L'immigrazione camerunense in Italia
I camerunensi: 'primi della classe' negli atenei e pionieri in ambito imprenditoriale
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Il Camerun è un paese bilingue (francese e inglese) dell’Africa centrale con una popolazione di circa 20 millioni di abitanti. Chiamato anche ‘triangolo nazionale’ per la sua forma geografica, questo paese si contradistingue da sempre per la sua tradizione intellettuale, con un tasso di alfabetizzazione che si aggira intorno ai 70 e 80% (tra i più alti del continente). Una posizione che non è calata neanche quando a causa della crisi economica negli anni Novanta il governo decide di sospendere le borse di studio per gli studenti universitari condizionando l’accesso negli atenei pubblici con il pagamento delle tasse universitarie. Sempre negli Novanta si assisté ad un boom migratorio verso l’Occidente da parte degli studenti, dovuto probabilmente al sistema universitario sempre più carente. Insieme alla Francia e alla Germania, l’Italia è probabilmente il paese europeo che ha attratto il più gran numero di camerunensi in Europa nell’ultimo ventennio.

Secondo il 21° Dossier Statistico Immigrazione curato dalla Fondazione Migrantes e la Caritas italiana, il Camerun è il 43° paese in Italia con il più gran numero di residenti. E’ inoltre il 1° paese dell’Africa centrale e meridionale dal punto di vista demografico. Nel 2011, si contavano 10.324 camerunensi in Italia, tra cui 4.865 femmine e 5.459 maschi, ossia il 0,22 % della popolazione straniera in Italia. La maggior parte dei camerunensi (oltre 97%) è concentrata nelle regioni del Centro-Nord. Le principali province italiane con il più gran numero di immigrati di questo paese sono rispettivamente Torino (699), Perugia (677), Padova (644), Roma (605), Bologna (599) e Milano (597). La regione camerunense da cui proviene il maggior numero degli immigrati è quella occidentale che attira circa il 70% del totale. In questa regione è presente l’etnia bamiléké, conosciuta in tutto il paese, oltre alla sua devozione per il commercio, anche per la sua dedizione allo studio e alla ricerca. Le prime cinque tipologie di visto rilasciate dall’Ambasciata italiana in Camerun nel 2010 sono il turismo (632), lo studio (482), gli affari (403), il ricongiungimento familiare (269) e il lavoro (132). Le tipologie che influenzano maggiormente l’assetto socio-linguistico italiano sono lo studio, il ricongiungimento familiare e il lavoro perché garantiscono un radicamento duraturo sul territorio attraverso un progetto migratorio a medio o lungo termine.

Al di là di questi dati demografici, molto modesti rispetto ad altri paesi, la forza dell’immigrazione camerunense risiede a livello accademico. Come si può osservare in tutti paesi del mondo dove sono presenti, anche in Italia i camerunensi si contraddistingono dalla loro integrazione intellettuale. Dopo due decenni d’immigrazione, l’Ambasciata d’Italia in Camerun ha rilasciato circa 4.000 visti di studio. Accanto a questo numero, è utile considerare anche i camerunensi che vengono da altri paesi o che pure venendo dal Camerun con un altro tipo di visto hanno deciso di studiare in Italia. In base a questa tendenza, si osserva che circa il 70% dei camerunensi in Italia sono studenti o sono arrivati per motivi di studio. Con una percentuale del 3,9% sul totale degli studenti stranieri in Italia, il Camerun si colloca alla quinta posizione dei paesi demograficamente più importanti dietro all’Abania, la Cina, la Romania e la Grecia. Se questi paesi devono il loro primato alla vicinanza geografica, all’appartenenza all’UE, e agli scambi culturali, la distanza geografica tra l’Italia e il Camerun così come l’assenza di Accordo di cooperazione culturale tra i due paesi rivelano che la presenza degli studenti camerunensi in Italia deriva da una scelta consapevole e motivata dalla radicata e duratura tradizione intellettuale che accompagna il Camerun da diversi decenni e che lo colloca oggi tra i paesi stranieri con il maggior numero di laureati nelle università italiane.
Dal 2003 al 2009, come rileva il Dossier Statistico Immigrazione, il numero dei laureati camerunensi in Italia si aggirava intorno a 1.250 unità. E nel 2009, 4,7% dei laureati stranieri erano di origine camerunense. Le principali università italiane frequentate dai camerunensi sono rispettivamente il Politecnico di Torino (219 iscritti, con una percentuale di 6,7% sul totale), l’Università di Parma (213 iscritti / 15,3%), l’Università di Bologna (205 / 4,3%), l’Università di Modena-Reggio Emilia (171 iscritti / 18%) e l’Università di Torino (162 / 5,1%).
Dall’anno accademico 2003-2004 all’anno accademico 2010-2011, gli ambiti di studio che hanno interessato i camerunensi erano rispettivamente la medicina (604 studenti), le scienze economiche e bancarie (516), l’ingegneria dell’informazione (458), le scienze infermieristiche (380), le scienze farmaceutiche (186) e l’ingegneria industriale (177). Durante lo stesso periodo, l’immigrazione intellettuale camerunense ha prodotto 388 ingegneri, 222 esperti in economia, 192 medici, 47 farmacisti e numerosi esperti in comunicazione e in mediazione linguistica e culturale. E’ utile osservare che l’integrazione dei camerunensi nella società italiana è agevolata dalla forte diffusione della lingua italiana in Camerun e dalla presenza delle certificazioni di italiano come lingua straniera che consente loro di accedere direttamente nelle università italiane senza seguire un altro percorso linguistico. Il Camerun è in questo senso l’unico paese africano con le 4 certificazioni di italiano come lingua straniera (Celi, Cils, It, Plida) e il paese africano con il maggior numero di candidati a questi esami di certificazione.
Dopo il loro percorso accademico, i camerunensi s’investono nel sistema professionale italiano, anche se secondo un’indagine presso la comunità universitaria camerunense si osserva che una piccola percentuale vorrebbe proseguire gli studi altrove (principalmente in Canada o negli USA). Il settore di predilezione di chi decide di rimanere in Italia è il terziario, che coinvolge 77% dei camerunensi. La salute, l’informatica, le telecomunicazioni, la banca e le finanze sono le principali aree di interesse. A queste si può aggiungere il turismo (ristorazione, alberghiero) e il trasporto. Meno di 1/5° dei camerunensi lavora nel secondario e solo 2,5% sono impiegati nel primario. Nel 2009, si contavano 274 lavoratori autonomi camerunensi in Italia. Molti di questi sono anche pionieri nei loro settori. Ricordiamo ad esempio che le prime banche per immigrati in Italia sono state create grazie allo spirito di innovazione e di creatività dei camerunensi: il ‘patriarca’ Otto Bitjoka, imprenditore e primo banchiere extracomunitario nella storia del credito italiano, è l’attuale vice presidente di Extra Banca; il giovane Francis Nzepa Sietchiping è l’ideatore della Banca etica della diaspora africana. Nell’ambito dei media, la prima radio multietnica in Italia (Radio Asterisco) fu creata da due giornalisti camerunensi: Raymond Dassi e Faustin Akafack. Genéviève Makaping, scrittrice e docente universitaria, è dal suo canto la prima giornalista immigrata a dirigere un quotidiano italiano (La Provincia consentina). Questi risultati accademici e primati professionali così come questo investimento sul territorio italiano hanno anche delle ricadute sullo sviluppo socio-economico e culturale del Camerun: rimesse, doni materiali, progetti di cooperazione in ogni settori (salute, educazione, sociale, ecc.).
Oltre allo studio, alla competenza plurilinguistica e alle posizioni professionali apicali, la linea di demarcazione dell’immigrazione camerunense in Italia si fonda anche sull’associazionismo. La diversità geolinguistica e socioculturale che caratterizza questo paese, chiamato per l’appunto 'Africa in miniatura', porta i suoi figli ad organizzarsi in diverse tipologie di associazioni (studentesche, professionali, per città di residenza in Italia, per villaggi o regioni di provenienza in Camerun, ecc.). Le attività dell’ 'Associazione Haut Nkam' di Perugia, dell’ 'Associazione Baleveng di Padova', dell’ 'Associazione degli studenti camerunensi di Milano' sono insieme all’ 'Associazione dei farmacisti camerunensi d’Italia' e al grande lavoro di mediazione linguistica e culturale del ‘decano’ Ndock Ngana Yogo a Roma, solo alcuni esempi di quanto la comunità camerunense riesca ad integrarsi nel sistema-Italia e nello stesso tempo ad essere utile per il suo paese.
E’ opportuno aggiungere che anche il calcio è un vero ‘ambasciatore’ del Camerun in Italia. L’immagine del Camerun è, infatti, rimasta 'incisa' nel cuore degli italiani anche grazie ai mondiali del 1982 in Spagna dove l’Italia, prima di vincere la coppa, pareggiò con il Camerun nella fase a girone. Grazie ai mondiali del 1990 in Italia e alla bella prestazione dei Leoni indomabili del Camerun, arrivati fino ai quarti di finali, oggi provenire dal Camerun significa in modo metonimico per gli italiani appartenere al paese di Roger Milla e di Thomas Nkono, due leggende del calcio camerunense. Infine, la recente ed impressionante esperienza calcistica di Samuel Eto’o in Italia ha ulteriormente ravvicinato gli italiani dai camerunensi.
Se la questione della fuga dei cervelli continua a fare scorrere fiumi d’inchiostro, l’immigrazione camerunense in Italia, seppur molto contenuta dal punto di vista demografica, nel dare il suo contributo in Italia è una dimostrazione di quanto non debba essere la presenza massiccia degli immigrati, attraverso le sue ricadute nelle dinamiche sociali quali la paura e la diffidenza, a ‘fare la notizia’. Come per gli altri immigrati, l’immigrazione camerunense costituisce una risorsa non solo per l’apporto economico, ma soprattutto per la ricchezza plurima che favorisce il plurilinguismo e l’internazionalizzazione in Italia, con il nuovo assetto sociale che ne deriva.


Raymond Siebetcheu
siebetcheu@unistrasi.it

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