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Pechino - La Dichiarazione e il Programma di azione adottati alla Quarta Conferenza mondiale dell'ONU sulle donne. Un estratto ed il testo integrale da scaricare.

Lingua: Italiana
Destinatari: Insegnanti, Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma
Tipologia: Documentazione

Abstract:

PREFAZIONE

La Dichiarazione e il Programma di azione adottati alla Quarta Conferenza mondiale dell'ONU sulle donne costituiscono uno spartiacque nella politica delle donne sul piano istituzionale.
La Conferenza mondiale dell'ONU raccoglie infatti nei documenti che impegnano gli Stati, i Governi, le forze economiche, sociali politiche e culturali le novità più significative dei movimenti delle donne, soprattutto le elaborazioni del femminismo del sud del mondo, incentrate sulla valorizzazione della differenza di genere come leva per una critica alle forme attuali dello sviluppo e della convivenza sociale.
Le donne che hanno partecipato alla quarta Conferenza mondiale ne parlano come di un evento tanto straordinario quanto ricco di passione sul piano umano e politico.
Vorrei qui sottolineare i punti più significativi.

a) La Conferenza segna il passaggio dalle politiche della parità alla consapevolezza che per raggiungere l'uguaglianza di diritti e di condizione è necessario riconoscere e valorizzare la differenza del genere maschile e femminile; valorizzare dunque l'esperienza, la cultura, i valori di cui le donne sono portatrici.
Sono convinta che da questo punto di vista, uno degli atti più significativi sia la soprattutto la dove Egli sottolinea il valore, per la società, del ruolo del genere femminile nell'educazione e nella cura delle persone.
Storicamente, lo sappiamo, tale ruolo è stato un retaggio che ha impedito alle donne l'acquisizione piena della cittadinanza.
Nel mondo attuale queste attitudini sono una risorsa, un bene grandissimo per la salvezza dell'umanità, che colloca le donne in una posizione centrale nell'azione di governo del mondo medesimo.
Le abilità che sono parte della storia del genere femminile, come la cura delle persone, l'educazione, oltre a quelle acquisite nelle professioni e nel lavoro, devono essere la fonte per allargare la cittadinanza delle donne, ma anche per conferire loro autorità e potere nella direzione della cosa pubblica.
Le donne più di altri, possono avere a cuore ed essere esperte nell'esercizio del "bene comune"

b) La Conferenza mondiale di Pechino ha dimostrato che le donne, a livello mondiale, stanno costruendo un linguaggio universale con il quale affermare che i diritti umani sono tali e sono universali se si riferiscono alla realtà concreta delle donne e degli uomini, se affermano la pari dignità di libertà, di condizione, di partecipazione sociale e politica di donne e di uomini, se tutelano il valore dell'integrità, dell'inviolabilità del corpo femminile.

c) La Conferenza mondiale di Pechino ha confermato che tutte le donne del mondo vogliono cambiare la propria condizione e quella della società a partire dai propri . A Pechino si è vista in azione una , un femminismo transnazionale che ricerca nelle differenze punti in comune.
In quella Conferenza è stato molto importante lo sforzo condotto da tutti-dalle organizzazioni non governative alle chiese, ai capi di Stato - per realizzare una reciproca comprensione, per far cadere i muri della diffidenza e della ostilità.
Questo sforzo ha prodotto e produce un'esito molto concreto: valorizzare e collocare nella giusta dimensione tutti gli aspetti della vita delle donne, maternità, lavoro, famiglia, impegno sociale.
È stato altresì prezioso e per molti versi inedito lo sforzo di dialogo tra le istanze istituzionali e le organizzazioni non governative e sociali, e il ruolo che queste ultime hanno saputo giocare sia nella preparazione sia durante i lavori della Conferenza.

Il Programma di azione evidenzia anche dei limiti e i compromessi che è stato necessario accettare all'interno di un'assise così complessa.
Il limite più serio che individuo è lo scarso sostegno sul piano concreto e delle risorse allo sviluppo del sud del mondo.
Troppo aleatori sono gli obiettivi che impegnano i paesi. Scarso l'impegno di risorse da parte dei medesimi.
È noto infine che il Programma di azione non è stato condiviso in tutte le sue parti da parte di tutti gli Stati. Vi sono ad esempio, su punti cruciali, le riserve della delegazione della Santa Sede espresse in un suo documento ufficiale.

Il Programma di azione indica gli obiettivi strategici e le iniziative che i Governi e tutti gli attori economici e sociali devono assumere e realizzare.
Essa ruota attorno a tre concetti chiave: GENERE E DIFFERENZA; EMPOWERMENT; MAINSTREAMING.

GENERE E DIFFERENZA: per costruire una parità di opportunità, per costruire uno sviluppo equo e sostenibile è necessario mettere al centro delle politiche la reale condizione di vita delle donne e degli uomini che è disuguale e diversa.
Le politiche devono valutare il loro impatto sulle reali condizioni di vita di donne e di uomini, sapendo che esse sono tra loro disuguali e diverse.
Diventa allora molto importante l'analisi della realtà. Un punto operativo strategico è la costruzione delle indagini statistiche, che devono essere articolate per sesso.

EMPOWERMENT: è un concetto che è stato elaborato per primo da donne femministe del sud del mondo. Esso significa (e responsabilità) alle donne.
Potere e responsabilità sono qui intesi non solo nel senso della promozione delle donne nei centri decisionali della società, della politica e dell'economia.
Potere e responsabilità propongono prima di tutto un sollecito alle donne ad accrescere la propria autostima, ad autovalorizzarsi, ad accrescere le proprie abilità e competenze.
Il potere delle donne, la loro capacità e possibilità di decidere, di essere autonome, di avere voce in capitolo nella famiglia, nella società e nella politica sono un bene in sé e anche uno strumento per realizzare uno sviluppo più equo, una politica più democratica, una società più libera e solidale.

MAINSTREAMING: è una parola inglese di difficile traduzione, ma che indica una prospettiva fortemente innovativa per quanto attiene la politica istituzionale e di governo.
Essa infatti tende ad inserire una prospettiva di genere, il punto di vista delle donne, in ogni scelta politica, in ogni programmazione, in ogni azione di governo.
L'applicazione del mainstreaming può diventare l'occasione per un vero rinnovamento della pratica istituzionale e di governo.
Essa richiede un contesto di oggettiva valorizzazione delle risorse umane lungo tutto il ciclo della vita, misurandosi con le differenze di ogni fase della vita e con le differenze tra i sessi.
Richiede una costante azione di controllo rispetto alla effettiva applicazione delle leggi e delle scelte adottate, a partire da quelle più innovative. Sappiamo che questo della applicazione delle leggi nel loro contenuto innovatore costituisce un gap, una lacuna, una strozzatura nel sistema italiano.
La pratica del mainstreaming richiede un grande cambiamento nella cultura di governo e mette al centro dell'agenda politica i temi della qualità dello sviluppo, della valorizzazione delle risorse umane, della equità, delle grandi riforme sociali.
Richiede altresì grande attenzione per le riforme del procedimento amministrativo, per la strumentazione operativa per rendere efficaci le leggi.
La Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna assume come suo terreno di lavoro vincolante il Programma di azione.
Si impegnerà a sollecitare il Governo, il Parlamento, le forze economiche e sociali perché ne sia rispettata l'applicazione.
Realizzerà questo impegno costruendo un legame, una sinergia con le tante associazioni femminili che già sono impegnate in tal senso, perché riconosce ad esse un ruolo prezioso.
La pubblicazione del Programma costituisce il primo atto di questo difficile, ma esaltante impegno.





INDICE

PREFAZIONE DELL'ON. LIVIA TURCO

DICHIARAZIONE DI PECHINO

PROGRAMMA DI AZIONE

CAPITOLO I - OBIETTIVI

CAPITOLO II - CONTESTO MONDIALE

CAPITOLO III - AREE DI CRISI

CAPITOLO IV - OBIETTIVI STRATEGICI E AZIONI

  1. Donne e povertà

    Obiettivo strategico A.1: Rivedere, adottare e applicarepolitiche macroeconomiche e startegie di sviluppo rivolte specificatamente alle necessità delle donne povere

    Obiettivo strategico A.2: Riesaminare leggi e pratiche amministrative per assicurare alle donne uguali diritti di accesso alle risorse economiche

    Obiettivo strategico A.3: Aprire alle donne l'accesso al risparmio e ai meccanismi e agli istituti di credito

    Obiettivo strategico A.4: Sviluppare le metodologie differenziate per sesso e condurre ricerche sulla femminilizzazione della povertà

  2. Istruzione e formazione delle donne

    Obiettivo strategico B.1: Garantire uguale accesso all'istruzione

    Obiettivo strategico B.2: Eliminare l'analfabetismo tra le donne

    Obiettivo strategico B.3: Migliorare l'accesso delle donne alla formazione professionale, all'insegnamento scientifico e tecnico e all'educazione permanente

    Obiettivo strategico B.4: Mettere a punto sistemi d'istruzione e di formazione non discriminatoria

    Obiettivo strategico B.5: Stanziare risorse sufficienti per le riforme del sistema educativo e la verifica della loro applicazione

    Obiettivo strategico B.6: Promuovere l'educazione e la formazione permanente per donne e ragazze

  3. Donne e salute

    Obiettivo strategico C.1: Incrementare l'accesso delle donne, durante l'intero ciclo della loro vita, ad appropriati, economici e qualificati servizi sanitari e centri d'informazione

    Obiettivo strategico C.2: Rafforzare i programmi di prevenzione che migliorano la salute delle donne

    Obiettivo strategico C.3: Intraprendere iniziative differenziate per sesso che affrontino il problema delle malattie trasmissibili per via sessuale, Hiv/AIDS, e gli altri temi relativi alla salute sessuale e alla procreazione

    Obiettivo strategico C.4: Promuovere la ricerca e diffondere informazioni sulla salute delle donne

    Obiettivo strategico C.5: Incrementare le risorse e verificare gli sviluppi successivi per la salute delle donne

  4. La violenza contro le donne

    Obiettivo strategico D.1: Adottare misure concertate per prevenire ed eliminare la violenza nei confronti delle donne

    Obiettivo strategico D.2: Studiare cause e conseguenze della violenza contro le donne e l'efficacia delle misure di prevenzione

    Obiettivo strategico D.3: Eliminare la tratta delle donne e assistere le vittime delle violenze legate alla prostituzione e alla tratta

  5. Donne e conflitti armati

    Obiettivo strategico E.1: Incrementare la partecipazione delle donne alla soluzione dei conflitti e ai livelli decisionali e proteggere le donne che vivono in situazioni di conflitto armato e altro o sotto la occupazione straniera

    Obiettivo strategico E.2: Ridurre le spese militari eccessive e controllare la disponibilità di armamenti

    Obiettivo strategico E.3: Promuovere forme non violente di soluzione dei conflitti e ridurre le violazioni dei diritti fondamentali nelle situazioni di conflitto

    Obiettivo strategico E.4: Promuovere il contributo delle donne allo sviluppo di una cultura della pace

    Obiettivo strategico E.5: Fornire protezione, assistenza e formazione alle rifugiate e alle donne profughe che abbiano bisogno di protezione internazionale e alle donne profughe nel proprio

    Obiettivo strategico E.6: Fornire assistenza alle donne che vivono in colonie e in territori non autonomi

  6. Donne ed economia

    Obiettivo strategico F.1: Promuovere i diritti e l'indipendenza economica delle donne, in particolare l'accesso all'occupazione e ad adeguate condizioni di lavoro e l'accesso alle risorse economiche

    Obiettivo strategico F.2: Facilitare l'accesso paritario delle donne alle risorse, all'occupazione, ai mercati e al commercio

    Obiettivo strategico F.3: Fornire servizi professionali, formazione e accesso a mercati, informazioni e tecnologie in particolare alle donne con basso reddito

    Obiettivo strategico F.4: Rafforzare le capacità economiche e le reti commerciali delle donne

    Obiettivo strategico F.5: Eliminare la segregazione professionale e tutte le forme di discriminazione nel lavoro

    Obiettivo strategico F.6: Permettere agli uomini e alle donne di conciliare responsabilità familiari e responsabilità professionali

  7. Donne, potere e processi decisionali

    Obiettivo strategico G.1: Adottare misure per assicurare alle donne pieno e paritario accesso e partecipazione alle strutture di potere e ai processi decisionali

    Obiettivo strategico G.2: Incrementare la capacità delle donne di partecipare ai processi decisionali e di assumere ruoli dirigenti

  8. Meccanismi istituzionali per favorire il progresso delle donne

    Obiettivo strategico H.1: Creare o rafforzare i meccanismi nazionali e gli altri organismi governativi

    Obiettivo strategico H.2: Integrare il tema della parità tra i sessi in leggi, politiche pubbliche, programmi e progetti

    Obiettivo strategico H.3: Produrre e diffondere dati e informazioni disaggregati per sesso a fini di pianificazione e valutazione

  9. Diritti rondamentali delle donne

    Obiettivo strategico I.1: Promuovere e proteggere i diritti fondamentali delle donne attraverso la piena applicazione di tutti gli strumenti sui diritti umani, specialmente la Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne

    Obiettivo strategico I.2: Garantire l'uguaglianza e la non discriminazione nel diritto e nei fatti

    Obiettivo strategico I.3: Diffondere nozioni basilari di diritto

  10. Donne e media

    Obiettivo stralegico J.1: Accrescere la partecipazione delle donne e permettere loro di esprimersi e di accedere ai processi decisionali nei media e nelle nuove tecniche di comunicazione

    Obiettivo strategico J.2: Promuovere una immagine equilibrata e non stereotipata delle donne nei media

  11. Donne e ambiente

    Obiettivo strategico K.1: Coinvolgere attivamente le donne nei processi decisionali relativi all'ambiente, a tutti i livelli

    Obiettivo strategico K.2: Integrare le necessità, le preoccupazioni e le opinioni delle donne nelle politiche e nei programmi per lo sviluppo durevole

    Obiettivo strategico K.3: Rafforzare o creare meccanismi a livello nazionale, regionale e internazionale, per valutare l'impatto delle politiche di sviluppo e delle politiche ambientali sulle donne

  12. Le bambine

    Obiettivo strategico L.1: Eliminare tutte le forme di discriminazio-ne nei confronti delle bambine

    Obiettivo strategico L.2: Eliminare gli atteggiamenti e le pratiche culturali negative nei confronti delle bambine

    Obiettivo strategico L.3: Promuovere e proteggere i diritti della bambina e far meglio conoscere i suoi bisogni e il suo potenziale

    Obiettivo strategico L.4: Eliminare le discriminazioni nei confronti delle bambine nell'istruzione, acquisizione delle capacità e formazione

    Obiettivo strategico L.5: Eliminare la discriminazione nei confronti delle bambine nei settori della salute e della nutrizione

    Obiettivo strategico L.6: Eliminare lo sfruttamento economico del lavoro dei bambini e proteggere le bambine che lavorano

    Obiettivo strategico L.7: Eliminare la violenza nei confronti delle bambine

    Obiettivo strategico L.8: Sensibilizzare le bambine e favorire la loro partecipazione alla vita sociale, economica e politica

    Obiettivo strategico L.9: Rafforzare il ruolo della famiglia nel migliorare la condizione delle bambine

CAPITOLO V - CREAZIONE DI STRUTTURE
  1. LIVELLO NAZIONALE

  2. LIVELLO SUB REGIONALE E REGIONALE

  3. LIVELLO INTERNAZIONALE
  1. Nazioni Unite
    1. Assemblea genarale
    2. Consiglio economico e sociale
    3. Commissione sulla condizione delle donne
    4. Altre commissioni tecniche
    5. Comitato per l'eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle donne e altri organi di applicazione dei trattati
    6. Segretariato delle Nazioni Unite
    7. Istituto internazionale di ricerca e di formazione per il progresso delle donne
    8. Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne
    9. Istituti specializzati e altri organismi delle Nazioni Unite
  2. Altre istituzioni e organizzazioni internazionali
CAPITOLO VI
  1. LIVELLO NAZIONALE

  2. LIVELLO REGIONALE

  3. LIVELLO INTERNAZIONALE
NOTE



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