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Educazione linguistica Italiano come lingua seconda
Glottologia e pratica dell'insegnamento dell'italiano come 2: aspetti epistemologici. - Daria Coppola

Lingua: Italiana
Destinatari: Insegnanti
Tipologia: Materiale per autoaggiornamento

Abstract:

Glottodidattica: aspetti epistemologici

Daria Coppola

(Università di Pisa)

Difficoltà di una definizione epistemologica. Il campo d'indagine aperto dalla glottodidattica negli ultimi trent'anni relativamente ai processi e agli atti di insegnamento/apprendimento e i risultati abbastanza omogenei della ricerca nei diversi paesi, nonostante le differenze di impostazione, testimoniano una maturità della disciplina che ha portato anche in Italia a riconoscerle, sia pur su base interdisciplinare, un'autonomia di discorso. Di contro a chi la vedeva solo come un'arte, si è sostenuta la necessità di una definizione epistemologica che ne delimitasse il campo d'indagine, ne caratterizzasse metodi e strumenti, ne precisasse il linguaggio. Nel tentativo di definirla, si è parlato della glottodidattica come di una disciplina essenzialmente pratica, orientata alla soluzione di problemi (a monte di tale definizione, è implicita la distinzione tra discipline teoriche e pratiche - c'è anche chi ritiene tale distinzione ideologica e dunque opacizzante, ma qui ci addentriamo nel campo della pretesa neutralità delle scienze teoriche, campo che non vogliamo toccare); la si è anche detta disciplina procedurale, orientata più sull'indagine che sulla descrizione; o anche scienza interdisciplinare, alla confluenza di molte altre scienze.

Per motivi di tempo, non vorrei tuttavia soffermarmi sui diversi tentativi di definizione, quanto piuttosto sulla difficoltà in cui essi incorrono, data la tendenza dell'odierna epistemologia a superare, più che a porre, steccati disciplinari e a propendere per un'indagine che rinunci a un prioritario impianto teorico, stabilendo di volta in volta i propri parametri, all'interno dei singoli contesti in cui si collocano i fenomeni indagati. Tendenza questa che riflette l'orientamento metodologico di una scienza che ha ormai rinunciato agli ideali forti di certezza, completezza ed esaustività, a favore di modalità d'indagine che nascono da un comune terreno di incertezza gnoseologica e procedurale e si sviluppano ed esauriscono nell'orizzonte del qui e ora.

Ricerca di un modello adeguato. La Complessità Tale difficoltà tuttavia non deve, a mio avviso, far ripiegare su posizioni rinunciatarie, sia di un'autonomia di discorso e di uno spazio che la glottodidattica si è conquistato (e che la pone al riparo da egemonie indebite e da pericolose sudditanze teoriche), sia anche di un'esigenza metodologica di ordine e chiarificazione che è il sintomo di una raggiunta maturità. Si tratta semmai di fare riferimento a un modello epistemologico che riesca a tener conto contemporaneamente delle giuste esigenze e delle difficoltà, e che si presti altresì a contestualizzare una disciplina come la glottodidattica le cui indagini, per le particolari caratteristiche di variabilità dei fenomeni indagati (gli atti di insegnamento/apprendimento delle lingue in relazione ai diversi contesti linguistici, pedagogici, psicologici, sociopolitici), assumono spesso forme diverse e contrastanti.

Tale modello può essere quello della Complessità (ma più che un modello è un metodo, e più che un metodo è una strategia).

La nozione di complessità nasce, come è noto, proprio dal tentativo di ripensare le scienze, quelle della natura e quelle sociali, in modo unitario e non banale, superando sia le barriere disciplinari, che il riduzionismo insito nelle tradizionali procedure scientifiche di classificazione e generalizzazione.

Poiché della complessità non si dà una definizione preliminare e univoca (il termine sembra resistere, a livello epistemologico e semantico, ai tentativi di precisazione), cercherò qui di richiamare brevemente alcuni aspetti e tratti salienti che il pensiero complesso ha assunto in ambito filosofico e scientifico e di servircene quale chiave interpretativa di alcune opzioni teoriche e metodologiche della glottodidattica contemporanea. Accennerò solo ad alcuni aspetti (cinque, forse sei), ma ovviamente l'elenco potrebbe continuare. Per comodità, procederò in modo "non complesso", e cioè schematico, riduttivo, sommario; inoltre, per esigenze di brevità, negli esempi che porterò si verranno a sovrapporre il piano meta della glottodidattica e quello della glottodidassi.

Prospettiva pluralistica e interdisciplinarità. Uno dei tratti più peculiari della complessità sembra proprio la sua "non definibilità" che rimanda alla consapevolezza dei limiti insiti in ogni tentativo di definizione, specie se si propone in modo univoco, e alla necessità di adottare una pluralità di punti di vista. La nozione di complessità richiama la natura multidisciplinare della conoscenza alla quale si addice un approccio metodologico interdisciplinare, frutto della collaborazione e interazione di specialisti diversi.

All'interno di una prospettiva pluralistica si può leggere la tendenza recente a superare il concetto tradizionale di metodo glottodidattico, proponendo in alternativa repertori di tecniche, o focalizzando l'attenzione sulle attività che si svolgono in classe, sulle pratiche comunicative e i processi di interazione tra alunni e docenti.

Oggi anche chi è ancora favorevole a un discorso metodologico adotta una prospettiva di tipo complesso, guardando al metodo quale strategia globale di intervento basata su dati interdisciplinari e interpretativa di una realtà composita.

L'esigenza di guardare ai fatti da una pluralità di punti di vista è diventata, più in generale, per la glottodidattica una tendenza metodologica alla collaborazione e all'interazione con discipline diverse. Oggi la glottodidattica accentua il carattere interdisciplinare delle proprie indagini; un impulso in questo senso le viene proprio da quell'orientamento noto come comunicativismo che ha profondamente influenzato la didattica linguistica, mettendola in contatto con i contributi di molte discipline e ambiti di indagine.

Specificità e attenzione alle singolarità. La natura multidisciplinare di ogni conoscenza non dovrebbe tuttavia portare a ignorare le differenze proprie di ogni itinerario disciplinare, né a trascurare, nel nome di una prospettiva pluralistica, la specificità di ciascun evento. Nella prospettiva della complessità, la realtà si configura quale sistema di singolarità per il quale servono a poco le astratte generalizzazioni, mentre si rivela di grande utilità l'osservazione dei singoli fatti, la scelta di strategie particolari, l'attenzione alle eccezioni.

In glottodidattica si registra oggi, di pari passo alla tendenza metodologica verso la pluralità e l'interdisciplinarità, la diffusione di procedure di tipo ideografico, come quelle della ricerca etnografica, attenta ai casi singoli, ai processi, ai problemi pratici. La ricera-azione vuol proprio tener conto della specificità, particolarità e località dei problemi che nascono nella classe di lingua.

Una maggiore attenzione per ciascun alunno e per i diversi modi e tempi di apprendimento si è avuta anche a seguito della diffusione di una ricerca sull'acquisizione della seconda lingua che, diversamente da quella di impostazione innatista, interessata soprattutto alle regolarità, ha accentuato gli aspetti di diversificazione, le caratteristiche individuali, i fattori soggettivi che fanno di ciascun apprendimento linguistico un processo per molti aspetti singolare; mi riferisco agli studi sugli stili di apprendimento, sull'incidenza dei tratti della personalità degli apprendenti, sulle differenti strategie cognitive e comunicative che hanno sollecitato la diffusione di tecniche di insegnamento individualizzato e l'uso di strumenti di tipo qualitativo quali l'osservazione, il questionario, lo studio di casi.

Complessificazione e problematizzazione. La teoria termodinamica dei fenomeni irreversibili ha messo in luce come lo stesso sistema possa apparire sotto forme diverse, caotiche e ordinate dunque anche il disordine, il caos, il rumore sembrano avere una parte all'interno di una configurazione dei fenomeni organizzata e di tipo complesso. Se, come sostiene von Foerster, l'universo è una macchina "non banale", occorre fare i conti con i limiti delle nostre capacità di conoscenza e previsione, accettando il confronto con l'ignoto e l'imprevisto

La tendenza odierna della scienza alla complessificazione tiene conto del fatto che i fenomeni si presentano di norma con un numero tale di interazioni e retroazioni da rendere arbitraria e inadeguata ogni semplificazione; per comprendere la realtà nella sua complessità, sembra necessario un atteggiamento di continua problematizzazione dei dati, disposto a rinunciare ai concetti classici di legge e previsione.

Come abbiamo visto, proprio dal progressivo complicarsi e complessificarsi delle teorie in ciascuno dei tre ambiti che più direttamente la riguardano, e cioè quello linguistico (le lingue), quello psicologico (le modalità di apprendimento) e quello pedagogico-didattico (gli atti di insegnamento), si sono aperti alla glottodidattica nuovi ambiti d'indagine ed è nata l'esigenza di una prospettiva euristica che problematizza (più che semplificare) i fatti osservati e non rifiuta di fare i conti con il margine di variabilità, imprevedibilità e disordine insito in tale operazione

Per fare solo un esempio: la ricerca di modalità di programmazione curricolare più rispondenti a una visione complessa ed evolutiva dell'apprendimento linguistico ha spinto alcuni a rifiutare il sillabo a priori e ogni programmazione di tipo predittivo, a favore dell'osservazione e registrazione dei processi che avvengono nella classe in tempo reale, con quanto vi è in essi di ambiguo, imprevedibile, caotico

Proceduralità della costruzione. Tipica della complessità è una anche modalità conoscitiva di tipo procedurale che costruisce i propri percorsi sulla base delle situazioni contingenti e delle informazioni del momento. Le teorie costruttivistiche hanno spinto in ambito scientifico al superamento delle istanze di un'epistemologia della rappresentazione che si illude di riflettere in modo statico una realtà indipendente e assoluta, a favore di un'epistemologia della costruzione, procedurale e consapevole che le idee e le teorie che la giudano sono il frutto di concettualizzazioni della realtà.

Anche nell'ambito dell'insegnamento linguistico si registra oggi una diffusa attenzione ai processi e alla procedure: l'enfasi che viene data alla competenza d'azione degli alunni, intesa quale capacità di agire e interagire in lingua, mira proprio a sviluppare una proceduralità strategica atta a realizzare gli scopi comunicativi. In particolare, le tecniche di simulazione di orientamento pragmatico, nelle quali gli alunni si trovano a dover elaborare, sulla base delle informazioni del momento, schemi d'azione adeguati alle diverse situazioni, con ampio margine di scelta personale, comunicano proprio una visione costruttivista della lingua, quale azione sociale che si attua di momento in momento.

Focus sul soggetto. Una epistemologia della costruzione chiama direttamente in causa il soggetto: è il ricercatore a costruire i modelli di interpretazione dei fenomeni indagati e a darne le chiavi di lettura. Una teoria di tipo complesso presuppone l'integrazione dell'osservatore all'interno delle proprie descrizioni.

Sul versante glottodidattico, il radicale cambiamento di prospettiva dai contenuti dell'insegnamento ai soggetti dell'apprendimento ha comportato, di pari passo all'attenzione per l'apprendente e i suoi bisogni -che è alla base delle proposte di curricoli "centrati sul discente"-, un accresciuto interesse anche per gli altri protagonisti del processo di insegnamento/apprendimento, e cioè i docenti.

Man mano che l'alunno, da fruitore passivo, è diventato negoziatore del curricolo e che l'insegnamento si è andato prefigurando quale joint-production, il ruolo tradizionale dell'insegnante, di erogatore della cultura, ha lasciato il posto a una molteplicità di ruoli che meglio esprimono la complessità della funzione docente. Si richiede oggi agli insegnanti di lingua, oltre alla competenza linguistica specifica e a quella didattico-operativa, un insieme di altre competenze di tipo interdisciplinare, socioculturale, progettuale, relazionale, gestionale e psicopedagogico che, se da un lato costituisce un non indifferente carico di responsabilità, dall'altro ne qualifica in modo rilevante il ruolo professionale e ne valorizza quello educativo e umano. Nelle proposte di formazione dei docenti, l'istanza di una preparazione psicoaffettiva globale, attraverso momenti di osservazione, autoosservazione e lavoro nei gruppi, è ritenuta altrettanto importante di quella professionale: alle note tecniche del Reflective Appoach si aggiungono tecniche di tipo clinico che accentuano l'importanza di una formazione personale e relazionale (saper essere), oltre che tecnico-operativa (sapere e saper fare). Si tiene inoltre maggior conto di un altro importante aspetto del ruolo del docente, e cioè della sua funzione euristica nella didattica di sperimentatore di nuove tecnologie, di interprete critico della praticabilità delle proposte glottodidattiche, di osservatore riflessivo dei problemi della classe e delle difficoltà degli alunni, di attivo propositore di soluzioni e modifiche.

Interazione e ricorsività macro/micro. Una prospettiva complessa esige che si tenga conto, nello stesso tempo, della totalità di un sistema e della singolarità delle parti che lo costituiscono (e cioè di un livello macro e di un livello micro), muovendosi di continuo dalle parti verso il tutto e viceversa, in un movimento circolare che è per molti aspetti anche ricorsivo e nel quale sfumano le demarcazioni tra prodotto e produttore, causa ed effetto.

La glottodidattica si serve sempre più di configurazioni che tengono conto del fatto che, per la comprensione di un fenomeno complesso, occorre considerarne non solo le relazioni, interazioni e retroazioni con il contesto, ma anche quelle che intercorrono tra il fenomeno visto nella sua globalità e gli elementi che lo costituiscono. Si ricorre oggi a modelli cibernetici o, ancor più spesso, a modelli ecologici, per esplicitare gli aspetti di dinamismo e circolarità che dovrebbero caratterizzare i curricoli, le procedure di interazione e organizzazione della classe, le attività didattiche.

Nel diagramma di un curricolo, anelli e spole tra le diverse fasi, prese singolarmente e nel loro insieme, stanno proprio a significare le interazioni e le reciproche influenze. Così, ad esempio, la fase della verifica e valutazione, che veniva per ultima nella configurazione curricolare tradizionale di tipo lineare, ricorre oggi anche all'interno di tutte le altre fasi, interagendo con obiettivi, contenuti, metodi e tecniche didattiche. E difatti il tipo di valutazione adottata condiziona inevitabilmente la tipologia del curricolo, oltre a esserne condizionata a sua volta.

Con analoghe caratteristiche di circolarità si può configurare sia l'organizzazione-tipo di una classe di lingua -in modo da esplicitare le dinamiche d'interazione intercorrenti tra il livello locale dei singoli alunni e gruppi e quello globale della classe nel suo insieme-, sia quella di una performance comunicativa che riproponga, in scala, strategie sociali di interazione. Quest'ultima, in quanto mette in gioco scopi, ruoli, registri, norme di interazione e di interpretazione degli interattanti, funziona alla stregua di un ologramma dell'agire sociale, riproducendone conflitti, ambiguità, processi di negoziazione. Può accadere che si pratichino, a livello locale, strategie originali che verranno in seguito adottate anche in ambiti di interazione più propriamente sociali; in questo caso, come è evidente, non siamo più al livello della mera simulazione nel microcosmo di norme generali, bensì a quello dell'attiva costruzione di procedure particolari generalizzabili al macrocosmo.

Da quanto detto, si possono mutuare dalle teorie della Complessità parametri utili a una interpretazione articolata e "non banale" dei recenti sviluppi della glottodidattica e del suo attuale orientamento verso una definizione epistemologica; interessanti procedure strategiche possono considerarsi il rifiuto da parte dell'odierna epistemologia di ogni definizione chiusa e di ogni semplificazione riduttiva, l'attenzione per gli aspetti interdisciplinari dell'indagine, che tuttavia non trascura le peculiarità di ciascun percorso, la consapevolezza degli aspetti soggettivi e interpretativi della conoscenza, la ricerca delle relazioni e interazioni tra i fenomeni e i loro contesti.



http://home.sslmit.unibo.it/~aitla/pisa/coppola.htm



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