INTERVISTA A ZOYA
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To: news@peacelink.it
From: "Missione Oggi" (by way of Carlo Gubitosa )

Missione Oggi dicembre 2003

L'OPINIONE


AFGHANISTAN: NELLA MORSA
DEI SIGNORI DELLA GUERRA
INTERVISTA A ZOYA




Mentre le agenzie di stampa hanno ritirato in massa i loro inviati da Kabul,
Rawa (Revolutionary association of women of Afghanistan) è tornata nella
capitale afgana. Per lavorarci, clandestinamente. Ecco cosa racconta una di
loro.

Siamo tuttora nella morsa dei fondamentalisti e dei signori della guerra,
gli stessi che fra il 1992 e il 1996 si macchiarono di crimini orrendi.

Chiunque scriva contro questo governo e i signori della guerra, rischia la
morte e solo nel migliore dei casi l'arresto. Le prigioni non sono mai state
così piene di giornalisti come oggi.

Nella provincia di Herat, solo dalle tasse del passaggio di frontiera con l'
Iran, il signore della guerra Ismail Khan riceva oltre un milione di dollari
al giorno.

Il mio sogno è di vivere, magari anche un solo giorno, ma senza
fondamentalismo. Vorrei che le nuove generazioni potessero crescere in un
Paese moderno, civile.

 "Una giornata che non dimenticherò mai: il 28 aprile 1992. Stavo facendo
colazione con la nonna, quando la radio annunciò che i mujahiddin, superate
le loro divisioni interne, avevano occupato Kabul. Anzichè gioire per la
sconfitta dei russi, la nonna mi disse che un male nuovo e peggiore avrebbe oppresso il Paese". Così racconta Zoya, 24 anni, una militante di Rawa (Revolutionary association of women of Afghanistan). La sua infanzia è  costellata di violenze e lutti: entrambi i genitori furono uccisi per mano
fondamentalista in quegli anni; e il suo presente - fra il Pakistan, dove si
rifugiò a 16 anni, e l'Afghanistan, dove continua a vivere e lavorare
clandestinamente - è nel segno della militanza politica. Questa, oggi, la
porta a denunciare: "Molti in Occidente parlano di 'liberazione dell'
Afghanistan da parte degli Stati Uniti. Purtroppo, le cose non stanno così. Siamo tuttora nella morsa dei fondamentalisti e dei signori della guerra,
gli stessi che fra il 1992 e il 1996 si macchiarono di crimini orrendi".
Ecco l'intervista che ci ha rilasciato.

Ci può dare una sua opinione riguardo all'attuale governo afgano?
L'attuale governo afgano - per intenderci quello in carica dopo la
cosiddetta "guerra al terrorismo" da parte delle forze americane - aveva
suscitato molte speranze tra la gente comune. Questa ne aveva avuto
abbastanza di quello talebano e delle massicce violazioni che l'avevano
caratterizzato. Si sperava che il nuovo esecutivo avrebbe portato la
democrazia e il rispetto dei diritti delle donne; o che almeno l'Afghanistan
sarebbe stato finalmente ripulito della presenza fondamentalista. Ma dagli
ultimi rapporti che abbiamo ricevuto da Kabul, risulta che la situazione non
è poi molto diversa della precedente. Molti in Occidente e nei media
governativi afgani parlano di "liberazione dell'Afghanistan" da parte degli
Stati Uniti. Purtroppo, per��on siamo stati liberati. Siamo tuttora nella
morsa dei fondamentalisti e dei signori della guerra.
Non c'è libertà di parola. Di recente, è uscito un rapporto di Human Rights
Watch: ricostruisce con precisione una lunghissima serie di rapine, stupri,
minacce nei confronti di giornalisti spesso incarcerati e torturati.
Chiunque scriva contro questo governo e i signori della guerra, rischia la
morte e solo nel migliore dei casi l'arresto. Le prigioni non sono mai state
cos젰iene di giornalisti come oggi. Rawa, che è un'organizzazione
nonviolenta, ancora non pu��vorare in Afghanistan. Talvolta vorremmo solo
denunciare quanto avviene, e non ci è permesso. I servizi segreti sono molto attivi nei confronti di leader dell'opposizione, degli intellettuali.


Eppure qualcosa è cambiato?
Sì Il fatto che le scuole e le Università oggi abbiano riaperto alle
bambine e alle ragazze è positivo. Ma questo avviene solo a Kabul ed è strettamente legato alla presenza delle truppe dell'Isaf (la Forza
internazionale di assistenza per la sicurezza, decisa dalla comunità  internazionale a Bonn nel dicembre 2001, ndr). Quando queste lasceranno l'Afghanistan, siamo sicure che i fondamentalisti si risentiranno liberi di
compiere crimini simili a quelli compiuti fra il 1992 e il 1996. La gente
non pu��menticare quelle violenze; e che gli stessi signori della guerra
siano oggi nuovamente al potere, purtroppo, non fa certo ben sperare: ogni
notte ci si aspetta di essere derubati o uccisi nella propria casa. Non c'輢r> alcuna sicurezza, libertࠤi parola; si temono gli stupri, le intimidazioni.
E Hamid Karzai? è un vero capo di Stato, o un burattino nelle mani degli
americani?
Karzai è solo nominalmente a capo del governo. Il vero potere è   nelle mani dei signori della guerra dell'Alleanza del Nord. Mentre Kabul sembra tornata alla normalità ma non lo 詠con scuole e Universitࠡperte, il resto del
Paese 蠰i? mai stretto nella morsa fondamentalista: nelle province del
nord, dell'est e dell'ovest, in questi ultimi sei mesi oltre otto scuole
femminili sono state attaccate; di conseguenza, molti genitori hanno smesso di mandarci le loro figlie, per non correre il rischio di stupri, matrimoni
forzati, ecc. L'educazione 蠤unque debole in tutto l'Afghanistan, ad
esclusione della capitale. E la sicurezza 蠵na chimera: persino alcune
operatrici sanitarie straniere recentemente sono state stuprate; come lo
continuano ad essere molte donne afgane, all'interno delle loro case. Sono
violenze, queste, che di rado vengono denunciate. Lo stupro continua,
infatti, ad essere un'onta per la famiglia e dunque si cerca di sotterrare
la cosa. Ma sia Rawa che Human Right Watch confermano nei loro rapporti
questo stato di cose.
Come esercitano il potere i vari signori della guerra?
Ognuno di loro ha sovranit࠳u un'area specifica. Questa funziona come uno
Staterello con proprie finanze, un proprio esercito, una propria polizia,
ecc.; l'autorità dello Stato centrale viene assolutamente ignorata, perch鼢r> il potere è nelle mani locali. Essi hanno partiti, supporti anche finanziari
da parte di Paesi stranieri.
Ad esempio, nella provincia di Herat, solo dalle tasse del passaggio di
frontiera con l'Iran il signore della guerra Ismail Khan riceva oltre un
milione di dollari al giorno. Per non parlare dei finanziamenti che gli
arrivano dall'estero. Questo 蠳olo uno dei tanti signori della guerra che
oggi governano l'Afghanistan.
Quali Paesi li sponsorizzano?
 Soprattutto gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Segue l'Iran che per adesso
sostiene solo uno dei questi signori della guerra, e l'Arabia Saudita che
pure vuole prendere parte al gioco. Ci sono insomma vari Paesi che hanno
forti interessi economici, politici e geostrategici in Afghanistan.
Quanti sono i signori della guerra oggi in Afghanistan?
Ƞdifficile dire esattamente quanti siano. Il nostro ministro della Difesa,
il generale Mohammed Fahim, fra i signori della guerra 蠵no dei pi? spietati criminali. La gente lo teme, perch頱uello che ha fatto fra il 1992
e il 1996 蠱ualcosa che non si pu�� dimenticare, n頰erdonare. Altro
caso: il dottor Abdullah, nostro ministro degli Esteri, 蠡nche lui un
signore della guerra. Il presidente Karzai 蠵n sequestrato, nella mani dei
signori della guerra che hanno il potere di decidere per lui.
Rawa ha mai cercato un contatto personale con il presidente Karzai?
L'opinione di Rawa e della nostra gente a proposito di Karzai 蠱uesta: non
蠵n signore della guerra, non 蠵n fondamentalista; le sue mani non sono
macchiate di sangue. All'inizio, quando approd��l'incarico di presidente,
aveva una certa popolaritຠera il solo a parlare dei diritti delle donne e
di democrazia. Ma lentamente ha perso credibilit஠E la gente s'蠲esa conto
che non stava disarmando, ad esempio, i signori della guerra.
Senza un effettivo disarmo, non si pu��sere ottimisti circa il futuro dell
'Afghanistan: non si pu��nsare che le elezioni possano essere realmente
democratiche, o che la nuova Costituzione possa funzionare. Nulla potr༢r> cambiare, finch頋arzai stesso non imporrࠬa consegna degli enormi
quantitativi di armi che ci sono ancora in giro. E la gente vede che il
presidente 蠩nvece uno incline al compromesso con i signori della guerra.
La stessa Rawa non ha aspettative nei confronti di questo governo.
I crimini commessi in Afghanistan fra il 1992 e il 1996, oltre a quelli di
cui si sono macchiati successivamente i talebani, sono destinati a rimanere
impuniti? In che stato versa la giustizia?
Questo 蠳tato uno dei primi progetti di Rawa: vogliamo trascinare chiunque
si sia macchiato di crimini contro l'umanitࠤavanti ad un Tribunale penale
internazionale. Ƞuna grande vergogna per la comunitࠩnternazionale, che i
maggiori responsabili oggi ricevano milioni di dollari in aiuti, anzich頵n
giusto processo. Ƞun grande insulto nei confronti della popolazione afgana,
il cui sangue 蠳tato (e continua ad essere) versato. Da anni siamo
raccogliendo testimonianze su testimonianze di violazioni e siamo pronte ad
andare in tribunale. Ma, dal punto di vista finanziario, Rawa non ha le
forze per sostenere tutto questo da sola. Durante i nostri viaggi all'
estero, cerchiamo dunque la collaborazione di avvocati occidentali disposti
a collaborare a qualsiasi livello.
Uno dei pi?enti signori della guerra afgani, fra l'altro implicato nell'
assassinio di Meena (la fondatrice di Rawa, ndr) a Quetta, in Pakistan, il 4
febbraio 1987, 蠩l leader del partito Hizb-i Islami (un partito islamico
radicale dominato dall'etnia Pashtun), Gulbuddin Hekmatyar. A che punto 蠬a
raccolta di prove a suo carico?
Gulbuddin Hekmatyar non 蠳olo responsabile dell'assassinio di Meena, ma
anche dell'uccisione di migliaia di intellettuali, politici, scrittori,
persone che amavano la libert஠A Peshawar, in Pakistan, che all'epoca era
un importante centro del terrorismo, egli gestiva prigioni segrete, camere
di tortura. Le sue mani grondano di sangue. Nel 1992, quando era ancora al
potere (sar࠰remier nel 1993, sotto il presidente Burhanuddin Rabbani; e si
dimetter࠰er combattere l'antico rivale l'anno successivo, ndr), aveva gi༢r> sulla coscienza la morte di 50mila afgani. Fra questi c'蠩l nome della
nostra fondatrice, Meena, il cui assassinio fu organizzato con l'aiuto del
Kgb.
Com'蠰ercepita la presenza americana in Afghanistan da parte della gente
comune e degli intellettuali?
All'inizio alcune di noi pensavano davvero che gli americani fossero venuti
per liberarci. Ma presto 蠡pparso chiaro che gli Stati Uniti non avevano
alcun



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