194: non per tutte?
Il Ministero della Salute, con una nota del 19 febbraio 2008 (1) ha messo fine ad una grave situazione di illegittimita', specificando con chiarezza che l'interruzione volontaria di gravidanza rientra fra le prestazioni mediche essenziali e urgenti e che deve essere garantita anche a chi non possa permettersi di pagare la prestazione.
Il problema e' nato piu' di un anno fa da una direttiva dello stesso Ministero (2) che, all'indomani dell'ingresso nell'Unione Europea di Bulgaria e Romania, negava - illegittimamente - il diritto alla interruzione volontaria di gravidanza gratuita alle cittadine neocomunitarie non iscritte al Servizio Sanitario Nazionale, o non in possesso della specifica certificazione comunitaria, cosiddetta "Team".
Inoltre la questione della non accessibilità gratuita all’IVG comprendeva anche le donne extracomunitarie prive di permesso di soggiorno, ''clandestine''.
Ad oggi, l'unica regione italiana che si e' conformata alla precisazione ministeriale e' quella del Lazio (3).
Altre, infine, hanno deliberatamente ignorato la determinazione del Ministero della Salute, come la Regione Toscana che, con una decisione del 3 marzo 2008 (4) e una nota del 8 marzo 2008 (5), continua a consentire l'interruzione volontaria di gravidanza a titolo gratuito solo se "medicalmente necessaria".
|