LA SIGNORA FROLA E IL SIGNOR PONZA, SUO GENERO
Chi è il pazzo?
La classe IIE del Liceo Classico Jacopo Sannazzaro di Giugliano (Napoli)

Personaggi

Signora Frola Maria Chiara Mercorio
Rosalia (Padrona di casa- pettegola gentile) Federica Vizioli
Ninì (pettegola curiosa) Martina Russo
Giannina (disinteressata) Ilaria Incarnato
Melina (pettegola acida) Francesca Girardi
Agata (dai buoni sentimenti) Chiara Morelli
Signor Ponza Paolo Martinelli
Michele (dai buoni sentimenti, colto, caratterizzato da un linguaggio forbito, elegante) Filippo Palumbo
Santuzzo (ingenuo, disinteressato, dal tono svagato) Andrea Del Forno
Tanino (curioso, riflessivo, imparziale) Gaetano Gentile
Don Vito (saccente, caratterizzato da un tono e da un atteggiamento di superiorità) Dario Nicolella
Turiddu (pettegolo, simpatico) Andrea Ambrosini


SCENA PRIMA


(ORE 17,00)
(Un gruppo di amiche pettegole sta bevendo un caffè a casa di Rosalia - rumore di tazzine)

AGATA: mmm…. Rosalia, che buono questo caffè!
ROSALIA: Grazie …. (si macchia) Accidenti! Mi sono macchiata …
MELINA: (sottovoce, in tono acido): quando parla Agata succede sempre qualcosa! Non sta mai zitta!
ROSALIA: Peccato … speriamo si tolga questa macchia, ci tengo tanto a questo foulard! L’ho comprato a un ottimo prezzo in quel nuovo negozio che si è aperto nella piazzetta, quello vicino alla chiesa …
AGATA: Ah! Sì! Se ricordo bene, è lo stesso dove due o tre giorni fa ho incontrato quella poverina della signora Frola.
NINI’: Ma chi? Quella che ha il genero pazzo? Il signor Ponza?
GIANNINA: C’è un altro po’ di caffè?
ROSALIA: Sì, te lo vado a prendere subito! Volete anche dei biscotti?
CORO: Sì, grazie
(Rumore di passi e di acciottolii in cucina)
(Le pettegole continuano a parlare in sottofondo, tranne Melina)
NINI’: Allora? Mi rispondete? Melina, chiè?
MELINA: Sì, è lei e si dice che suo genero sia tanto pazzo da costringere sua moglie, la figlia della signora Frola, a rimanere chiusa in casa. Pensa (risatina acida) che non le permette di vedere neppure sua madre!
NINI’: E così la signora Frola non può vedere la figlia da quando si è sposata?
AGATA: Esatto, e la cosa più sconvolgente è che mio marito crede che la pazza sia lei!
ROSALIA: E non è l’unico! ….
MELINA: Già! …. Guardate giù: i nostri mariti da quando sono in pensione non fanno altro che stare in mezzo alla strada!
(Rumore di una finestra aperta e rumori di traffico)


SCENA SECONDA


SIGNOR PONZA: (affaticato, al gruppo di uomini) Buonasera!
TUTTI IN CORO: Buonasera!
SIGNOR PONZA: AH! Sono distrutto! … Almeno ci siete voi e questo bar, dopo un’intera giornata di lavoro chiuso in ufficio!
TANINO: Poverino! … (Rivolto agli uomini) Forse è stanco anche per la suocera…
(Poi si rivolge al signor Ponza) Ma ditemi un po’, come vanno le cose con vostra suocera?
SIGNOR PONZA: Che devo dire, Tanino… Sono quattro anni che va avanti questa storia … Devo continuare ad assecondare la pazzia di mia suocera che crede che sua figlia sia ancora viva, quando in realtà non lo è … E la mia povera seconda moglie è costretta ad assecondarla … Così le parla dal balcone e le manda dei bigliettini fingendo di essere sua figlia.
MICHELE: D’altronde è un comportamento comprensibile per una madre che non riesce ad accettare la morte della figlia!
SANTUZZO: (con aria svagata) Morta? … Morta? … Michele, chi è morto?
TANINO – DON VITO: Santuzzo … Sei sempre il solito! La figlia della signora Frola … Non hai capito niente, come al solito!
TURIDDU: (sospira tra il divertito e l’infastidito) Eh! Santu’
(Risate generali)
TANINO: Zitti, zitti tutti … Sentiamo cosa ne pensa Don Vito.
DON VITO: Io mi dissocio, non mi interessano questi stupidi pettegolezzi di paese!
TURIDDU:Eh, Don Vi’!
MICHELE: E ditemi, signor Ponza, è un peso così gravoso mantenere una suocera, come dire, psicolabile?
TURIDDU: Psico … che?
DON VITO: (infastidito) Turiddu, psicolabile significa pazza! Michele si eprime così perché è un uomo colto!
SIGNOR PONZA: Beh! Sono comunque sforzi che si devono fare. Ora per esempio devo andare a comperarle del pane …
TANINO (a bassa voce, rivolto ai più vicini): Pure il pane le compra! Non basta l’affitto che le paga?
SANTUZZO: Pane? Ah, va a comperarle il pane? Anche a me ne servirebbe un po’ … giusto per stasera!
SIGNOR PONZA (pazientemente): Sì, Santuzzo, poi vediamo … Ora si è fatto davvero tardi, vi saluto.
TUTTI (in coro) : Arrivederci. A domani!


SCENA TERZA


(Rumore di tazzine – Squillo del campanello – Brusio di voci che spettegolano)
(Due altri squilli di campanello)
GIANNINA: Rosalia, la porta!
Brusio di voci- Altro squillo di campanello
(GIANNINA:) (con tono insistente) Rosalia, la porta! Ho capito, vado io … (Rumore di passi) Chi è?
(SIGNORA FROLA): Sono la Signora Frola (rumore di porta aperta)
GIANNINA: Salve, signora. Come va?
SIGNORA FROLA: Bene. Buonasera Giannina (rumore di passi) (brusio di voci)
SIGNORA FROLA:Buonasera! (le voci tacciono)
TUTTE: Buonasera! Come va?
MELINA: (sottovoce alla vicina) Si parla del diavolo …
ROSALIA: Cara Signora! Buonasera! Accomodatevi … Gradireste un po’ di caffè?
SIGNORA Frola: No, grazie. È un po’ troppo tardi per me (rumore della sedia su cui si siede)
NINI’: Vi vedo contenta! Dove siete stata?
SIGNORA FROLA: Beh, sì! Sono appena stata a trovare mia figlia!
NINI?: E come è possibile, se non la potete vedere?
SIGNORA FROLA: Ma io la posso (tono di voce deciso sul posso) vedere … E pure tutti i giorni, anche se alla finestra. Sta bene, e so che è così grazie a quei bigliettini di tre righi che mette ogni giorno nel panierino per farmeli avere.
NINI?: Ne avete qualcuno?
SIGNORA FROLA: Sì, come no! … Ho quello di oggi (rumore di carta)
NINI’: (con tono impaziente) Fatemela leggere, fatemela leggere!
AGATA: Ninì, un po’ di discrezione! … Sono cose private!
SIGNORA FROLA: Non c’è problema! Anzi, mi fa piacere!
(Di nuovo rumore di carta) (Ninì legge ad alta voce la lettera)
“Cara mamma, oggi è stata una giornata faticosa, ho dovuto rassettare tutta la casa. Purtroppo incomincia a fare freddo. Ma qui in casa si sta bene. A presto, Tildina”
MELINA: E vi accontentate di così poco? Io (tono sostenuto) da mia figlia mi aspetterei di più!
ROSALIA: Dovete essere proprio una donna forte per lasciare che vostro genero chiuda in casa vostra figlia perché è pazzo … di gelosia…
SIGNORA FROLA: All’inizio anch’io la pensavo come voi. Ma in quattro anni ho imparato ad apprezzare anche le piccole cose; e adesso quelle lettere mi bastano … Ho capito che quella che credevo gelosia era in realtà un fortissimo legame d’amore!
MELINA: (con tono acido, sottovoce) Morboso …
Voce da fuori: Signora Frola! (brusio di voci)
GIANNINA: Signora Frola, vi stanno chiamando! (non viene ascoltata)
Voce da fuori: Signora Frolaaaa!!!!
GIANNINA: Signora Frola, avete sentito? Vi stanno chiamando!
SIGNORA FROLA: Ah! Sì, deve essere mio genero che è venuto a prendermi! Scusatemi! Devo scendere subito, non vorrei farlo aspettare! Arrivederci!
Tutte (salutano): Arrivederci (rumore di passi)
MELINA: (sottovoce) Ma chi li capisce! … Ninì, non ci vedo nulla di chiaro in tutta questa storia!.
(Rumore di una porta che si apre, poi si chiude).


SCENA QUARTA


(Rumori di strada, di clacson)
SIGNOR PONZA: Salve, signora. Le ho comprato il pane che mi aveva chiesto per stasera.
SIGNORA PONZA: Grazie, caro … Sei proprio gentile, come sempre!
(Rumore di passi)
Tutti gli uomini: Arrivederci Signora Frola, arrivederci signor Ponza.


SCENA QUINTA


TOTORE: So cos’e’ matt! Ma li vedete? Se ne vanno tutti tranquilli, a braccetto! Eppure il nostro amico è costretto a vivere in quel modo per colpa di quella pazza! S’i foss’ o’ prefett, ce desso o’ sfratt a’ signora!
SANTUZZO: Hai ragione, Totore! Ma lui lo fa perché è un uomo buono …
DON VITO: (con tono saccente) Buono? Io direi ingenuo …Nessuno lo costringe ad assecondare la pazzia di quella donna.
E che sia pazza è certo!
Si capisce che una figlia, maritandosi, lascia la casa della madre per andare « vivere con il marito, per giunta in un’altra città!
Ma che questa madre, poi, non reggendo « star lontana dalla figlia, lasci il suo paese e vada ad abitare in un paese dove tanto lei che la figlia sono forestiere, e per giunta in una casa « parte, questo non si capisce…
E allora, amici miei, (con tono duro e ostinato) ve lo dico io! E’ pazza, non c’è niente da fare!!
MICHELE: Queste cose capitano solo a Valdana, città disgraziata, calamita di tutti i forestieri eccentrici!
SANTUZZO: E poi, questo è un paese piccolo, le voci girano, non sta bene che si facciano sempre vedere insieme, d’amore e d’accordo!
DON VITO: Basta! Si è fatta ora di tornare « casa, mia moglie si potrebbe preoccupare!
TURIDDU: Eh, don Vi’! Vi ricordate della signora Agata solo quando ata’ magna’ … Con tutto il rispetto per vostra moglie!
(Tutti salutano, tranne Tanino).
MICHELE: Tanino, e tu non vieni?
TANINO. (in lontananza) Avviatevi, poi vi raggiungo.
(poi, parlando tra sé)
Le donne credono alla signora Frola, gli uomini al Signor Ponza. C’è da ammattire davvero! Non si riesce a capire chi tra i due sia il pazzo!!


VOCE FUORI CAMPO: Chi sarà il pazzo tra i due? Dov’è la verità?

(Si sentono i passi del signor Ponza, cadenzati, alternati dai passettini della signora Frola, poi il brusio delle loro voci che pian piano si attutiscono, mentre vanno via).

La classe IIE del Liceo Classico Jacopo Sannazaro ha realizzato una scenetta radiofonica in 10 minuti tratta dalla novella pirandelliana "La signora Frola e il signor Ponza suo genero" presentata al concorso indetto nell'ambito del convegno su Eduardo e Pirandello, 20 - 21 novembre 2003, Aula magna Liceo De carlo, Giugliano (Napoli), referente prof. maria Sirago, insegnante di italiano.
e-mail:maria.sirago@libero.it

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