
È nero il giacinto
01.17.2010
Non era il profumo del giacinto che Amid sognava nel suo quarto di notte assopito palme in soccorso palme ai venti selvatici un po’ uguali a quelli di Calabria il po’ ché lui rischiasse di pensare agli agrumi appesi tra le foglie come gris gris portafortuna per una dignità da vantare al suo paese essicato come foglia di tabacco al sole dai confini con fucili. Non lo racconterà a casa il bracconaggio di uomini a fiutare la fiera, la pantera che osava fare del fiato stanco la parola. Com’erano?, chiederebbe la madre alla busta di stracci tornata zitta ma truccata di lusso di marchio occidentale. Com’erano?, chiederebbero i nipoti le mani sulle orecchie e sul destino di non poter mai abbandonare il luogo in cui ha diritto al non ritorno perfino il migrare di un uccello. Amid respira a stento e tace l’ira giusta, la rovina di arance destinate a somigliare ai seni d’ogni donna nera con creatura tace del cacciatore di piccola statura analfabeta che mai neppure era riuscito ad insegnargli la lingua per esprimersi con senso, cacciatori senza antenati sepolti in terra di Calabria se spersi in camposanti con canguri o di ebbri a tango d’Argentina, cacciatori con carretto per somari parcheggiato perfino sulle zebre di un asfalto che fece male alla faccia premuta a terra con un piede, Amid non la racconterà la miseria intellettuale sul miraggio no sul diritto no sul miraggio per una patetica cenciosa Rosarno per la prima volta nella Storia a fare voce grossa tra i fumi della merda degli equini, il marcio degli agrumi, il culo alla camorra, la fame inverminata: con che vanto? Non li racconterà a nessuno questi giorni di poveri in battaglia, li getterà in un pozzo asciutto assieme alla sua busta da viaggio, saprà probabilmente amare la bellezza di un nero di giacinto quando il 27 di gennaio il mondo mentirà alla sua Memoria.
Primi giorni del 2010 – i fatti di Rosarno (Italia) che hanno umiliato l’uomo.
S.D.M.
http://www.africanews.it/e-nero-il-giacinto/
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