Fatema Mernissi - Web occasione di riscatto e democrazia per Islam
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Web occasione di riscatto e democrazia per Islam, dice Mernissi


MILANO (Reuters) - La tecnologia moderna ha un forte impatto, con potenzialità liberatorie, sul mondo arabo -- le donne in particolare -- che pur legato alla tradizione è aperto alle innovazioni hi-tech. E' quanto sostiene Fatema Mernissi, sociologa e scrittrice marocchina, nota esponente femminile della cultura araba, famosa in Occidente per un'interpretazione non convenzionale dell'Islam, e per i rimproveri mossi allo stesso Occidente di non fare abbastanza per conoscere e capire il mondo islamico. "Gli abitanti di Marrakech sembrano essere completamente ammaliati dalla magica idea di comunicare con il mondo intero e si precipitano negli Internet Café....In una città dove le ragazze stanno acquattate per ore negli Internet Café, bisogna rassegnarsi a vedere che il fatto di portare il velo ha più a che fare con la rappresentazione sociale che con la devozione", afferma la Mernissi nel suo "Karawan, dal deserto al web", pubblicato di recente in Italia da Giunti, in un volume a cura di Elisabetta Bartuli. "Sta qui uno dei segreti delle nuove generazioni arabe: la gioventù non va in depressione, malgrado la tormenta che si è abbattuta sulla regione, naviga nel tempo e dal passato prende le ricchezze necessarie per inventarsi un futuro che, per orizzonte, abbia la felicità", scrive la sociologa, convinta che con il sorgere del terrorismo internazionale, comunicare, capire, conoscere e abbattere barriere culturali sia essenziale per scongiurare lo scontro di civiltà, in nome di un'osmosi tra culture. Per la sociologa, l'Islam non è l'integralismo e oscurantismo musulmano, che va debellato con un'azione comune tra Oriente e Occidente. E' invece, soprattutto, una tradizione proiettata verso il futuro tecnologico grazie alle nuove generazioni. PARABOLICHE A FIANCO DEI MINARETI "La democratizzazione si concretizza nell'accesso di tutti al diritto di esprimersi. L'imam sa che, di fianco a ogni minareto, ci sono centinaia di paraboliche che permettono ai cittadini di dire la loro nei talk-show interattivi come al-Minbar della rete satellitare al-Jazeera", dice la docente all'università di Rabat e studiosa del Corano, ma fondamentalmente laica, impegnata nella difesa della libertà e dei diritti umani. La scrittrice vede nei satelliti, in Internet e nella loro crescente diffusione nel mondo arabo uno strumento di democratizzazione e emancipazione intellettuale. Una grande occasione culturale, soprattutto per le donne, che costituiscono il 30% dei laureati e occupano posti di lavoro tradizionalmente assegnati agli uomini. "Karawan, dal deserto al web" è un viaggio, che la sociologa ha compiuto anche fisicamente, all'interno del mondo arabo, in particolare in Marocco, fuori dagli schemi tradizionali e di turismo, e nel fondo della cultura musulmana, con i suoi miti. Esplorazione tra passato e futuro, dal suq materiale delle città marocchine al suq online, dal grido del muezzin alle sigle di notiziari e talk show televisivi del mondo arabo e non, ricevuti tramite le antenne satellitari. Una "carovana civica" di congiunzione tra cultura occidentale e quella islamica, di cui Mernissi rivendica un'originaria democraticità storica, poi stravolta da interpretazioni oscurantiste e misogine. E per la quale gli strumenti di comunicazione moderna sono una grande opportunità di cyberdemocrazia. Rimproverando al tempo stesso a tanta parte dell'Occidente di non voler cogliere quest'occasione per capire e conoscere un mondo in fermento come quello musulmano, che non è fatto solo di fanatici ed estremisti. "Solo il radicamento in una comunità civica può aiutare la gente a dominare i suoi impulsi violenti, che si tratti di cacciatori o di terroristi....sia gli uni che gli altri imperversano sotto la spinta dalla medesima solitudine", conclude la Mernissi.


http://www.mytech.it/news/articolo/idA006013010832.art






LA SOCIOLOGA FATEMA MERNISSI SPIEGA COME LA TECNOLOGIA POTRA’ AIUTARE L’UNIVERSO FEMMINILE A COMBATTERE I FONDAMENTALISMI
«Le donne dell’Islam vogliono dialogare con il nemico Occidente»


«L’elemento-chiave che caratterizza oggi il mondo arabo non è la religione, come affermano molti esperti americani, bensì la tecnologia informatica. Sono le Tv satellitari indipendenti rispetto alle Tv di regime dei vari Stati islamici, sono le reti Internet a cui si rivolgono soprattutto i giovani e le donne. Attraverso questi strumenti, che consentono il confronto delle opinioni, si può arrivare alla conoscenza reciproca piuttosto che alla violenza e alla guerra». Bastano poche parole a Fatema Mernissi per illustrare la tesi provocatoria del suo libro Islam e democrazia. La paura della modernità , in uscita tra pochi giorni da Giunti. Scrittrice marocchina tradotta in ventidue lingue, docente di sociologia all’Università Mohammed V di Rabat, studiosa del Corano, Mernissi svolge da molti anni attività di ricerca e d’insegnamento in ambito internazionale. In Italia è nota soprattutto per il successo di La terrazza proibita (Giunti 1996) e L’harem e l’Occidente (Giunti 2000). Dove, con uno stile particolarissimo che alterna citazioni colte e ironia, affonda il coltello sui conflitti tra maschile e femminile. In un mondo dove «in Oriente le donne sono prigioniere del velo e in Occidente lo sono della taglia 42». «Ha riso leggendo i miei libri? Le hanno dato gioia? - domanda -. Oggi bisogna trasmettere ottimismo, praticare il senso dell’umorismo come arte di vivere. Dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre ero spaventata a morte, come la maggior parte dei miei amici arabi. Abbiamo dovuto reagire, e capire che, per proteggerci, dobbiamo abbattere le frontiere, comunicare. Usando la tecnologia in primo luogo. Noi donne giochiamo un ruolo importante perché la paura è il nostro business. Non fabbrichiamo armi ma ne siamo le prime vittime. Con i nostri uomini, mariti o figli. Ecco perché soprattutto le donne e i giovani arabi imparano l’inglese su grammatiche fai-da-te da pochi centesimi, cercano scuse per entrare in un Internet café senza dover pagare un dollaro all’ora per l’uso del computer o seguono le trasmissioni di al-Jazira. Vogliono il dialogo. Contro i dogmi del fondamentalismo».


A Mantova, Fatema Mernissi porta la sua esperienza di sociologa che ha ideato il programma «Sinergia civica» per diffondere la scrittura e organizzato un workshop itinerante, «Carovana civica», che va nelle zone rurali e nel deserto per incontrare la popolazione. «La conoscenza è davvero rivoluzionaria - dice la scrittrice - perché può essere colta anche dai più deboli e dai poveri. A Mantova, sabato prossimo, presento quattro ex detenuti politici, tre uomini e una donna ora candidati nel nuovo partito della sinistra alle elezioni politiche che si terranno a ottobre in Marocco. I loro scritti testimoniano la protesta di tanti cittadini negli anni tra il 1970 e il 1980. Alcuni hanno fatto anche dieci anni di carcere, eppure sono così gioiosi che, quando li guardo, mi viene il buonumore». Intanto Mernissi lavora al suo prossimo libro, Cyber Islam. A cosmic mirror . «Perché - dice - siamo tutti in uno specchio e ciascuno di noi è un riflesso dell’altro. Solo specchiandomi nella tua diversità posso capire chi sono io. È la favola del Simorgh, la creatura splendente cantata nove secoli fa dal mio Sufi preferito, Farid al-din ’Attar. Oggi la tecnologia ci consente di creare quello specchio globale nel quale ogni cultura può risplendere nella sua unicità. Una sfida a cui tutti siamo chiamati. E solo un poeta può farci da guida».






 


http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_fem_fatema.html



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