Scuola di via Ventura: Una scheda per capire le caratteristiche dell'istituto bilingue milanese
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Gli iscritti sono un'ottantina, le classi miste maschi e femmine

Scuola di via Ventura, un «unicum» in Italia

Una scheda per capire le caratteristiche dell'istituto bilingue milanese che ha suscitato un vespaio di polemiche. Parla la direttrice

 


 

 


 








MILANO - La scuola bilingue italo-araba di via Ventura a Milano sta suscitando polemiche a non finire. Vediamo in concreto le caratteristiche di questo istituto, aiutati dalla direttrice, Lidia Acerboni. Si tratta innanzi tutto di una scuola privata laica, straniera e bilingue, nata per iniziativa dell’associazione italo-egiziana «Insieme», che aveva chiesto l’autorizzazione per l’apertura il 4 maggio di quest’anno. Il 16 giugno la direzione scolastica regionale ha dato parere negativo perché la documentazione presentata non era sufficiente. A inizio settembre interviene anche il Comune, bloccando l’avvio delle attività perché l’edificio non risulta a norma. Il 9 ottobre la direzione dell’istituto dà il via ai corsi senza attendere la certificazione di Palazzo Marino. Subito dopo la direzione scolastica regionale boccia l’iniziativa definendola «illegale».

LA STRUTTURA - Comprende una scuola elementare e una media inferiore e attualmente gli iscritti sono un’ottantina, dai 6 ai 13 anni, maschi e femmine. Si tratta per la maggior parte di egiziani (tra cui molti cittadini italiani, figli di coppie miste), alcuni marocchini e tunisini. Le classi sono miste. I docenti sono diciotto, per metà italiani e per metà di lingua araba. Tra gli iscritti non ci sono bambini diversamente abili, ma la scuola è pronta ad accoglierne se ci saranno. Non ci sono barriere architettoniche ed eventualmente verranno chiamati insegnanti di sostegno.

L'INSEGNAMENTO - Le materie insegnate ricalcano quelle di qualunque altra scuola italiana, compresi inglese e ginnastica. Per la programmazione didattica è stato fatto un confronto tra i piani di studio del ministero italiano e quelli egiziani. Per gli studenti delle elementari sono previste due ore di religione alla settimana, per quelli delle media una. I genitori possono scegliere tra religione musulmana e cristiana-copta. Tutte le materie sono insegnate nelle due lingue, ma l’insegnamento in italiano è preponderante, perché a partire da aprile tutte le lezioni vengono svolte nella nostra lingua. Secondo la Acerboni in percentuale l’insegnamento in italiano è il 70% del monte ore, quello in arabo si limita al restante 30%. I testi sono nella doppia lingua: l’elenco di quelli in arabo è fornito dal ministero dell’Istruzione egiziano, mentre quelli in italiano vengono scelti dai docenti.

IL «TITOLO» DI STUDIO - La scuola ha valore per l’assolvimento dell’obbligo, ma non fornisce titoli di studio validi nel nostro Paese. Per questo ogni anno, dalla prima elementare alla terza media, gli alunni svolgono gli esami di idoneità sia al consolato egiziano (in aprile) che nelle scuola pubblica italiana (a giugno). Il regolamento dell’istituto prevede che vengano effettuati entrambi gli esami. L’ordinamento scolastico egiziano è riconosciuto da tutti i paesi della Lega Araba, quindi una volta convalidato il titolo di studio esso vale anche in diversi altri Paesi di lingua araba.

I REQUISITI - Per aprire una scuola straniera devono essere presentati il progetto e la certificazione di idoneità della sede. Secondo Lidia Acerboni sono state presentate tutte le certificazioni necessarie e i rilievi dei vigili del fuoco si sono appuntati su lavori di piccola entità, realizzati in breve tempo. Sull’ingiunzione della prefettura invece la direzione della scuola sta aspettando un parere legale.

LA COMUNITA' - Quando aprirà ufficialmente, la scuola di via Ventura sarà praticamente un «unicum» in Italia, dato che non è nata sulla base di accordi bilaterali tra l’Italia e un altro Paese. «La scuola è nata perché è stato identificato un bisogno – sostiene Acerboni -. Una piccola parte della comunità egiziana a Milano che è la più forte e conta decine di migliaia di persone, voleva che i loro figli potessero avere anche il titolo di studio egiziano egiziano perché in Egitto non viene riconosciuto il percorso di studi italiano». «Non si tratta di un modello da prendere a esempio, ma semplicemente di un luogo dove il discorso dell’integrazione è prioritario – aggiunge la direttrice -. La progettazione del percorso didattico è stata fatta da un gruppo di italiani insieme a un gruppo di egiziani e la scuola si basa sui principi della Costituzione del nostro Paese. E’ stata riconosciuta come un’esperienza interessante anche dal mondo accademico tanto che quando aprirà si formerà un comitato scientifico che darà la linea di indirizzo e studierà l’esperienza per valutarne l’efficacia». Sono in programma anche iniziative di scambio con altre scuole italiane limitrofe, con cui sono già stati attivati rapporti proficui.

VIA QUARANTA - Secondo la Acerboni, l’esperienza di via Ventura è profondamente diversa da quella di via Quaranta. In quel caso si trattava di una scuola nata in stretto rapporto con ambienti religiosi arabi di Milano, la nuova scuola è invece nata per iniziativa di un gruppo di genitori in modo autonomo, senza riferimento a realtà religiose.


 




12 ottobre 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/10_Ottobre/12/scheda_scuola.shtml

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