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LA FIAT NEL MEZZOGIORNO: in un breve excursus storico, le tappe della "discesa" di Fiat al Sud.

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma
Tipologia: Materiale per autoaggiornamento

Abstract:

LA FIAT NEL MEZZOGIORNO

In occasione del primo centenario dalla sua costituzione, la Fiat ha inteso celebrare l’avvenimento, certamente di grande portata nella storia italiana, attraverso una serie di eventi all’interno dei quali si pone una pubblicazione miscellanea nella quale studiosi di diversa disciplina e notorietà affrontano i vari momenti della evoluzione del grande gruppo torinese.

Del gruppo di relatori fa parte anche R&P che affronta, con un breve saggio di storia economica, un tema già oggetto di precedenti e svariate ricerche finalizzate a scelte di localizzazione o ad altri scopi.

Questo breve saggio ricostruisce, attraverso un excursus storico, le tappe della "discesa" di Fiat al Sud, discesa relativamente tardiva analogamente a quella di gran parte dei gruppi industriali privati italiani. Infatti l’esordio data al 1956 con l’insediamento di Comind a Napoli, ma si devono attendere gli anni settanta per l’avvio dei primi grandi insediamenti del Gruppo nel Sud Italia e dopo aver assistito, già nella seconda metà degli anni cinquanta, all’immigrazione a Torino di decine di migliaia di operai meridionali attratti dalle prospettive di lavoro innescate da un’esplosiva domanda di massa di autovetture.

Gli anni settanta segnano tuttavia una svolta radicale. A testimonianza di ciò, basti osservare come alla fine di tale decennio il Gruppo Fiat divenga il primo gruppo industriale privato italiano per numero di posti di lavoro creati nel Sud e il secondo dopo il Gruppo IRI. Questo mutamento di indirizzo del Gruppo torinese è stato determinato da una serie di eventi quali: i primi shock petroliferi, il maturare del mercato interno, l’affacciarsi di prime avvisaglie di globalizzazione dei mercati, l’introduzione di forme nuove di deverticalizzazione e di decentramento della produzione; l’impegno dello Stato verso politiche di riequilibrio territoriale; l’esplosione al nord delle tensioni sul mercato del lavoro e nelle relazioni industriali. E’ un intreccio di fattori che interagiscono in modo complesso, ma da cui emerge la chiara evidenza che per Fiat la scelta del Sud è divenuta una strategia irreversibile.

Gli anni ottanta e novanta confermano e consolidano l’orientamento "meridionalista", sia attraverso operazioni dirette di investimento (Melfi ne è il paradigma), sia attraverso acquisizioni di attività già localizzate nel Sud (Alfa Romeo). Da questo momento gli insediamenti nel Mezzogiorno sono destinati a divenire la vera anima produttiva nazionale del Gruppo, a fronte della crescente globalizzazione delle sue attività industriali.

Guardando alla Fiat Auto, cioè al core business del Gruppo, l’evoluzione degli anni novanta indica come, a fronte di un’incidenza sul totale mondiale delle attività localizzate in Italia, scesa in termini di occupati dall’87% del 1990 al 62% del 1997, la quota parte del Sud su queste ultime sia quasi raddoppiata, salendo dal 27% al 47%. Siamo dunque in presenza di una rilevante trasformazione nella distribuzione degli assets produttivi all’interno del paese, destinata a decretare la preminenza del Sud.

A distanza di poco più di trent’anni dal primo massiccio afflusso di investimenti, il processo di radicamento di Fiat nel Sud del paese è oggi pienamente realizzato. La presenza del Gruppo coinvolge le più qualificate attività: dagli stabilimenti di produzione a più alto contenuto innovativo nell’ambito del core business automobilistico ai centri di ricerca (Elasis) impegnati in progetti sulla frontiera tecnologica. Inoltre, la diffusione territoriale delle iniziative è tale da coprire buona parte del Mezzogiorno.

L’impostazione del saggio privilegia un approccio cronologico, non prima tuttavia di avere illustrato la consistenza e la dinamica aggregata di tale presenza, in modo da offrire al lettore un immediato e sintetico quadro di riferimento.

Nel saggio, "la cronologia degli eventi Fiat al Sud" si interseca, seppure in modo non sistematico, con altre cronologie parallele, destinate a tratteggiare lo scenario in cui trovano spiegazione le scelte operate, sia relative all’evolvere dei fattori esterni che al mutare degli orientamenti strategici del Gruppo. Infine, nel paragrafo conclusivo, si propone una valutazione generale della presenza Fiat al Sud e si fa cenno alle prospettive, in un futuro sempre più dominato dalla globalizzazione e dall’emergere di nuovi mercati.

Come considerazione conclusiva, il saggio documenta come gli insediamenti al Sud siano stati in questi anni una costante nelle scelte strategiche del Gruppo, più che per molti altri gruppi industriali italiani. Si è trattato di una virtuosa evoluzione path-dependent di allocazione degli assets, favorita dall’accumularsi delle esperienze industriali in quell’area del paese e dalla più intima conoscenza delle sue potenzialità e dei suoi limiti, nonché stimolata dai positivi risultati conseguiti. Deve essere dunque riconosciuto a Fiat il merito storico di avere intrapreso la via del Sud con decisione, coniugando i propri interessi gestionali correnti ad una visione lungimirante circa lo sviluppo del paese.

Come collocare in prospettiva questo processo evolutivo?

Le strutture produttive del Gruppo Fiat hanno assunto una forte impronta transnazionale. L’internazionalizzazione procede con forza, sotto la spinta della globalizzazione e dell’aumentata concorrenzialità su tutti i principali mercati mondiali, influenzando la cultura dell’impresa, le competenze e le strutture manageriali sempre meno vincolate alla dimensione nazionale e ai suoi condizionamenti. La sfida che il Mezzogiorno deve affrontare è dunque quella di un confronto tra alternative localizzative internazionali. Non si possono sottacere le difficoltà insite in tale confronto, sia per i vantaggi comparati dei paesi di nuova industrializzazione ed emergenti, anche sotto il profilo delle potenzialità di mercato, sia per la diminuita importanza dei vincoli spazio-temporali nell’organizzazione e nella logistica della produzione, sia per l’acquisita esperienza internazionale che consente a Fiat di ridurre sempre più i costi di informazione, di adattamento ai nuovi contesti e di trasferimento del know-how per gli insediamenti all’estero.


Notizie R&P - Ricerche e Progetti, semestrale di informazione, registrazione del tribunale di Torino, n.4685 del 3/6/94

Direttore Responsabile: Ruggero Cominotti


http://www.repnet.it/n298_2.htm



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