Firenze - Comunicato Stampa Unaltracittà/Unaltromondo
Morte per assideramento di un giovane indiano. De Zordo: "Fallite le politiche comunali. Si aprano luoghi pubblici riscaldati: da oggi accoglienza per tutti senza distinzione di età, provenienza, documenti."
La morte di un giovane indiano per assideramento alla stazione di Campo di Marte è un fatto molto grave per una città che si vuol definire civile. E pensare che la drammatica situazione dei Senza Fissa Dimora, oggetto anche di una mia interrogazione in Consiglio, era stata denunciata per tempo dall'Assemblea Autoconvocata delle Piagge. Una denuncia che l'assessore alle marginalità Lucia De Siervo ha accolto con superficialità e con l'accusa di strumentalizzare la cosiddetta 'emergenza freddo' per cercare visibilità (dichiarazioni a Repubblica del 23/12). Dopo questa morte, e con le circa 300 persone costrette a dormire per strada in questa città, riprendiamo l'appello lanciato il 22 dicembre scorso dall'Assemblea Autoconvocata e da molte associazioni indipendenti sul territorio. Lo stesso prefetto di Firenze si era reso disponibile a fornire supporto e assistenza per garantire un luogo caldo ai tanti senza tetto. Ma l'assessore De Siervo si diceva convinta di tenere tutto sotto controllo.
Ed è grave, oltrechè pericoloso per la tenuta della coesione sociale in città, che per ben 7 giorni nessuna notizia non sia trapelata: dal 29 dicembre ad oggi nessuno ha informato l'opinione pubblica di questa morte, che certo offusca non poco una presunta immagine di città modello sui temi dell'accoglienza. Anche se dall'ordinanza dei lavavetri in poi nessuno crede più alle favole.
Riemerge anche in questo caso il problema delle residenze; il sindaco due anni fa ha emesso un'ordinanza che impedisce alle associazioni di offrire una residenza ai Senza Fissa Dimora, privilegiando solo ed esclusivamente le persone e le associazioni che rientrano nei canoni e nei percorsi voluti dall'amministrazione. Chi è 'buono' ottiene la residenza, chi è 'cattivo' e rifiuta un percorso di inserimento, no. Una dinamica inaudita, che tra gli effetti ha quello di impedire ad una larga fetta di senza fissa dimora di godere dei diritti minimi di cittadinanza.
Nei mesi scorsi molte città italiane si sono organizzate per l'accoglienza invernale predisponendo locali riscaldati o un servizio di soccorso notturno itinerante sul territorio urbano. A Firenze siamo a 200 posti per l'accoglienza invernale mentre le associazioni che lavorano sul territorio hanno contato più di 300 persone tra adulti e bambini che dormono per strada, tra Osmannoro, S.M. Novella, Campo di Marte, Salviatino, piazza Libertà e altri luoghi. Per questi è necessario fare qualcosa prima che sia troppo tardi.
Che l'Amministrazione si attivi subito per accogliere la collaborazione di Prefettura e Protezione civile resesi già disponibili.
Che proceda in questi mesi invernali con l'apertura immediata di uno dei vari edifici pubblici non utilizzati dove accogliere tutte le persone che ne hanno bisogno, senza che uno sbarramento legato all'età (l'emergenza freddo prevede la soglia dei 45 anni), ai documenti in regola, o alla residenza possa impedire di dare ospitalità a chi ne ha bisogno. Senza distinzione di razza e provenienza. Questa è accoglienza. Di questo ha diritto la città di Firenze.
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