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La nuova edilizia popolare sarà di qualità - Il meglio dell'architettura per la nuova edilizia popolare. Morassut: «Niente quartieri dormitorio. I migliori architetti e nel bando vincoli su verde e materiali».

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma
Tipologia: Materiale di studio

Abstract:

UN BANDO INTERNAZIONALE - Il meglio dell'architettura per la nuova edilizia popolare. Morassut: «Niente quartieri dormitorio. I migliori architetti e nel bando vincoli su verde e materiali».

A vent'anni dagli ultimi grandi piani per le case popolari, nella Capitale è alle porte la nuova stagione di edilizia pubblica, che si annuncia come una grande occasione non solo per rispondere alla gravissima emergenza alloggiativa, ma anche per l'architettura.

Dopo Corviale, Vigne Nuove, Laurentino 38, i migliori progettisti italiani saranno chiamati a raccolta per disegnare dei quartieri modello. Nessun mostro, né quartieri dormitorio. La richiesta di assicurare qualità architettonica e ambientale a tutto il complesso degli interventi, è arrivata direttamente dal sindaco Walter Veltroni. E su questo stanno già cominciando a lavorare gli uffici del Campidoglio, dai quali partiranno dei concorsi internazionali di architettura. Prima di tutto, però, si avvierà un ampio confronto con i progettisti italiani, con le università e i cittadini. Il piano di edilizia prevede la costruzione di 20 stanze, che corrispondono a circa 7 mila case di 80 metri quadri. Una parte sarà realizzata direttamente dal Campidoglio, mentre per il resto si tratterà di edilizia agevolata, destinata a quel ceto medio-basso che non ha diritto alla casa popolare.

«In passato ci sono stati dei grandi piani pubblici, ma oggi - spiega l'assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, Roberto Morassut - dei progetti massicci sono impensabili. Pensiamo a dei piani ridimensionati e per assicurare la qualità architettonica si bandiranno dei concorsi internazionali, ai quali si cercheremo di far partecipare molti architetti italiani». Nelle linee guida del bando, dovrà esserci anche la scelta dei materiali e l'utilizzo del verde. Queste le premesse per la nuova sfida delle case popolari, ma quante saranno? Nella lista della nuova edilizia economica e popolare, ci sono 20 mila stanze da costruire, che equivalgono a 7 mila alloggi, di una grandezza media di 80 metri quadri. Queste 20 mila stanze devono rispondere a due esigenze: la legge stabilisce infatti che almeno per il 30 percento debbano essere edilizia sovvenzionata, ovvero quella che il Comune realizza con propri fondi. «Il resto sarà edilizia agevolata: il Comune - spiega l'assessore Morassut - espropria delle aree, che vengono inserite in un bando regionale rivolto a imprese e cooperative, le quali si occupano della realizzazione». Questi alloggi vengono poi venduti a prezzi più bassi rispetto a quelli del mercato, per rispondere alle difficoltà delle famiglie che non sono in lista d'attesa per un alloggio popolare, ma che allo stesso tempo non possono nemmeno permettersi di comprare una casa ai prezzi correnti.

È proprio per l'edilizia che realizzerà direttamente il Comune che si bandiranno i concorsi di architettura, «riprendendo una tradizione interrotta da vent'anni. Sarà una grande occasione - ripete Morassut - per fare della bella architettura. Corviale e Laurentino, ripeto, sono comunque stati dei grandi piani pubblici e sono entrati in una fase di difficoltà perché al loro interno non sono stati realizzati i servizi programmati. Gli articoli 11 sono localizzati proprio in quelle aree, per riqualificarle». Invece quartieri come San Basilio, Quarticciolo, Primavalle, divenuti dei simboli nell'architettura di Roma, sono stati inseriti nel Nuovo piano regolatore come zone della città storica: questo porterà alla loro valorizzazione, attraverso interventi di recupero e salvaguardia. Tutto, insomma, trova la sua casella nel grande sforzo per la riprogrammazione. E così è, ovviamente, anche per il piano sulla nuova edilizia economica e popolare: a questo riguardo il primo passo sarà fissare le aree in cui costruire. Una prima delibera per localizzarle era stata approvata la scorsa primavera, ma i sondaggi archeologici hanno stabilito che lì non si può costruire. Perciò adesso si sta cercando di individuare altre zone, «che dovranno essere coerenti - spiega ancora l'assessore all'Urbanistica - con il sistema delle infrastrutture esistenti o programmate, ed essere vicine a zone già urbanizzate, in modo da funzionare come ricuciture di territori frastagliati. In parte saranno aree agricole, ma la condizione essenziale è che la scelta non stravolga le destinazioni d'uso o i vincoli esistenti». Qualsiasi decisione in merito, inoltre, dovrà essere armonizzata con le controdeduzioni al Prg, a cui si sta lavorando. Le dimensioni e le cubature previste, precisa Morassut, rientrano già nei tetti stabiliti dal Peep (il piano per l'edilizia economica e popolare) nel '95, che fissava la quantità di alloggi da realizzare in vent'anni.

In sintesi: La nuova edilizia popolare

  • 80 metri quadri la grandezza media dei 7 mila appartamenti che saranno realizzati nell'ambito del piano per l'edilizia sovvenzionata e agevolata.
  • Il 30% gli alloggi che saranno costruiti direttamente dal Comune: per questi partiranno dei concorsi di architettura per trovare i migliori progetti.
  • 20 anni sono passati dai grandi piani di edilizia popolare, da cui sono nati Corviale e Laurentino. Oggi si pensa a interventi molto ridimensionati.

 

di Alessandra Rubenni
da L'Unità del 17.09.05



http://www.casadellarchitettura.it/dettagli.asp?id=7697



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