La regione città e la conurbazione metropolitana in terra di Brianza
di LAURA TUSSI
Il paesaggio quotidiano circostante è definito, appunto geografico, perché caratterizzato da immagini e forme sempre storicamente interpretabili. Il territorio diventa così lo specchio veritiero della società che lo anima, perché evolve, si sviluppa e modifica, registrando le vicende, i problemi, i contrasti le decisioni che la comunità stessa vive. La società abita la città ed in essa organizza i suoi spazi e ambienti, intesse le sue relazioni, celebra e demolisce leggende, miti, ideali ed ideologie, manifesta le sue intrinseche o acquisite diversità, per cui storia sociale e storia urbana procedono in una complessa interazione, dove guerra e pace lasciano tracce, i segni dei tempi, sedimentano fasti e tragedie. La costruzione della città si sviluppa in un continuo processo di modificazione, demolizione o ricostruzione in accordo o contrasto con le trasformazioni sociali della storia. Dunque il paesaggio territoriale risulta caratterizzato da elementi apportati dall’intervento umano, le tracce insediative di carattere rurale o urbano, i segni dei tempi, fattori che modificano gli aspetti naturali, fisici, dell’ambiente, percepibile attraverso immagini portanti, definite iconemi, (unità elementari della percezione, segni di valore simbolico e funzionale nella visione del soggetto percipiente), che ne costituiscono l’impalcatura antropica: la piazza, la chiesa, le fabbriche, le scuole, le abitazioni, le corti, i campi…La storia degli abitanti del territorio si svolge in questi luoghi (topoi), “teatro” del quotidiano. Così si giunge ad una “lettura” del paesaggio, ad un’interpretazione storica, mettendo in relazione, a confronto, gli aspetti e assetti morfologici più recenti con elementi originari della realtà territoriale, recuperando, cercando di risalire nel tempo, il vissuto degli uomini, “attori” di diverse generazioni. Per individuare i luoghi importanti di questa “rappresentazione” umana sul palcoscenico dell’esistenza, “teatro” del territorio, risulta necessario individuare, recuperare, tutelare il bene culturale e ambientale, indagare, riportando alla luce antichi documenti, anche iconografici, antiche stampe, incisioni, fotografie, reperti, testimonianze del passato e integrare, arricchire, valorizzare ulteriormente tale recupero di una memoria storica collettiva, con il supporto pedagogico di animazione autobiografica, ascoltando e registrando le storie di vita degli anziani, depositari e testimoni di un passato che va ormai, inesorabilmente, estinguendosi, nelle trasformazioni e transizioni repentine e irreversibili verso un diffuso e spesso alienante concetto di modernità. Dal recupero della storia, ricostruendo l’aspetto precedente, antico della zona analizzata, individuando gli “attori” protagonisti della vita economica e sociale, risulta possibile comprendere gli interventi antropici territoriali, vale a dire le motivazioni che spingono l’uomo ad apportare trasformazioni e cambiamenti al proprio ambiente di vita: come gli abitanti sentono e vogliono il territorio e come decidono di tutelarlo, nella salvaguardia dell’esistente, delle tracce del passato, in una continua e duplice tensione fra trasformazione/cambiamento e conservazione/rivalutazione delle strutture preesistenti.
La trasformazione nella percezione del paesaggio: la “regione-città” milanese
L’evoluzione percettiva nell’osservazione del paesaggio territoriale risulta molto accentuata nell’area Briantea, un tempo definita “Giardino d’Europa”, luogo rinomato di villeggiatura soprattutto per gli aristocratici milanesi. Con l’avvento delle trasformazioni ingenti e radicali apportate dall’insediamento di massicce realtà sia artigianali, sia caratterizzate da attività della media industria (fabbriche, filande, opifici, ecc…) e il conseguente diffuso e dilagante consumismo di massa, la terra di Brianza divenne sinonimo di operosità e industriosità La regione-città presenta caratteri ed elementi comuni e distintivi nell’assetto territoriale: La presenza di una complessa ed articolata rete urbana, con un centro polare polivalente, dotato di forza attrattiva e una rete molto fitta di centri minori, collegati tra loro. Una complessa rete viaria che assicuri il flusso continuo di uomini, merci, capitali. Un alto grado di motorizzazione, strettamente connesso alle esigenze di trasporto, di mobilità lavorativa, di pendolarismo e divertimento. Un intenso utilizzo degli spazi con la drastica riduzione del verde che sopravvive a stento negli ambiti ”vuoti” risparmiati dal continuo edificato di case, fabbriche, strade La presenza di complessi produttivi e la diffusione massiccia e omogenea di piccole e medie industrie Un’alta densità abitativa che inevitabilmente comporta la costruzione di fabbricati insediativi e una fitta rete di infrastrutture di servizio.
Laura Tussi
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