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Il premier Zenawi: «Il suo posto è qui, ma appartiene all'umanità intera»
L'obelisco di Axum è di nuovo in Etiopia. Anche l'ultimo troncone dell'antica stele è tornato in patria.


Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media inferiore, Alunni scuola media superiore, Formazione permanente
Tipologia: Documentazione

Abstract: Il premier Zenawi: «Il suo posto è qui, ma appartiene all'umanità intera»
L'obelisco di Axum è di nuovo in Etiopia
Anche l'ultimo troncone dell'antica stele è tornato in patria. Ad accoglierlo centinaia di persone e le massime autorità del Paese

AXUM – Questa volta ad accogliere la terza parte dell’obelisco di Axum c’erano veramente centinaia di persone. Ma non solo. A sorpresa è sceso all’aeroporto dell’antica capitale della Regina di Saba anche il primo ministro Melles Zenawi, l’uomo forte del Paese. Il presidente della Repubblica, Girma Wolde Geogis, e il Patriarca (cioè il papa) della chiesa ortodossa, Abuna (che sta per vescovo) Paulos, erano arrivati il giorno prima.
Il cordone di sicurezza organizzato dalla polizia etiopica, ha faticato a tenere la gente fuori dal grande recinto dell’aeroporto, davanti al cui cancello, già alle 5 del mattino, si era formato un enorme ingorgo di auto che tentavano di entrare. Anche il taxi su cui viaggiava il reporter del Corriere ha avuto qualche difficoltà a penetrare il muro di poliziotti. Ironia della sorte, il volo di ieri, del solito aereo Antonov ex sovietico, con il quale è stato completato il trasferimento del pesante obelisco (160 tonnellate) trafugato dagli uomini di Mussolini su ordine personale del dittatore, è avvenuto nel giorno del sessantaduesimo anniversario della caduta del nazifascismo in Italia: il 25 aprile: «Un’occasione per celebrare assieme questa conincidenza, anche in Etiopia il 25 aprile sarà festa nazionale», ha commentato Melles Zenawi al Corriere.
Musica a tutto volume, canti, balli bandiere in festa, hanno investito già domenica mattina Axum, città sacra per i cristiani ortodossi, quanto lo è Roma per i cattolici o La Mecca per i musulmani. Inoltre, era domenica delle palme. Una ricorrenza particolarmente sentita dai fedeli etiopici. Ad Axum si sono dati così appuntamento centinaia di pellegrini che hanno assistito alla lunga messa nella cattedrale di Santa Maria di Zion (un po’ quello che è San Giovanni in Laterano per i cattolici). Quale migliore occasione per celebrare il ritorno della stele? Così le meste commemorazioni della domenica prima della Pasqua, nodo centrale dello tsom - la quaresima etiopica, molto rigida nei sacrifici alimentari che contempla -, si sono trasformate in baldoria, andata avanti tutta la notte.
Prima dell’alba, la gente si è diretta verso l’aeroporto. Chi è riuscito ad entrare ha visto prima arrivare l’aereo dell’Ethiopian Airlines su sui viaggiavano Melles Zenawi e la sua famiglia, poi, poco dopo, alle 6,24, il gigantesco Antonov, che portava nella pancia l’apice della stele e la pietra sacrificale. Una mezz’ora più tardi, mentre erano cominciate le operazioni di scarico è arrivato sul suo aereo Mohammed Al Ahmudi, l’uomo più ricco dell’Etiopia (madre etiopica, padre saudita). Al Ahmudi è assai chiacchierato in Etiopia. Pur essendo assolutamente laico («beve alcool come una spugna», confessano confidenzialmente i camerieri dell’Hotel Sheraton di Addis Abeba, una delle sue molteplici proprietà), finanzia la costruzione di moschee un po’ ovunque nel Paese e molti sostengono che sia in contatto con i fondamentalisti islamici («Lo teniamo sotto controllo - aveva spiegato qualche settimana fa al Corriere il primo ministro – finora non ha fatto nulla di illegale»).
Mentre i tre camion con i segmenti della stele sono stati sistemati su altrettanti camion parcheggiati all’aeroporto, in attesa di essere trasferiti in giornata davanti al parco delle steli, i festeggiamenti si sono spostati sul palco allestito all’ingresso della città. Dopo i danzatori e i cantanti si sono succeduti parecchi oratori, tra cui l’ambasciatore italiano Guido La Tella. Il diplomatico, dopo aver firmato assieme alla sua controparte, il ministro dei giovani, dello sport e della cultura, Toshome Toga, il documento che trasferisce formalmente la “proprietà” della stele all’Etiopia, ha preso la parola: «La stele – ha dichiarato - ora ha un altro significato: rappresenta l’amicizia eterna tra l’Etiopia e l’Italia».
«Viva Italia, viva Etiopia», gli ha fatto eco compiaciuta la folla battendo le mani. E Melles poco dopo gli è venuto dietro, aggiungendo: «Il posto dell’obelisco è qui. Ma non scordiamoci che questa stele appartiene all’umanità intera».
25 aprile 2005
 


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/04_Aprile/25/axum.shtml



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