.
Fabio: Ah...ma ci sono delle regole che stabiliscono la cifra da devolvere?
Leila: Sì, certamente. Ogni famiglia paga una percentuale dei propri averi e lo stato, in teoria, si occupa di distribuirli alle famiglie bisognose
Fabio: Se questo è il fine mi sembra una cosa molto onorevole (spero davvero che la burocrazia del Marocco sia più veloce di quella italiana) (tra sé, accennando un timido sorriso)
Omar: Ti vedo sorridere, dimmi, ti sembra divertente?…. (con autorità)
Fabio: No no, anzi, mi sembra molto utile (dice cercando di far dimenticare la sua risatina) Ma i vostri concittadini accettano volentieri di pagare questa specie di tassa?
Omar: Questa non è una tassa, ma un modo per purificare le nostre ricchezze per obbedire al volere di Allah
Fabio: Sì certo, scusi, mi sono espresso male. (volgendo lo sguardo a Leila) Ho un dubbio non chiarito: questo pilastro ha solo un valore storico o ancora oggi viene rispettato?
Leila: Devi sapere che non in tutti i paesi islamici viene rispettato il Corano “parola per parola” e quindi questa “elemosina rituale” , diciamo, è diventata volontaria e comunque, dove essa è ancora obbligatoria, lo stato non sempre devolve effettivamente la somma pagata dai cittadini facoltosi in beneficenza.
Fabio: Capisco… (dice bevendo un goccio di tè)
Leila: Allora tutto chiaro sul terzo pilastro?
Fabio: Sì…. Da quello che ho capito ogni anno voi pagate una parte dei vostri guadagni allo stato, il quale si occupa poi di distribuirli alle famiglie più povere. Credo sia una cosa molto utile, dovremmo farlo anche noi (nessuno lo vorrebbe fare) (tra sé)

Leila: Perfetto vedo che hai capito e sembri molto determinato a sposare mia nipote Jamila.

Scena Seconda

(detti)

Leila: Allora cosa ne pensi, finora, della nostra cultura?
Fabio: Mi sembra molto interessante, anche se ci sono cose che non comprendo ancora completamente, ma sono sicuro che con il vostro aiuto e quello di Jam..........
Omar: Vedremo. (interrompendo volutamente Fabio) Adesso Aisha spiegagli il quarto pilastro
Fabio: Certo, devo sapere ancora molte cose... (chinando il capo)

ATTO QUINTO


(Autori del quinto atto
Denis Beqa
Samuele Nipoti
Miriam Norfo
Andrea Rodella
)

Scena Prima

(detti)

Fabio: La vostra religione mi è sembrata molto interessante, sono ansioso di saperne di più.
Omar: Sono contento della tua curiosità, tuttavia dobbiamo ancora spiegarti altri due pilastri.
Aisha: Giusto, aspetta di sentire la mia spiegazione sul saum, ovvero il digiuno; un vero musulmano lo pratica con rigore, come mio figlio Assan
Fabio: Quindi per sposare un musulmano…bisogna essere fermamente credenti e praticare rigidamente i cinque pilastri? (Con tono preoccupato).
Jamila: Non ti preoccupare Fabio, non saranno le differenze religiose a separarci.
Aisha: Certo, ma sarà comunque mal visto da tutti i fedeli. Ora ti spiegherò meglio il saum.
Omar: Fabio, ascolta attentamente e ricordatene in futuro.

Scena Seconda

(detti)

Aisha: Il digiuno, o saum, si pratica nel mese di Ramadan.
Fabio: Che cosa sarebbe?
Omar: È il nono mese dell’anno secondo il calendario musulmano e dura trenta giorni.
Fabio: Il calendario musulmano è diverso dal nostro?
OmarCerto, voi contate l’anno zero con la nascita di Gesù, mentre noi con l’égira di Maometto a Medina.
Aisha: Inoltre devi sapere che il Ramadan comincia precisamente con l’alba del primo giorno del nono mese e finisce col primo fascio di luna dell’ultimo giorno.
Fabio: Chiunque può stabilire la fine?....Insomma, forse qualcuno potrebbe aver visto male.

(entra Cous Cous)

Aisha: Uffa, come sei ignorante, anche Cous Cous è più saggio di te.
Ci vogliono dei testimoni che dicano ciò che hanno visto a dei giudici, poi la notizia verrà promulgata a tutta la comunità.
Cous Cous: Miao (esce)
Fabio: Il digiuno è solo dal cibo?
Aisha: No, i musulmani dall’alba al tramonto evitano di mangiare, di bere, di fumare,di avere rapporti sessuali.
Omar: (con tono aggressivo) Hai capito bene Fabio?
Fabio: …Oh, certo…
Aisha:Tuttavia sono esclusi dal digiuno i minorenni, gli anziani e le donne gravide. Le donne recupereranno in futuro il tempo del mancato digiuno, mentre le altre persone devono fare una donazione ai poveri.
Fabio: Come si conclude il Ramadàn?
Aisha: Alla fine si fa, per tutti i musulmani, una grande festa nella quale si uccidono le pecore più grandi e si offrono ai poveri.

Scena Terza

(detti)

Omar: Ti è tutto chiaro Fabio?
Fabio: Sì, chiarissimo. Il vostro rispetto per la religione è veramente notevole.
Fatima: Fabio, dopo questi discorsi sono sicuro che sarai un marito perfetto.
Aisha: Adesso non esageriamo, qui l’unico adatto è mio figlio, poi deve ancora ascoltare l’ultimo pilastro.

ATTO SESTO


(Autori del sesto atto:
Elisa Romagnoli
Zayralena Tubon
Riccardo Vacchi
Alberto Zini
)

(Detti)

Omar: Adesso che Aisha ha terminato di illustrarti la zakāt, procederà il figlio di un uomo che considero un fratello, un ragazzo rispettoso delle nostre tradizioni, a spiegarti il hajj.
Assan: Grazie, sono onorato dalla vostra presentazione. Ora ti racconterò come si svolge il hajj (figurati se sa cosa significa…) (tra sé) …ovvero il pellegrinaggio a La Mecca secondo i dettami del nostro santo profeta Maometto. Il pellegrinaggio è un atto che ogni musulmano deve compiere nella sua vita e…
Fabio: Ma proprio tutti devono farlo?
Assan: Sì tutti. Io ovviamente l’ho già fatto: è stato un viaggio duro, estenuante, solo gli uomini forti e volenterosi lo possono effettuare correttamente. Infatti, nel periodo in cui lo si fa, bisogna essere in condizioni fisiche adeguate.
Fabio: E quando sarebbe questo periodo?
Assan: Il hajj si svolge tra l’ottavo e il tredicesimo giorno del mese di Dhu l-hijjah. Ma ovviamente tu non sai a che mese corrisponde...è il dodicesimo mese dell’anno lunare.
Fabio: Ma perché la tradizione impone il hajj (spero di averlo pronunciato bene…) (tra sé)?
Assan: Naturalmente perché il santissimo Maometto a suo tempo lo svolse. Inoltre costituisce un evento importante nella vita del credente, rappresenta un atto di purificazione e di integrazione sociale. Infatti è proprio durante il tragitto per arrivare alla città santa che io e mio padre abbiamo conosciuto il rispettabilissimo Omar che hai la fortuna di vedere qui e il suo prediletto figlio Aziz, ricordate? (Rivolto verso di loro)
Omar: Certo e anche in quell’occasione hai dato prova della tua forza e della tua profonda fede nella nostra religione.
Fabio: Scusate ma ho perso qualche passaggio…quale sarebbe il tragitto da compiere?
Assan: (è già in difficoltà…)(tra sé) Il hajj inizia, come ti ho già detto, il giorno 8: i pellegrini partono per la pianura di Arafa, a quattro ore di cammello a oriente della Mecca. Il giorno successivo è il culmine del pellegrinaggio e ci si ritrova a Minà, per la preghiera di mezzogiorno. Spero tu ti ricorderai delle nostre preghiere...
Fabio: (oddio cosa gli dico?) (tra sé)…ehm…certamente! Ma continua pure con la spiegazione…
Assan: Lasciamo perdere…Durante questa preghiera, e anche durante il pellegrinaggio, non ci sono distinzioni tra ricchi e poveri, perché davanti ad Allah ogni musulmano è uguale all’altro. Proprio per questo ci si veste in modo uguale.
Fabio: Cioè? In che modo mi dovrei vestire se decidessi di farlo anch’io?
Assan: Durante il pellegrinaggio l’uomo indossa una tenuta composta da due pezze di stoffa non cucite fra loro e di colore bianco…
Omar: Ma parliamo del luogo più importante e sacro, che noi consideriamo la casa di Allah sulla terra: la Ka’bha…
Assan: Scusami Omar ma davo per scontato che Fabio sapesse i rituali riguardanti la Ka’bha. Giusto Fabio?
Fabio: Si, certamente (me lo ha spiegato Jamila…) (tra sé) .
Sul lato orientale de la Ka’bha, che è un edificio cubico, è custodita la pietra nera portata sulla terra dall’arcangelo Gabriele che, come sappiamo, è un personaggio fondamentale anche nella mia religione.
Assan: (allora non è uno sprovveduto…) (tra sé)
(Omar annuisce)
Fabio: Come dicevo, questa pietra è oggetto di venerazione ma non di adorazione.
Assan: Si si…giusto…ma torniamo al pellegrinaggio vero e proprio…Sai che, come ti ho già detto, è una prova rischiosa e infatti non mancano gravi incidenti che provocano molti morti fra i pellegrini?
Fabio: Certamente, lo so, ma io per Jamila, per rispettare lei e la vostra religione, sono pronto ad affrontare anche le difficoltà più dure (speriamo che finisca presto questo pomeriggio…è stato difficile non guardarla negli occhi…)(tra sé)
Assan: (che osso duro…)(tra sé)
Fabio: Ma è vero che è abolito il digiuno in questo periodo?
Assan: (sa anche questo…era il mio asso nella manica…) (tra sé)…si, è vero…
Omar: Direi che può andare, penso che Fabio abbia compreso… Complimenti Fabio, vedo che sei un ragazzo maturo e volenteroso…

ATTO SETTIMO


(Il settimo atto è stato preparato dall’intera classe)

(Detti)

Assan: Io però sono più che volenteroso, io sono un vero musulmano
Aisha: Per mio figlio seguire le regole è più naturale e ovvio
Fatima: Al giorno d’oggi non conta solamente la discendenza, ma la conoscenza e il rispetto nei confronti della cultura altrui
Fabio: Mi fa piacere che lei riconosca il mio impegno, impegno che scaturisce dall’amore per sua figlia
Omar: mi costa ammetterlo, ma sei forte, ragazzo!
Aziz: Con tutto il rispetto, padre, ribadisco che Assan mi sembra più adatto a Jamila
Omar: Prima di trasferirci qui, io e tua madre abbiamo riflettuto a lungo sui rischi che avrebbe potuto comportare crescere i nostri figli in una cultura così diversa, ma nonostante tutto abbiamo deciso di lasciare la nostra terra, il Marocco.
Leila: Anche se abbiamo lasciato la nostra terra è difficile abbandonare le nostre usanze e con grande fatica stiamo cercando di comprendere che un matrimonio può avere successo basandosi sull’amore
Fatima: Solo adesso che vediamo Jamila innamorata e abbiamo conosciuto Fabio così disponibile ci riesce ammissibile questa unione
Aziz: Io rimango della mia idea, ma rispetto troppo, come usa nel nostro mondo, la vostra autorità per oppormi…
Assan: Ma davvero pensate che Jamila possa essere più felice con Fabio piuttosto che con me? Credete davvero che lui se la meriti?
Fatima: Vivendo qui dovremo dare più peso alla volontà di nostra figlia
Jamila: Grazie madre per il tuo sostegno, quindi è un sì? (guardando significativamente il padre)
Omar: Prendiamo appuntamento per scrivere il contratto, Fabio, quando sei libero…
Fabio: Decidete voi, io mi occuperò dei documenti italiani
Assan: Ormai la mia presenza qui è inutile…(irrigidito esce)
Aisha: Scusatelo, cercherò di farlo ragionare…Saremo onorati di partecipare al matrimonio di vostra figlia…


FINE


e-mail:silviadifresco@yahoo.it

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