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*Dachan, presidente dell’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia – Ucoii : 'Mi sembra di aver perso un amico' 

Lingua: Italiana
Destinatari: Formazione permanente, Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma
Tipologia: Documentazione
Abstract:

Dachan, presidente Ucoii: 'Mi sembra di aver perso un amico'

di Francesca Pacifici ROMA - Sabato 2 aprile, ore 22.

Il Papa è morto da nemmeno un’ora e l’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia – Ucoii – invia un messaggio ufficiale di cordoglio al cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato Vaticano. Un messaggio a firma del presidente Mohamed Nour Dachan, che con una delegazione di rappresentanti musulmani sarà presente venerdì ai funerali di Giovanni Paolo II.

Ci saranno dunque anche loro, i musulmani, alla cerimonia funebre. E saranno lì per ricordare il pontefice che ha sostenuto con fermezza l’importanza del dialogo interreligioso, del "dialogo tra gli uomini, i popoli e le culture". Il comunicato dell’Ucoii diffuso sabato sera, dietro le condoglianze ufficiali, lascia traspirare tutta la stima dei musulmani italiani per il Papa defunto, che nella sua opera "ha tracciato un cammino irreversibile sul quale cristiani e musulmani potranno camminare insieme nell’interesse della giustizia e della concordia universale".

Il presidente Mohamed Nour Dachan ha incontrato il Papa tre volte: "La prima volta lo conobbi ad Assisi, non ricordo esattamente quando. Ma ricordo che lui già stava molto male. Tremava, era affaticato, stanco. Quello che mi colpì fu infatti la sua grande forza, nonostante la sofferenza evidente per tutti. È stato un incontro molto veloce perché io ero l’ultimo dei rappresentanti religiosi. Dopo di me c’era il presidente Ciampi, e cominciavano a sfilare davanti a lui i politici". Una visita quasi furtiva, dunque. Ma intensa: "Quando dissi a lui chi ero e chi rappresentavo, alzò il capo, mi guardò e mi toccò la testa con un gesto d’affetto. Io ci tenni molto ad informarlo che tutti noi musulmani pregavamo per la sua salute".

La seconda volta che Dachan ha visto Giovanni Paolo II fu in Vaticano insieme ad una delegazione di musulmani, ma il presidente dell’Ucoii è più attaccato alla memoria dell’ultimo incontro, avvenuto a Loreto il 5 settembre 2004.
Dachan fu invitato a Loreto dall’Azione cattolica: "Ricordo anche in quell'occasione la grande disponibilità di un uomo sofferente. La messa quel giorno durò più di un’ora, eppure lui, nonostante la fatica che non riusciva a nascondere, riceveva e salutava tutti". È proprio l’incredibile disponibilità il ricordo del Papa che Dachan si porta nel cuore con affetto: "Dopo averlo incontrato per tre volte, la sensazione che ho è quella di aver perso un amico, una persona familiare".

Il presidente dell’Ucoii visitò poi due volte il Pontefice in occasione dei suoi ricoveri ospedalieri al Gemelli: "Erano il nono e il decimo ricovero. Non lo vidi di persona, ma nella sala dei visitatori c’era un registro per le presenze dove potevamo lasciare messaggi. Tutte e due le volte ricevetti dal Vaticano una lettera di ringraziamento per la visita in ospedale. Dopo il decimo ricovero addirittura il Papa inviò un ringraziamento ufficiale ai rappresentanti degli ebrei e dei musulmani che erano andati al Gemelli per visitarlo, a Riccardo Di Segni e a me".

Il presidente delle comunità islamiche ricorda dunque del Papa non tanto la sua figura istituzionale, sebbene abbia fatto molto per i musulmani, ma l’umanità di un uomo che, pur soffrendo molto, accoglieva tutti. Dachan è medico, e ha le foto di questi incontri con il pontefice appese al muro del suo ambulatorio. Sono foto che fanno parte della sua vita, pubblica, ma anche privata: "Ho un nipote di 6 anni che guarda quelle foto con orgoglio, tanto che a scuola raccontava ai suoi compagni: mio nonno è amico del Papa!". Ma già a 6 anni i bambini sanno come va il mondo e stentavano a crederci. "Mio nipote invitava allora gli amici ad andare a vedere le foto nel mio ambulatorio". Perché anche per un musulmano è possibile sentirsi amico del Papa. (05 aprile 2005 - ore 12.25)




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