Cristianesimo e Cattolicesimo
Condividi questo articolo


Cristianesimo e Cattolicesimo


 


Molti studiosi, d’accordo tra loro, hanno sancito un dogma storico inattaccabile: la radice della società occidentale è basata, essenzialmente, sulla religione cristiano cattolica. Si verifica, così, una sorta di consensum su una questione che, ha molto poco di storico, ma molto di psicologico. Psicologico perché, in un epoca di globalizzazione, risulta pressoché difficile rintracciare, delineare e limitare i confini della tanto decantata Civiltà Occidentale. Per uno storico onesto e competente, tracciare linee di questo genere è impossibile. Non esistono culture pure, ma solo risultati di invasioni, scambi commerciali, culturali, guerre, migrazioni, a volte coerenti e a volte conflittuali. Per tale motivo, ad esempio, l’Europa non ha una sola radice ma molteplici radici, non un solo carattere, ma una serie di caratteri più o meno predominanti. Questi, si sono adattati tra di loro e si sono fusi, creando qualcosa di inedito e antico al tempo stesso.


 


In una situazione del genere, nell’impossibilità di estrapolare un carattere unico, si pone l’accento su un fattore che può essere utilizzato per creare, finalmente, un’identità unica e collettiva sotto cui riunirsi, in nome di una specificità altrimenti impossibile. Ma questo, seppur in grado di creare una caratteristica comune, rischia di creare anche una diversità irriducibile, esaltando una componente identitaria a sfavore delle altre. In questo modo, ciò che non rientra nella definizione “radici cristiane”, diventa l’altro da se, oggetto di sprezzo o atteggiamenti di superiorità, mascherati da tolleranza ed finta accettazione. Si è visto come, persino nelle parole del papa, questo rischio è presente; dichiararsi aperti al dialogo, incitare al rispetto delle religioni, rivendicando, però, al tempo stesso, l’esclusivo possesso della verità assoluta, significa  mettere in campo un atteggiamento molto più pericoloso del conflitto aperto  ed evidente.  Il conflitto evidente, infatti, può essere agevolmente analizzato in tutte le sue componenti e pertanto disinnescato, mentre il conflitto latente è più difficile da individuare, gestire ed eventualmente rielaborato in una forma meno patologica.


 


Questa nuova, eppur antica concezione di superiorità religiosa, si regge su presupposti che nulla hanno a che fare con la storia e neppure con la Verità.


 


Cattolicesimo e Cristianesimo, pur essendo considerati similari, non sono tuttavia dipendenti l’uno dall’altro. Si può essere Cristiani senza essere Cattolici, ma non si può essere cattolici senza essere cristiani.


 


Da questo, si può notare come, il cristianesimo, sia non solo il fattore principale, ma, addirittura, sia la fonte da cui deriva il cattolicesimo. Questo lo rende di conseguenza più antico.


 


Infatti, l’aggettivo cattolicesimo, indica soltanto il modo in cui si è evoluto il cristianesimo, come si è interpretato il fenomeno cristiano ed come si è organizzato e coordinato nei tempi. Il cristianesimo, deriva dalla figura senza dubbio carismatica di Gesù detto il Cristo, ossia l’unto, il prescelto, figlio di Dio. Questo è il punto principale. Da quel momento in poi, ognuno ha interpretato questi elementi in modo diverso; chi in maniere simbolica, chi in modo letterale, chi in modo mistico, chi addirittura ritiene che, il cristianesimo delle origini, non sia altro che una diramazione, una setta, che si staccò in seguito dalla religione ebraica. Addirittura, viene identificato il nucleo originario del cristianesimo, nel movimento messianico di Qumran. Quest’ultima interpretazione, è tuttora in fase di studio, ed è avvalorata principalmente dal ritrovamento dei famosi rotoli del Mar Morto.


 


E’ dalla figura del Cristo che si articolano una serie di riti e di miti che cercano di esporre, interpretare e diffondere, nella forma più coerente possibile, non solo le vicende di quassi 2000 anni fa, ma la fede stessa espressa nei suoi insegnamenti.


 


Possono così ritrovarsi varie strade che  riescono a porsi come intermediarie tra noi e il Cristo e di conseguenza, varie chiese raccolgono, organizzano e gestiscono i fedeli cristiani di tutto il mondo. Ognuna di queste chiese, porta avanti il suo compito cercando di fondare la sua legittimità sulla figura di Gesù stesso, o da uno dei suoi discepoli considerato depositario della missione apostolica.


 


Nel caso della Chiesa cattolica, la fonte della legittimità apostolica la si ritrova in Pietro, sulla base dell’assunto che, fu proprio lui, il primo apostolo a vedere Cristo risorto. Secondo altri, invece, viene basata sull’autorità di un altro importante discepolo Giacomo il Giusto colui che anche secondo quanto dicono gli atti, fu a capo della Chiesa delle origini. Alcuni studiosi più audaci, tuttavia, contestano la tradizione della successione apostolica soprattutto di Pietro, osservando come, nei Vangeli, la prima a vedere Cristo risorto fu la Maddalena.


 


Il problema di queste presunte legittimità sta, comunque, nel fatto che esse si fondano sui Vangeli, che però non possono essere considerati documenti attendibili come fonte storica. Questi, in realtà, oltre ad essere stati composti molto dopo la vicenda in questione, sono stati frutto di molteplici manipolazioni nonché traduzioni arbitrarie di documenti originali scritti in Aramaico (le cosiddette fonti Q). Infatti, i Vangeli furono composti in greco e contengono sovrapposizioni, collage di eventi e storie e sono spesso, troppo spesso, in contrasto tra loro su punti chiave. Quel che i Vangeli, in realtà, ci comunichiamo è piuttosto  l’atmosfera del tempo, i disagi, le speranze, il cosiddetto ethos culturale. Inoltre, il padre delle teologia cattolica, Saulo di Tarso meglio conosciuto come San Paolo, non fu mai un discepolo di Cristo; non appartenne mai, cioè, alla cerchia dei 12 (come del resto non appartenevano alcuni dei redattori dei Vangeli). Saulo di Tarso fu un collaborazionista, inviato dal Sommo Sacerdote del tempio di Gerusalemme, per sterminare la comunità di ebrei eretici (i primi cristiani) di Damasco. Saulo si avvia verso Damasco e lungo la strada, riceve una sorta di illuminazione. Da lì in poi, entrato nella comunità di Gerusalemme, formula una propria teologia e una propria concezione della vicenda di Gesù e del suo significato simbolico, che risente dell’influenza della cultura ellenica e orientale in cui era cresciuto. Il cristianesimo, dunque, risulta essere già dai suoi esordi, un culto sincretizzato che apre le porte di un ebraismo chiuso se se stesso, ai gentili. Con San Paolo, nasce la concezione o meglio si impone, il dogma teologico del Dio che muore e risorge per redimere l’umanità. Fu durante il Concilio di Nicea, che si affermò il cattolicesimo con i suoi dogmi e i suoi riti e con il tempo, questa unica visione si impose come l’unica verità sulla storia del Cristo e sulle innumerevoli versioni che circolavano in epoca medievale. Essenzialmente, essa fu una religione composita, che ebbe la grande capacità, di assorbire e amalgamare le innumerevoli influenze culturali e le esigenze delle popolazioni che ad essa si accostavano. Sembra perciò assurdo che, da sempre, essa si imponga come Verità Assoluta e Intoccabile. E soprattutto che ambisca di essere  origine e radice unica e caratterizzante, escludendo culture, civiltà e religioni che ad essa appartengono da sempre.  


 

nome:alessandra cognome:micheli email:alessandramicheli@virgilio.it

Condividi questo articolo

in Mediterranei: PER UNA NUOVA PROSPETTIVA RELIGIOSACristianesimo e CattolicesimoLe barriere culturaliMorire non fa più paura - Fortress Europe - L'osservatorio sulle vittime dell'immigrazione clandestina  


Copyright © 2002-2011 DIDAweb - Tutti i diritti riservati