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SCHEDA RISORSA
Intercultura
Alunni arabi - LA PREPARAZIONE DELL’HENNE’
Lingua:
Italiana
Destinatari:
Alunni scuola elementare, Alunni scuola media inferiore, Formazione permanente
Tipologia:
Materiale di studio
Abstract: Dal numero 6 di gen-feb 1998 della rivista AFRICA
LA PREPARAZIONE DELL’HENNE’
di Luisella Grondona
...sul tavolo tutto è pronto per la preparazione dell’hennè: la polvere verde, una caraffa con l’acqua, una ciotola con polvere bianca simile a zucchero. Impastati a lungo gli ingredienti con le mani, il composto divenuto marrone si addensa. Fin dai tempi lontanissimi, in occasione di feste e cerimonie, le donne fanno uso di hennè a scopi decorativi. Motivi a forma di cuore, mezze lune, punti o greche bordano i piedi, complicati arabeschi s’intrecciano sul dorso delle mani. Due sono procedimenti seguiti: nel primo, più semplice e più veloce, i disegni si ottengono stendendo e lasciando riposare l’impasto su una striscia adesiva, preventivamente traforata e fissata ai margini dei piedi, o facendo scendere il composto da una siringa disegnando così il dorso delle mani. Nel secondo l’impasto “harcus” si prepara riducendo in polvere bacche, minerali, chiodi di garofano e facendo cuocere il tutto sui bracieri; l’amalgama divenuto fluido, nerissimo e profumato è così pronto per l’uso. Si stende in modo uniforme su pianta e palmo e, dopo avere creato una base compatta, con la punta di uno spillo, usato a mò di pennello, si procede disegnando ad uno ad uno i motivi che dovranno decorare mani e piedi. Oggi solo le anziane conoscono i segreti per la buona riuscita dello “Harcus”; per la difficoltà e i lunghi tempi di esecuzione il procedimento è usato esclusivamente in occasione di importanti cerimonie come il matrimonio e la circoncisione.
Alcuni interpreti del Corano sostengono che in un versetto si vieta l’uso del tatuaggio e che il Profeta avrebbe condannato chi pratica questa usanza. Ma nonostante ciò l’abitudine non è stata abbandonata. Nel passato alcuni tatuaggi erano incancellabili, fatti per durare l’intera vita. Simboli geometrici dal significato magico e di protezione dal malocchio ornavano il viso, le braccia, le gambe della donna. Oggi questa pratica non è più in uso; i tatuaggi a base di hennè si mantengono al massimo un mese.
IL LINGUAGGIO DEI TATUAGGI
Generalmente l’arte del tatuaggio è un’usanza tipica delle donne che vivono nelle zone rurali del Nord-Africa. Tradizionalmente si incomincia a tatuare una ragazza quando ha raggiunto l’età da marito. Alle donne che vivono nei villaggi e che non hanno l’usanza di coprirsi il volto, vengono impressi dei segni sul viso (generalmente sulla fronte e sul mento) per testimoniare l’appartenenza ad un determinato gruppo etnico. Una volta sposata la donna può tatuarsi il corpo. Se ai tatuaggi impressi nella parte inferiore del polpaccio si attribuiscono significati di prevenzione, sulle braccia, sulle mani o sui piedi ricoprono invece una funzione ornamentale e ricordano mezzi guanti, braccialetti o anelli. Le decorazioni scelte dalle donne nascondono molto spesso antichi significati: i rami di palma e le spighe simboleggiano la fertilità femminile, lo scorpione la difesa scaramantica contro la puntura, la chiave nuove opportunità... Nella tradizione la pratica del tatuaggio segnava graficamente le tappe più importanti della vita delle donne: il matrimonio, i parti, le vicende umane. Attraverso la decorazione corporale si poteva, in un certo senso, rileggere la storia della donna che, attraverso di essa, si identificava, si esprimeva, si raccontava.
HENNE’: NON SOLO PER TATUARE
La pratica di trattare i capelli con impacchi di hennè è un’abitudine nord-africana. Le donne tunisine e marocchine lo utilizzano per rinforzare o riflessare i capelli. Ma dal punto di vista curativo l’hennè aiuta anche ad eliminare la forfora e a ridurre le secrezioni sebacce del cuoio capelluto. In Marocco lo diluiscono nell’olio di mandorle dolci per potenziarne le proprietà idratanti ed ammorbidenti. Se invece i capelli sono particolarmente grassi aggiungono all’acqua un po’ di aceto.
IN NATURA
Al henna o al hanna deriva dal genere vegetale Lawsonia, di cui si utilizzano solo le foglie. Una volta essiccate, pestate e rese una polvere, vengono utilizzate nella tintura e nella cura dei capelli e nella decorazione di mani e piedi . Ma l’hennè possiede anche poteri antisettici ed è un efficace tonico per la pelle. Parola di Abdelhai Sijelmassi, famoso farmacista marocchino e studioso della piante medicamentose da oltre vent’anni.
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