Fano: Insufficienti i mediatori culturali nelle scuole
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Fano: Insufficienti i mediatori culturali
nelle scuole


Davvero stimolante l’incontro tenuto presso l’IPSIA “A Volta”, in data 23 febbraio 2007, dal professore Marneo Serenelli dell’IRRE Marche che, di fronte ad una platea composta in prevalenza di docenti, giunti da tutta la provincia, ha fatto il punto sulla presenza e il ruolo dei mediatori culturali e facilitatori linguistici nell’ambito della nostra Regione, dando lettura dei risultati di un’indagine condotta sugli istituti superiori delle cinque province marchigiane.

Dai dati raccolti, è emerso che, nonostante le Marche siano una delle regioni a più alto tasso di immigrazione e la percentuale degli alunni stranieri sia arrivata a toccare, anche nella secondaria, punte del 20%, le figure professionali previste, sia pure da una normativa carente e farraginosa, per agevolare il loro inserimento nella scuola, sono fortemente insufficienti.

Questo stato di cose, dovuto non di rado, alla scarsa sensibilità e alla miopia politica di certi amministratori locali che evidentemente, non considerano questa una priorità, non fa che accentuare, all’interno delle istituzioni scolastiche, le situazioni a rischio di dispersione, coinvolgendo in questa pericolosa dinamica anche gli alunni autoctoni che, specie nel biennio, avvertono con profondo disagio il senso di impotenza in cui si dibattono le scuole, costrette per mancanza di mezzi e operatori qualificati, a tentare soluzioni il più delle volte, improvvisate ed inefficaci che non fanno che destabilizzarne il clima.

Ora, mentre alcune province si sono immediatamente attivate per fornire alle strutture scolastiche, istituti superiori compresi, non solo gli elenchi, cui attingere per reperire mediatori culturali e facilitatori linguistici professionalmente adeguati, ma anche i fondi necessari per retribuire tali figure; altre, al contrario, si sono mosse in ritardo, affidandosi a operatori raccomandati da associazioni private, non sempre provvisti delle specifiche competenze.

Particolarmente interessanti sono risultate le brevi interviste, rilasciate da alcuni mediatori culturali al nostro relatore, da cui si evince come il loro compito sia spesso sottovalutato e ridotto ad un intervento di “primo soccorso”, che non contempla la loro presenza all’interno di un processo di integrazione che dovrebbe accompagnare, almeno nel medio tempo, gli alunni stranieri e le loro famiglie, mettendoli in condizione di mantenere il legame con la cultura di origine, senza la quale ognuno di noi rischia di perdere la propria identità.

In conclusione, il convegno ha messo in forte evidenza come il fenomeno dell’immigrazione non sia destinato a rapida soluzione, poiché la sua complessità è tale da richiedere un cambio di mentalità che a tutt’oggi non ha investito neppure le istituzioni scolastiche, dove il concetto di intercultura è ancora sconosciuto a molti docenti e i contenuti e i metodi didattici ancorati ad una visione asfittica ed angusta delle discipline, mentre occorrono piani di intervento personalizzati e strumenti di valutazione rispondenti agli specifici bisogni degli alunni in difficoltà, siano essi stranieri o italiani: non si tratta pertanto di introdurre nel sistema scolastico qualche correttivo, ma, ci piaccia o meno, di modificarne l’intero impianto.


http://fano.sottocchio.it/default_3.asp?tree=7590&grc=29&grl=84



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