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Filosofia

*La Valorizzazione del patrimonio personale
a cura di ''Le Quattro Ghinee''


Il progetto di vita non coincidente con l'adesione a una sequenza prevedibile di eventi assomiglia di più a un progetto creativo, a un patchwork, come lo ha chiamato Mary Catherine Bateson.



Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma
Tipologia: Materiale per autoaggiornamento

Abstract:

Coordinate per la ricerca esplorativa

Coordinate clinico-pedagogiche

A fronte del mutamento sociale e del mondo del lavoro, dei cambiamenti legislativi che regolano in Italia modalità di entrata e uscita dal mercato del lavoro e che ridisegnano il modo di abitare il mondo del lavoro di uomini e donne, le donne che lavorano o che vogliono lavorare come si regolano? Quali traiettorie seguono, quali transizioni effettuano, quale strategia mettono a punto?
Quale progettualità attraversa il lavoro delle donne? E quali attribuzioni di senso si accompagnano al lavoro? Queste domande mettono in conto di poter analizzare come le donne utilizzano i maggiori margini di libertà e come gestiscono i maggiori rischi che derivano dall'aumentata mobilità sociale, dall'abbassarsi dell'istituzionalizzazione dei corsi della vita - le sequenze studi/lavoro/matrimonio/gravidanze, per esempio.

Nelle narrazioni delle 11 donne questi elementi sono espliciti, chiari, inscritti in percorsi di senso che vengono riattualizzati ogni volta che una scelta importante si profila all'orizzonte o ogni volta che un cambiamento improvviso appare nelle loro vite.

Il progetto di vita non è decisamente più coincidente con l'adesione a una sequenza prevedibile, e magari socialmente accettata, di eventi. Assomiglia di più a un progetto creativo, a un patchwork, come lo ha chiamato Mary Catherine Bateson(1). La Bateson ci mette in guardia dalle vittime della 'dipendenza dalla stabilità', cioè da quelle persone che vivono in una nicchia protetta e non si accorgono che il mondo si sta trasformando radicalmente. "La vecchia affascinante idea di un solo cammino e di un unico impegno per molti si rivela illusoria, non solo per gli esuli geografici e politici ma per gli esuli culturali, messi al bando dalla discontinuità dei costumi e dell'economia (...). E' tempo adesso" - ci dice la Bateson - "di esplorare il potenziale creativo di vite disseminate di discontinuità e conflitti, di vite in cui le energie non siano concentrate in un ambito ristretto o permanentemente rivolte a una singola esplorazione. Non di vite in cui l'impegno sia assente ma piuttosto di vite in cui gli impegni siano continuamente ridefiniti e rimessi a fuoco. E' giusto investire tempo e passione in obiettivi specifici, prendendo atto tuttavia che si tratta di obiettivi mutevoli. Le circostanze su cui si articola la vita delle donne, oggi come nel passato, forniscono numerosi spunti per ripensare in modo nuovo alla vita di uomini e donne"(2). Così il sapiente lavoro di cucitura e il creativo disegno della trama di un patchwork, ci indicano un nuovo modo di fare i conti con la progettualità, un modo che tenga insieme realisticamente la discontinuità con la creatività.
Ma creatività non vuol dire improvvisazione senza metodo: se i percorsi "classici" non hanno più corrispondenza con la realtà, è possibile, almeno in via metaforica, fare riferimento alla metodologia progettuale di Bruno Munari(3). Per esempio Munari ci ricorda che non bisogna partire ogni volta azzerando la situazione, o peggio, cercando la "soluzione geniale", bensì definire il problema e smontarlo nelle sue componenti: "ogni sottoproblema ha una sua soluzione ottimale che però può contrastare con le altre. La parte più ardua del lavoro del designer sarà quella di conciliare le varie soluzioni con il progetto globale. La soluzione del problema generale sta nel coordinamento creativo delle soluzioni dei sottoproblemi"(4).

E' quanto -mutatis mutandis- invita a fare la Bateson, quando precisa che anche la più bizzarra coperta di patchwork segue una procedura per essere confezionata, ha un telo di fondo cui si ancorano i vari pezzi e, nei casi più ambiziosi, segue un modello progettato per l'occasione. Fuor di metafora, "comporre una vita significa essere aperti alle possibilità e avere la capacità di accostarne le parti in un insieme che sia strutturalmente stabile"(5).
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Note:


BATESON Mary Catherine, (1989), Comporre una vita, Feltrinelli, Milano, 1992
BATESON Mary Catherine, (1989), Comporre una vita, Feltrinelli, Milano, 1992, p.19
MUNARI Bruno, (1981), Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale, Laterza, Roma-Bari, 1997
MUNARI Bruno, (1981), Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale, Laterza, Roma-Bari, 1997, p. 44
BATESON Mary Catherine, (1989), Comporre una vita, Feltrinelli, Milano, 1992, p.58
 



http://donnalavoro.ticonuno.it/biblio/valoriz/valoriz.htm



I giudizi degli utenti

Isabella
Ricerca interessante. Stimolante il metodo : il racconto autobiografico.

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