Russia: addio alla libertà di stampa
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29.04.2008

Russia: addio alla libertà di stampa



 

 da Articolo21.info - di Andrea Riscassi

Non è vero che è tutto come nel passato. Ai tempi dell’Unione sovietica, del controllo del partito sulla stampa, i provvedimenti al Soviet supremo erano infatti sempre presi all’unanimità. L’altro giorno nel voto della Duma che ha abolito, per legge, la libertà di stampa nella Federazione russa, i favorevoli sono stati 339 e un deputato ha coraggiosamente votato contro.
SI attende ora che il Senato approvi a sua volta il provvedimento (magari per acclamazione, per accelerare i tempi) e poi Putin sarà chiamato a sottoscrivere una legge che un parlamento ormai asservito ai suoi voleri gli ha offerto su un piatto d’argento.

La legge, inizialmente respinta dalla Camera bassa russa, è stata riammessa dopo che il tabloid russo Moskovskij Korrespondent ha rivelato che il presidentissimo sta lasciando la moglie (ex hostess dell’Aeroflot, la compagnia preferita dal Cavaliere) per una giovane e aitante sportiva, la campionessa olimpica Alina Kabaeva. Al Cremlino sembra che il novello zar del gas non l’abbia presa bene. Il direttore colpevole dello scoop era stato già allontanato dall’editore. Ma si voleva evitare altri rischi per il futuro.
Evidentemente a Mosca non basta più controllare tutte le televisioni (controllate o dallo Stato o dal suo braccio economico, Gazprom) e non basta che la principale giornalista non amica di Putin (la compianta Anna Politkovskaja) sia stata uccisa senza che nessuno abbia pagato per questo vigliacco crimine.

Il Cremlino fa così un passo deciso verso il regime, sicuro che la vicina Europa starà in silenzio, dipendente come è dal gas russo (che arriva grazie al simpatico aiuto delle aziende di stato italiane).
La legge approvata dalla Duma prevede che saranno sospesi o chiusi tutti quei mezzi d'informazione che abbiano “diffuso informazioni false deliberatamente dannose all’onore e alla dignità”. La legge porta come prima firma quella di Robert Schlegel, parlamentare ex leader del movimento di Nashi (i nostri), i giovani balilla che hanno sulle magliette la faccia di Putin e che si sono distinti in varie attività democratiche, come dare l’assalto all’ambasciata estone quando a Tallin volevano spostare la statua del milite sovietico ignoto.

La legge ideata da questo personaggio prevede che per la diffamazione si procede, prima che in sede penale e civile, col sequestro della testata e con la sua chiusura provvisoria.
Il reato di diffamazione a mezzo stampa e calunnia viene equiparato ai reati di terrorismo, estremismo ed odio razziale. Chissà se i giornalisti reietti verranno cercati anche neil cessi, come aveva promesso Putin per i terroristi ceceni e come è stato puntualmente fatto, anche con esecuzioni sommarie.

Non è la prima volta che la Russia abolisce la libertà di stampa. Anche ai tempi dell’Unione sovietica, il codice penale del 1922 (smentendo la stessa Costituzione dell’Urss) considerava azione controrivoluzionaria qualunque critica al sistema dei Soviet.

Sono passati un po’ di anni, ma l’ex tenente colonnello del Kgb forse si trovava meglio a quei tempi. Il tutto a dispetto di quanto ricorda un organizzazione indipendente come Amnesty international: "La libertà di informazione è riconosciuta come diritto umano fondamentale in testi ed accordi internazionali quali la Dichiarazione universale dei diritti umani, il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione europea sui diritti umani".

Ma nessuno rispetta più convenzioni, il consiglio di sicurezza sembra paralizzato dai veti mentre l’Unione europea sembra la bella addormentata (senza prìncipi azzurri all’orizzonte).
La domanda da fare a chi ci rappresenta, nel parlamento italiano e in quello europeo, anche alla luce di queste belle leggi, è una sola: cosa ci fa la Russia nel Consiglio d’Europa, organismo che ha come precipuo scopo “tutelare i diritti dell'uomo e la democrazia pluralista e garantire il primato del diritto”? Come mai vi accanite a tenerne fuori la Bielorussia mentre tacete sul colosso guidato da Putin e Medvedev? Forse perché  Minsk non esporta gas e petrolio?


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